Io e la mia moto – riflessioni su strada. Questa volta la riflessione diventa necessaria e di servizio per far riflettere tutti gli utenti della strada che in questi giorni di caldo asfissiante stanno affollando le strade della nostra penisola alla ricerca di spiagge e località di vacanza.
Sole e caldo, ma ovviamente anche temporali ed improvvise correnti dai Balcani che fanno peggiorare le condizioni atmosferiche generando in alcune zone delle bombe d’acqua vere e proprie. Ma andiamo per definizione per capire il fenomeno atmosferico:
Le bombe d’acqua non sono altro che delle vere e proprie esplosioni di nuvole cariche di pioggia: la pioggia caduta supera i 30 millimetri all’ora o i 50 millimetri in due ore. È dunque un violento nubifragio che ha degli effetti devastanti come allagamenti, straripamenti, danni alla circolazione o alle tubazioni, caduta di alberi e così via. Andiamo a scoprire le cause della creazione di questo fenomeno atmosferico. E per farlo sono andato a leggere un interessante articolo per approfondire il tutto e che vi consiglio di leggere, magari prima di mettervi nuovamente in viaggio per tornare presso le vostre città al termine delle meritate vacanze, che ricordo, sono un diritto di tutti.
Fonte “Informazione e Ambiente” ecco il link dell’articolo: https://www.informazioneambiente.it/bombe-dacqua-quali-sono-le-cause-dietro-questo-fenomeno/
Le cause nel tempo sono certamente imputabili ai vari cambiamenti climatici ed altri fattori che hanno influito sul fenomeno che del resto è da considerarsi naturale; come ricorderemo nella nostra adolescenza e temporali di mezza estate erano il prologo dell’avvicinarsi progressivo della stagione autunnale.
Torniamo però al tema di questo articolo: Io e la mia moto – riflessioni su strada. Venerdì 12 Agosto di primo mattino sono salito in sella alla mia moto per andare a trascorrere il ferragosto in una località al mare in provincia di Ardea. Naturalmente appena accesa la moto, uscito dal cortile e percorsi i primi chilometri è iniziata dapprima una leggera pioggia, poi intensificata mentre imboccavo il Grande Raccordo Anulare per dirigermi sulla Strada Statale 148 Pontina.
Si è parata davanti a me una colonna d’acqua spaventosa e fintanto che ho percorso il GRA con un asfalto drenante, la situazione era abbastanza accettabile anche se la guida era difficoltosa (visiera del casco bagnata, appannata all’interno ecc.), quindi ho rallentato e ho proseguito il tragitto con un’andatura non superiore ai 90 / 100 Km orari con l’assetto delle sospensioni della moto impostato in modalità “rain” che evita alla moto di dare strappi in accelerazione e quindi il rischio di slittamento della ruota motrice posteriore.
Nel tratto dall’immissione dell’Aurelia sino all’uscita della Pontina è stato un continuo sfrecciare di automobili, furgoni e TIR, ben oltre i limite di velocità consentito sul GRA; una cosa abbastanza frequente sulla raccordo romano, ma oltremodo pericolosa in un frangente del genere dove il passaggio ad alta velocità di diversi veicoli sollevava molta acqua che si riversava in sica a chi come me procedeva sulla estrema corsia di destra della carreggiata di marcia. Molta tensione dunque alla guida per stare attento a chi mi precedeva, ma anche a chi era dietro di me noncurante ovviamente della distanza di sicurezza che in condizioni atmosferiche del genere dovrebbe essere quantomeno il doppio di quella ordinaria che quasi mai viene rispettata ed è causa molto spesso di tamponamenti a volte anche a catena.
Per evitare questa ansiosa presenza ravvicinata dietro di me spesso sono stato costretto a repentini cambi di corsia sempre effettuati tra fiumi di acqua ed improvvisati piloti di Formula 1 con il loro bei SUV pesanti ed ingovernabili in condizioni climatiche del genere.
Imboccata la Strada Statale 148 Pontina, il temporale si è fatto ancora più fitto e la situazione è peggiorata. Chi conosce quella strada sa bene che è particolarmente insidiosa in quanto ad esempio non esiste corsia di emergenza che consenta una sosta anche per un guasto ad una vettura o una foratura, figuriamoci sotto una bomba d’acqua che Odissea potesse essere con auto, furgoni e TIR che hanno continuato la loro corsa sfrenata trasformandosi in pesanti hovercraft sollevando impressionanti colonne d’acqua dietro di loro. Pensavo di aver raggiunto il massimo ed invece mi sbagliavo, allo svincolo di Ardea percorrendo la Via Laurentina la situazione è diventata veramente un totale inferno. Onde e fiumi d’acqua sollevate dalle macchine che mi precedevano e come se non bastasse anche da tutte quelle che incrociavo, diciamo una “mareggiata da maestrale” in piena strada che mi ha costretto a rallentare e procedere non oltre i 40 chilometri orari mentre chi mi incrociava viaggiava secondo me non meno di 90/100 Km l’ora che su una strada del genere, con asfalto disconnesso e non drenante è un pericolo per se stessi e soprattutto per altri.
Io e la mia moto – riflessioni su strada è anche un articolo nato tentare di far passare un minimo di informazione ed è bene soffermarsi su un altro fenomeno:
L’aquaplaning
L’aquaplaning (letteralmente “planata sull’acqua”) è un fenomeno ben conosciuto, ma che troppi tendono a sottovalutare. Si riscontra in tutte le estati piovose ed in particolare questa piovosissima estate, in cui sono aumentate a dismisura le uscite di strada dovute al pattinamento della vettura su una superficie bagnata.
L’aquaplaning si verifica quando tra le ruote e la strada si forma un velo d’acqua che impedisce il contatto tra gli pneumatici e l’asfalto: la vettura comincia a “galleggiare” e diventa del tutto incontrollabile. Frenare o sterzare non serve assolutamente a nulla, perchè, non essendoci il contatto con l’asfalto, qualunque manovra risulta vana. L’unico atteggiamento corretto è mantenere la calma, tenere le mani ben salde sul volante e ridurre la velocità, togliendo il piede dall’acceleratore, aspettando che le gomme riprendano il contatto con l’asfalto.
Ci sono però due buoni sistemi per prevenire l’aquaplaning: il primo è quello di non aspettare troppo a sostituire gli pneumatici della nostra auto.
La legge tollera limiti minimi di battistrada sino ad 1,5 mm, ma sarebbe meglio cambiare le gomme già quando questo valore è sceso a 3 mm.
Un battistrada ben scolpito, infatti, smaltisce molta più acqua di uno consumato. Il secondo sistema, che è dettato anche dal buon senso, è semplicemente quello di ridurre la velocità in caso di pioggia, soprattutto se non si percorrono strade con asfalto drenante. Più aumenta la velocità, infatti, maggiore è la quantità di acqua che le ruote “spingono” in avanti, aumentando il rischio di trovarsene troppa da smaltire.
Attenzione, la situazione peggiora se si montano cerchi con pneumatici ribassati di larga sezione: le “gomme larghe” hanno una bella impronta a terra e questo favorisce la guida dinamica, perchè aumenta la superficie d’appoggio. Ma questa qualità, per le ragioni elencate, si trasforma in svantaggio quando piove. Quindi… prudenza, sempre!
Io e la mia moto – riflessioni su strada. Torniamo al viaggio / odissea tra i vacanzieri del Ferragosto
A questo punto, sempre procedendo sulla Laurentina ho di proposito rallentato ulteriormente e accendendo le doppie frecce della moto ho fatto ampi gesti con le braccia a chi mi incrociava per farlo rallentare segnalando anche laghi di acqua e fango che di li a poco avrebbe trovato sul suo percorso.
Ero vestito come sempre con abbigliamento tecnico da moto di colore giallo ben visibile e con tutti i fari accesi della moto e diciamo che anche la mole del mezzo insieme alla mia corporatura non poteva di certo passare inosservato il mio passaggio con tali segnalazioni.
Alcuni hanno compreso il segnale, altri letteralmente mi hanno mandato affanculo per dire un eufemismo. Quelli dietro non ne parliamo, forse infastiditi dal procedere lento e non poter arrivare vincitori al podio del Gran Premio “Nettuno Dio del mare e dintorni”, suonavano all’impazzata, lampeggiavano e qualche folle ha tentato persino il sorpasso rischiando di duplicare l’effetto onda tra chi incrociavo e chi mi precedeva.
Finalmente dopo circa due ore e mezza di viaggio da incubo arrivo a destinazione e non ce l’ho fatta più. Ho detto tra me stesso: “non è possibile rischiare la vita per tre giorni di vacanza ed una grigliata in spiaggia”. La vacanza è un diritto di tutti ma anche la vita è un diritto ed è un dovere civile guidare in perfette condizioni di sicurezza, e la parola sicurezza in quel viaggio non è esistita nel modo più assoluto quindi sono rimaso in sella alla moto ancora sotto una lieve pioggia che si stava attenuando e la nuvola impietosita mi ha concesso la possibilità di realizzare questo video che vi mostro in conclusione di questo articolo.
Non me ne vogliano i vacanzieri, ma noi motociclisti siamo esposti a rischi (calcolati) ben più importanti di chi procede sereno e tranquillo nella propria vettura. Del resto è una scelta di vita, la mia è una passione e quindi mi prendo il bello e il brutto di vivere la mia libertà viaggiando in moto.
Io e la mia moto – riflessioni su strada termina qui. Un’ultima cosa da ricordare: anche la strada è di tutti, guidiamo con prudenza.
Buone vacanze per chi se le può permettere. E Buona strada a tutti i Bikers! Tornate a trovarmi su questo Blog http://www.alessandrolopez.it
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Quanta verità nelle tue parole!!! Se gli automobilisti in condizioni di pericolo fossero più prudenti e rispettosi , si viaggerebbe sicuramente meglio!!!! Divertiti Ale.☘️🤣