Un Ferragosto particolare con un giro in moto ed un itinerario insolito, ma pianificato e scelto già da ieri sera.

Mentre tutta l’Italia trascorre giustamente questa giornata nelle spiagge affollate, tra grigliate improvvisate e chiasso che caratterizza il Ferragosto, ho deciso di recuperare un po’ il valore di questa festività partendo dalle sue origini ed il suo significato.

La chiesa cattolica ha indicato la festività del 15 agosto, come data dell’Assunzione della Vergine Maria. È il passaggio diretto, anima e corpo, della madre di Gesù in paradiso al termine della sua vita terrena.

Proprio per questo sono salito in sella sulla mia moto di buon mattino e mi sono diretto verso Nettuno, sotto un sole cocente ed una fila di macchine infinita.

Ho percorso la nettunense per dirigermi in un luogo preciso che avevo scelto per una sosta.

Ho sentito forte in me il desiderio di raccogliermi in preghiera per rendere gli onori ed omaggiare i tanti soldati caduti della Grande Guerra che riposano nel Cimitero Americano Campagna Sicilia / Roma di Nettuno. 

Il Cimitero e Sacrario Americano di Nettuno sorse come cimitero temporaneo di guerra per i caduti della campagna di Sicilia, Salerno, Anzio e Roma, due giorni dopo lo sbarco alleato ad Anzio, avvenuto il 22 Gennaio 1944 alle due di notte. 

Riposano a Nettuno 7.861 Soldati, che rappresentano il 35% delle sepolture originariamente effettuate in Sicilia e nell’Italia Meridionale. In 490 tombe sono raccolte le spoglie di coloro che non poterono essere identificati.

Anche 16 Donne, tra Crocerossine, Ausiliarie militari e civili sono sepolte in questo cimitero.

Ho trascorso circa un’ora e mezza in questo luogo pensando riflettendo a lungo proprio in un periodo come questo dive ancora oggi soffiano venti di guerra in molti teatri operativi bellici ed in particolare quello ucraino. Ho pregato rivolgendo lo sguardo verso tutte quelle croci bianche perché possa trionfare la pace.

Ho camminato per molto tempo su quell’immenso prato verde pieno di migliaia di croci bianche e mi sono fermato minuti e minuti a leggere i nomi di quei ragazzi e li ho ringraziati ad uno ad uno pensando al loro estremo sacrificio per donarci un paese libero dove oggi noi viviamo a volte distrattamente ed egoisticamente. Ho percepito le loro voci, i loro sorrisi per vedere una persona sola camminare tra loro e questa cosa mi ha dato un senso d estrema serenità.

Uscendo dal cimitero mi sono commosso nel vedere una famiglia composta da un padre una mamma ed un piccolo bambino che avrà avuto sette o otto anni al quale il papà spiegava cosa fosse quel luogo e cosa fossero tutte quelle croci bianche, gli ho sorriso e loro mi hanno salutato.
É bello pensare che esistano delle famiglie che insegnino si loro figli pagine di storia che forse sui banchi delle scuole oggi vengono poco approfondite.

Dopo questa lunga visita di raccoglimento, ho salutato militarmente la bandiera americana con lo sguardo incuriosito di alcuni visitatori e sono tornato a casa appagato e soddisfatto per il consueto pranzo di ferragosto. 

Estendo i miei auguri a tutti voi amici e lettori nella speranza che anche per voi questo sia un Ferragosto particolare. 

Vi lascio alle immagini che ho realizzato durante questa visita. Tornate presto a visitare il mio blog http://www.alessandrolopez.it

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9 Risposte
  1. Luigi Goretti

    Caro Alessandro assieme ad una coppi di amici e mia moglie abbiamo attraversato il confine e ci siamo portati ai piedi del Monte Sabotino. Anche in questi luoghi ci furono aspri combattimenti durante la 1° Guerra Mondiale. Come sai le spoglia di 50.000 riposano al Sacrario di Oslavia. Dopo aver ricordato le gesta dei nostri militari e sopratutto un Comandate di allora il Maggiore Badoglio insignito dal Re Vittorio Emanuele lll Marchese del Monte Sabotino. Per finire la giornata abbiamo pranzato in una Osmizza tipica trattoria Slovena. Un caro saluto.

    1. Caro Luigi, è sempre un piacere leggerti. Prossimamente sarò da quelle parti e sarà un’occasione per visitare questi luoghi ed incontrarci.

      Un fraterno abbraccio.

      Alessandro

  2. Alberto

    Ho visitato anch’io qualche anno fa questo cimitero militare oltre a quello di Firenze ed altri, all’inizio spinto più dalla mia passione di fotografare “luoghi particolari” tu sai quanto sia forte per me, paragonabile forse alla tua per la moto,poi quando sei lì sei obbligato a riflettere quante persone e quante storie aleggiano nell’aria in quei luoghi del ricordo.
    Buon ferragosto a te e a tutti.

  3. Caro Alessandro,
    è molto bello il tuo momento di riflessione. Mi vengono i brividi ogni volta che passo vicina o entro dentro un cimitero di guerra.
    Penso alle madri di quei ragazzi e di quelle volontarie che hanno lottato in nome della libertà. A quanto hanno sofferto.
    Ma si deve davvero lottare per la libertà.? Perché dobbiamo farlo ancora oggi? Possibile che non abbiamo imparato niente?
    L’uomo continua a recitare la storia e continua a non avere memoria e finché sarà così continueranno le guerre… il potere di pochi prevarrà sulla vita di molti.

    1. Cara Lucia, secondo me si deve sempre lottare per la libertà ed io ne ho fatto una ragione di vita. Ormai le libertà di cui siamo privati sono diventate troppe, comprese quelle che noi stessi, imprigionati nelle nostre vite non riusciamo a risolvere. La libertà è la base per poter convivere sereni prima con se stessi è poi con gli altri.
      La libertà è scegliere di essere soli in mezzo a migliaia di persone e nello stesso tempo condividere dei momenti con chi vuoi.
      Oggi tutta questa frenesia che ci assale per ogni cosa ha annullato il pensiero, l’unico baluardo dove si può meditare. Oggi per me è un momento di bilanci e desidero fare è stare con chi ho voglia e ieri sono voluto stare con migliaia di questi ragazzi ed ho ascoltato le loro anime, ho letto le loro lettere ed ho salutato militarmente la bandiera americana. C’erano vari turisti rimasti incuriositi da questo mio gesto e mi hanno chiesto perché avessi salutato in modo così accorato e formale la bandiera. Ho risposto semplicemente che l’ho fatto per rispetto e gratitudine da Uomo, padre di famiglia e poi da Militare quale sono stato. E mi ha fatto piacere vedere alcune famiglie con genitori che spiegavano ai loro figli lo sbarco di Anzio e le gesta di questi valorosi soldati.
      Onori a tutti loro e ai caduti di ogni guerra.

      Impariamo qualcosa e divulghiamo la pace, ne abbiamo bisogno tutti. Un abbraccio 🤗

  4. Massimo

    La tua nobile iniziativa di trascorrere alcune ore del ferragosto presso il Sacrario Militare di Nettuno mi conferma che la morte porta sempre delle riflessioni sulla propria esistenza.Se poi pensiamo che quei giovani hanno sacrificato la propria vita per un ideale di libertà collettiva, ci troviamo a riflettere su un autentico Capolavoro di Esistenza. Purtroppo, avendo vissuto parzialmente la propria vita, quelle innumerevoli croci bianche testimoniano anche un senso di incompletezza: quella che nell’arte viene definita “opera incompiuta”, che pur accrescendo il valore del Capolavoro realizzato per un mondo migliore non può non farci commuovere per tutte quelle vite spezzate

    1. Caro Massimo, grazie come sempre per i tuoi commenti così generosi e sensibili sulle mie riflessioni e sai bene che io e te siano molto in sintonia su tanti temi ed aspetti. Hai scritto bene, proprio quelle migliaia di croci bianche senza una data di nascita, ma solo un nome e cognome e l’anno dello sbarco, mi hanno dato quel senso di “opera incompiuta”. Ho camminato molto in quell’immenso prato verde in mezzo a quelle croci e tra loro, quei soldati, ho sentito
      dentro di me il loro ringraziamento per quel momento di intimità e per essere stato li con loro a pregare e versare lacrime di commozione e di gratitudine per le loro gesta eroiche. Purtroppo molti hanno la memoria corta, troppo indaffarati e stressati dalle loro menti superficiali per comprendere momenti intensi e dovuti in onore a chi ci ha consegnato un paese libero che noi tutti nel tempo abbiamo nuovamente distrutto con l’incuria, l’indifferenza e una punta di egoismo che mette la ciliegina sulla torta ormai vuota di valori. Il mio viaggio prosegue nei prossimi giorni nei luoghi della memoria a cui andrò a rendere omaggio ancora da solo insieme alla mia moto. Ti abbraccio forte.
      Alessandro