le mani di un padre di una mamma e di un figlio

Matrimoni (e dintorni) e il titolo di questo mio nuovo articolo sempre frutto di un periodo che sta facendo nascere continue riflessioni sul mondo che mi circonda, chi lo vive, come lo vive e come io lo sto vivendo rispetto al passato.
Matrimoni (e dintorni) è un titolo per parlare oggi di una Istituzione. La Famiglia. Quindi ne consegue che tanti altri sottotitoli ci saranno in questo articolo per andare a ricercare cosa rappresenta oggi questo attuale tema.

Vorrei fare una doverosa premessa sulla famiglia:
La famiglia, da un punto di vista sociologico, è la più importante e antica tra tutte le istituzioni. In tutte le società essa resta l’unità sociale fondamentale svolgendo un ruolo fondante in quanto organizza la società.

Il “Nuovissimo Dizionario della Lingua Italiana” Ferdinando Palazzi (Edizioni Casa Editrice Ceschina 1955), sul quale ha studiato tutta la mia famiglia e che io ho fatto rilegare con il titolo “Dizionario Casa Lopez) la definisce come: sf [dal Lat. Familia] insieme di persone congiunte dai vincoli del sangue È per lo più conviventi tutte le persone, passate, presenti e future d’uno stesso sangue.

Dizionario Casa Lopez

Il Dizionario italiano Garanti (Edizione del 1999) che comprai proprio quell’anno, chissà come mai, la definisce così: insieme di persone unite da un rapporto di parentela o affinità: in senso più ristretto, il nucleo formato dal padre, dalla madre e dai figli, che costituisce l’ istituzione sociale di base della società. In sostanza il significato è esplicato in modo più chiaro per l’evoluzione delle leggi che hanno regolato questa Istituzione nel tempo, ma la sostanza non cambia. Il 27 Dicembre del 1999 è nata mia figlia Mariadele.

La crisi della famiglia fondata sul matrimonio.

Nell’ultimo trentennio del ‘900 si sono manifestati numerosi fattori di mutamento, che nei paesi occidentali hanno posto in crisi il modello tradizionale di famiglia coniugale (il quale si sta invece paradossalmente diffondendo con notevole forza nei paesi asiatici).

Alcuni fattori demografici, che documentano efficacemente tale crisi, sono stati recentemente riassunti dalla sociologa Anna Laura Zanatta: “il calo e il ritardo dei matrimoni; l’aumento delle convivenze (o famiglie di fatto, o unioni libere); l’aumento delle separazioni e dei divorzi; l’aumento delle famiglie con un solo genitore; l’aumento delle famiglie ricostituite (in cui almeno uno dei coniugi o partner proviene da una precedente unione); l’aumento delle famiglie unipersonali (composte da una sola persona); il calo complessivo delle nascite; l’aumento delle nascite fuori dal matrimonio”.

Si tratta di fenomeni che testimoniano un cambiamento complessivo della mentalità, un mutamento culturale in atto che coinvolge la struttura familiare e che esprime, nell’attuale pluralismo dei suoi modelli, l’affermazione di un sempre maggiore pluralismo culturale dentro la stessa società. Per esempio, il calo del numero dei matrimoni, l’aumento delle convivenze e delle famiglie unipersonali e il calo della natalità possono essere almeno in parte connessi al cambiamento, a cui si è già accennato, della condizione sociale della donna (per la quale la condizione sociale di casalinga e madre ha perso attrattiva) e alla conseguente richiesta da parte di questa di autonomia e di eguaglianza rispetto all’uomo.

La donna, insomma, ha sempre meno bisogno del matrimonio per realizzare la propria identità e sente come sempre più costrittivo il peso di una difficile conciliazione tra vita di lavoro e vita familiare. Inoltre, il lavoro e la conseguente maggiore autonomia economica consentono alle donne un maggior potere contrattuale all’interno della famiglia. Questo aspetto, se da un lato provoca tensioni rispetto alle aspettative del partner ­ spesso non disposto ad abdicare ai privilegi che gli venivano assicurati dalla divisione tradizionale dei ruoli ­ dall’altro lato dà alle donne la garanzia economica ritenuta necessaria per poter divorziare.

Il rapporto genitori figli.
Un’altra area della vita familiare dove negli ultimi decenni sono intervenute numerose trasformazioni è stata quella del rapporto tra genitori e figli. I motivi di contrasto sono molti, da quelli più banali (l’ora in cui, la sera, rientrare a casa) a quelli più sostanziali (la scelta del partner matrimoniale).

Lo scontro generazionale, particolarmente avvertito durante gli anni ’60 del ‘900, fu una delle cause del movimento del ’68. Nonostante ciò, le ricerche compiute agli inizi degli anni ’70 da Bowerman e Behr hanno riscontrato che gli adolescenti cresciuti in famiglie in cui i genitori hanno influenza e ruoli abbastanza simmetrici tendono ad adottare i valori e le opinioni dei loro genitori. Ciò invece non si verifica nelle famiglie dove il potere è nelle mani di un solo genitore. Da questo punto di vista i conflitti genitori-figli sembrano dovuti più a difetti propri delle famiglie come agenzie di socializzazione che a influssi sociali esterni.

Uno dei cambiamenti di più vasta portata verificatosi nell’ultimo quarto del ‘900 nei paesi industrializzati è stato l’aumento dell’occupazione femminile. L’occupazione di entrambi i genitori nel mondo del lavoro può comportare delle tensioni anche forti nella famiglia.
Rhona Valerie Rapoport (29 gennaio 1927 – 24 novembre 2011) che è stata una scienziata sociale sudafricana nota per le sue ricerche sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, ha chiamato insieme a Robert Rapoport questo processo “conflitto da sovraccarico”.

Per esempio, un marito o una moglie che tornano dal lavoro e trovano una casa disordinata, i bambini che strillano e il frigorifero vuoto sono sottoposti a notevoli tensioni. Marito e moglie sempre più spesso sono prede di un “conflitto di identità” nel cercare di svolgere i loro ruoli tradizionali.

Infatti, anche se i matrimoni con due carriere stanno diventando sempre più comuni, la divisione del lavoro in base al sesso è profondamente radicata nella vita familiare occidentale, anche se è meno rigida nelle famiglie dove la donna è più istruita dell’uomo. In generale, comunque, l’aumentata partecipazione delle donne al mondo del lavoro ha esteso la pressione femminile per la conquista di uno status eguale nella famiglia.

Sempre nella ricerca in rete che ho fatto mi ha colpito un altro articolo molto ben strutturato il cui titolo la dice lunga: “Kramer contro Kramer” di cui vado a citare il cappello di apertura:

“Anche se le differenze tra uomini e donne sono davanti agli occhi di tutti, in realtà i comportamenti dell’uno e dell’altro sesso, appaiono poi al momento in cui il matrimonio e la convivenza non funzionano più, talvolta inspiegabili agli occhi all’altro partner.”

Leggendo completamente l’articolo mi sono soffermato su questo capitolo che mi ha colpito particolarmente e che vado a citare in parte.

“AMORE E SESSO

Le differenziazioni sotto tale profilo sono sotto gli occhi di tutti.
Per la donna, il rapporto sessuale è combinato con il rapporto sentimentale e l’uno trascina l’altro, di ragion per cui questa non è interessata, salvo rare eccezioni, ad un rapporto fisico con un soggetto nei cui confronti non provi preventivamente una qualche forma di affetto.
Né in genere, una volta che si senta pienamente appagata sentimentalmente e fisicamente dal rapporto stabile con un uomo, dal quale si senta protetta e curata, è interessata alla ricerca di rapporti sessuali con altri possibili partner
Per l’uomo viceversa, i due aspetti, sentimento e sesso, sono
separati.

Recenti studi, hanno infatti dimostrato che il cervello maschile, a differenza di quello femminile, ha la capacità di dividere l’amore dal sesso, considerando una cosa singolarmente rispetto all’altra, talchè egli sessualmente è interessato a qualunque donna, senza attribuire alcuna rilevanza all’esistenza o meno di un preesistente rapporto sentimentale.
Ciò deriva, sempre secondo i sostenitori della programmazione iniziale, dall’interesse della natura per ciò che riguarda la figura femminile, nel creare un nucleo monogamo, con un’unità familiare a protezione della prole, essendo scopo dell’evoluzione che, alla fecondazione, segua la cura e la crescita della prole, in ambito protetto.”

Se volete approfondire leggendo l’articolo completo vi consiglio di prendervi molto tempo perché i capitoli sono davvero tanti ed aprono a tante sfaccettature ed io nel mio articolo vorrei mantenere il focus sulla famiglia e l’evidente difficoltà dal punto di vista sociale oggi di ricostruirla dalle basi fondamentali ecco il link: https://www.socialnews.it/blog/2004/09/02/la-famiglia-come-prima-istituzione-sociale-2/#:~:text=La%20Costituzione%20riconosce%20la%20famiglia,figli%20legittimi%2C%20parenti%20e%20affini

Ho letto inoltre un altro interessante articolo sulla famiglia come Istituzione che vado a citare (Fonte Socialnwes, giornale di informazione sociale. Articolo di Ivana Milic:

“La famiglia, da un punto di vista sociologico, è la più importante e antica tra tutte le istituzioni. In tutte le società essa resta l’unità sociale fondamentale svolgendo un ruolo fondante in quanto organizza la società. Il dizionario della lingua italiana di Devoto e Oli la definisce come: “nucleo sociale rappresentato da due o più individui, legati tra loro con il vincolo del matrimonio o di rapporti di parentela o di affinità”, io aggiungerei anche da rapporti di adozione. Questo sottintende che ci deve essere la compresenza di un legame non solo affettivo ma anche di tipo giuridico. La Costituzione riconosce la famiglia come società fondata sul matrimonio. Attraverso tale presupposti la famiglia si definisce come l’insieme costituito da marito, moglie, figli legittimi, parenti e affini. Ma il matrimonio è un mero contratto giuridico tra due persone o investe un concetto molto più ampio, che coinvolge anche i valori più profondi di una persona?

L’esperienza comune ci mostra che il matrimonio, ma anche la convivenza more uxorio tra due persone, sta vivendo un mutamento molto forte e repentino. Con molta facilità infatti ci si sposa o comunque si convive, si fa un figlio e poi troppo presto ci si arrende convinti di non essere fatti per vivere assieme. A questo punto diventa molto più facile non lottare, lasciarsi e tentare un’altra strada con un’altra persona, così da una famiglia se ne formano tre, risultato delle nuove unioni degli ex coniugi. Il sistema quindi va in tilt, la società, l’ordinamento giuridico e le altre istituzioni perdono l’orientamento, le loro regole e le loro leggi non vanno più bene. Così come la nostra concezione mentale non si ritrova più e si deve iniziare a reimpostare un altro tipo di struttura sociale.”

Ecco il link per leggere l’articolo completo: https://www.socialnews.it/blog/2004/09/02/la-famiglia-come-prima-istituzione-sociale-2/#:~:text=La%20Costituzione%20riconosce%20la%20famiglia,figli%20legittimi%2C%20parenti%20e%20affini

Questo articolo mi ha dato molti spunti di riflessione. Alcune domande mi pongo oggi da rivolgere un po’ a tutte le fasce d’età e sesso. Ti sentiresti di sposarti e creare una famiglia?
Sarei estremamente curioso di sentire delle risposte. Ovviamente non posso coinvolgere nessuno nel formulare domande del genere in modo pubblico, ma nei commenti di questo blog sarebbe interessante leggere il vostro pensiero in senso generale su questo tema così attuale oggi.

La famiglia nella televisione.

Questo è un interessante parallelo che mi riguarda da vicino, sia come spettatore che operatore dello spettacolo. Di televisione ne ho vista tanta da utente e da addetto ai lavori. Prospettive diverse, ma chiariamo subito una cosa. La Tv Verità non esiste. Forse esisteva un tempo oggi certamente le cose sono drasticamente cambiate.

Diciamo che la televisione in origine era nata con lo scopo di riunire le famiglie sostituendo tecnologicamente il “focolare domestico” con un televisore. Ognuno di noi avrà vissuto momenti di nostalgia ricordando serate trascorse in famiglia a vedere i varietà di un tempo, il mitico Carosello. Erano momenti di aggregazione pura e i palinsesti erano dosati solo in alcune ore del giorno. Ad esempio la notte la Rai interrompeva le trasmissioni er riprenderle il giorno successivo.

Oggi è tutto cambiato, gli orari, le fasce, la terminologia “Prime Time” “Access Prime Time” “Day Time” e cosi via. E’ tutta un’architettura complessa e costruita basandosi solo su alcuni parametri che sono ben diversi da ciò che si possa pensare.

La televisione degli anni ’80 ha generato degli ottimi prodotti soprattutto con l’avvento delle televisioni commerciali prima tra tutte Mediaset. Vorrei citare degli esempi di buona televisione di intrattenimento realizzati con ottimi Format:

Scene da un matrimonio – Davide Mengacci

Scene da un matrimonio è un programma televisivo italiano, trasmesso su Canale 5 dal 24 ottobre 1990 al 18 febbraio 1994 e su Rete 4 dal 28 febbraio 1994 al 19 febbraio 1996, dal 24 novembre all’8 dicembre 2012 con il titolo di “Nuove scene da un matrimonio” e dal 25 agosto al 20 settembre 2015 con la conduzione di Davide Mengacci. Dal 2 ottobre 2021è stato riproposto su Canale 5 con la conduzione di Anna Tatangelo.

Agenzia Matrimoniale – Marta Flavi


Agenzia matrimoniale (in seguito Agenzia) è stato un programma televisivo italiano, condotto da Marta Flavi per 6 edizioni dal 1989 al 1995 su Canale 5 ed in seguito su Rete 4 (dove fu trasferito a partire dal 10 aprile 1995 a seguito di un calo d’ascolti), e da Barbara D’Urso nella sua ultima edizione, andata in onda nella primavera 1996 sempre su Rete 4 al sabato pomeriggio.

Il programma andò in onda dal 16 gennaio 1989 (giorno della messa in onda della prima puntata), con una programmazione quotidiana e cioè dal lunedì al venerdì sulla rete ammiraglia della Fininvest (divenuta in seguito Mediaset), Canale 5, con la conduzione di Marta Flavi.

Nel salotto ogni giorno si incontravano “cuori solitari” in cerca di un’anima gemella; si combinavano appuntamenti dove gli ospiti si proponevano alle telecamere raccontando di se e della propria vita, suggerendo il tipo di persona che avrebbero voluto incontrare. La trasmissione provvedeva così ad avvicinare e far conoscere le persone in base alle loro caratteristiche ed alle loro richieste. L’incontro poteva essere più o meno positivo ed i partecipanti decidevano se continuare a frequentarsi o se riproporsi per un’altra occasione. Si calcola che nell’arco della trasmissione si siano unite più di 500 coppie, molte di queste anche unite in matrimonio e con figli.

Il programma diede vita anche a due spin-off: Ti amo… parliamone in cui delle persone ricercavano di ricucire una storia d’amore finita (format poi ripreso e sviluppato successivamente dal programma Stranamore) e Cerco e offro che invece si occupava di persone che cercavano oppure offrivano un posto di lavoro; entrambi i programmi erano trasmessi in coda alla trasmissione-madre ed erano anch’essi condotti da Marta Flavi ed andarono in onda dal 1990 al 1992.

Stranamore – Alberto Castagna – 1994


Stranamore è stato un programma televisivo. Ha vissuto il suo momento di maggiore popolarità tra il 1994 e il 1997, quando andava in onda la domenica sera su Canale 5 con la conduzione di Alberto Castagna. È basato su un format olandese del 1992 intitolato All You Need Is Love[1], che è anche il titolo dell’omonima canzone dei The Beatles che funge da sigla ufficiale per entrambe le versioni.

Stranamore, che ha ripreso un’idea già presente nella rubrica Fiori di Arancio della trasmissione Portobello di Enzo Tortora, della rubrica Amore ritorna del programma Studio 5 e in seguito della rubrica Ti amo… parliamone del programma Agenzia matrimoniale, nasce nel 1994 sotto la conduzione di Alberto Castagna, volto storico della trasmissione, che è stato al timone dello show fino al giorno del suo decesso, il 1º marzo 2005.

Inizialmente la trasmissione sarebbe dovuta andare in onda quotidianamente nella fascia pomeridiana di Rete 4 poiché non particolarmente apprezzata da Silvio Berlusconi, all’epoca alla guida delle reti Fininvest, ma in seguito alla discesa in campo di Berlusconi e del conseguente abbandono di tutti i ruoli in Fininvest, Fatma Ruffini, autrice e adattatrice del format originale, ottenne la collocazione della trasmissione in prima serata sulla rete ammiraglia del gruppo.

Cara Fatma, erano bei tempi quando la televisione veniva fatta per bene, la si scriveva, si studiava e si provava. Tu sei stata il mio mentore da questo punto di vista dopo le prime esperienze che ho vissuto con il Trio.

Il gioco delle coppie


è stato un programma televisivo italiano di genere game show, trasmesso su Italia 1 dal 1985 al 1986 e proseguito su Canale 5 e Rete 4, con piccole modifiche alla formula ed al titolo, fino al 1994. Nascita e debutto con Marco Predolin la successiva affermazione con Corrado Tedeschi e poi “Il nuovo Gioco delle Coppie” con Giorgio Mastrota e Natalia Estrada ed ancora “Il Gioco delle Coppie Beach” con i Trettré e Wendy Windham

Se ne potrebbero citare tanti altri e tanti altri conduttori e Giornalisti come Minoli, Minà. Una televisione a volte di intrattenimento ma anche di servizio su questo tema.

La sintesi di alcuni programmi di oggi che possono lontanamente toccare il tema? Io ho pensato a questi

  • Temptation Island
  • Uomini e Donne
  • Grande Fratello

Invece di rendere spettacolare dal punto di vista televisivo il tema della famiglia con degli improbabili programmi di intrattenimento televisivo, tipo quelli che ho citato tra gli attuali in onda e che a volte trascendono anche nel trash, perché non si fa una volta per tutte una scelta coraggiosa e si inserisce nella programmazione, insieme alle trasmissioni di intrattenimento attuali pilastri dei palinsesti almeno un programma di servizio che parli del fenomeno con professionisti accreditati e persone vere non selezionate tra vari attori in casting nazionali?

Sono appunto finiti i bei tempi romantici di Alberto Castagna con “Stranamore” con la sua missione itinerante alla ricerca dell’amore perduto o degli altri programmi di un tempo che ho citato per non ripeterli tutti. Quale “Cupido” immaginereste voi in uno studio televisivo oggi?

Onestamente si può affermare che in televisione ci sono programmi che possano rappresentare i valori della famiglia come istituzione e la necessità di costruirne una?

A mio parere il panorama dove poter scegliere è molto deprimente, del resto io rappresento una fascia d’età dei cinquantenni e il mio parere vale quel che vale, ma se dovessi vederlo da un punto di vista “educativo” trovo questo tipo di programmazione fuorviante ed inopportuna.

Che messaggio passa da un tronista o da una corteggiatrice? I giovani si identificano in questo modello? Qual è il modello perfetto oggi? Secondo me non esiste un modello e non dovrebbe esistere. Lo creano e rimane fine a se stesso.

“Il modello” a cui si ci deve uniformare senza dare spazio alla propria individualità. Siamo essere unici e pensanti, e la nostra unicità dovrebbe essere il nostro punto di forza.

Come si corteggiava una volta. Lasciamo perdere sono un romantico, antico, obsoleto che ancora riesce ad emozionarsi.

I ragazzi di oggi come si corteggiano? Scrivono lettere, chattano, si conoscono in rete ed al primo incontro ma hanno sempre di fronte un’incognita. Noi genitori cosa facciamo e cosa potremmo fare per educare i nostri figli in questo senso. Possiamo fornire loro solo delle basi e seguirli finché è possibile, ma sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di noi. Dimorano con noi, tuttavia non ci appartengono, appartengono alla vita ed al mondo in cui si trovano. Possiamo dar loro il nostro amore, ma non le nostre idee. Nel mio caso mi ritengo più che fortunato.

La famiglia e la sua Istituzione è un argomento serio. La mancanza di unioni e il calo brusco delle nascite che demograficamente sta facendo invecchiare il nostro bel paese, tralasciando i matrimoni dal mero punti di vista giuridico, considerato che ormai i figli si generano in qualunque modo anche con il progresso scientifico, sono calate vertiginosamente. Sono dati sempre più preoccupanti. L’adozione ad esempio andrebbe incentivata ed agevolata per chi desideri affrontare una adozione, sensibilizzando il nuovo genitore adottivo a comprendere ancor di più la complessità delle gestione di un rapporto con un figlio e le norme che regolano l’adozione stessa.

Tornando alla televisione sarebbe auspicabile affidare ad un buon conduttore (preferibilmente un giornalista) e non un “conducente” televisivo un programma che tocchi i temi della famiglia, qualunque essa sia, come istituzione da recuperare e rivalutare nel tessuto sociale ormai privo di qualsiasi valore fondamentale.

Forse resterebbe solo un sogno. I piani editoriali dei grandi broadcaster televisivi non permetterebbero mai di mettere in onda nei loro palinsesti un programma di servizio che non generi ascolti sostituendo gli attuali che vivono con trovate ricercate tra bestemmie, insulti e risse televisive indotte dagli autori e dai conduttori stessi per far fuori concorrenti di turno e creare di conseguenza audience e quindi gossip, e tutti gli annessi e connessi.

I dati di ascolto (non di gradimento) ormai sono il termometro del successo, l’unico parametro commerciale che può decretare la fine di un programma, ma anche a volte di chi lo conduce e ci sono vari casi dei cosiddetti “flop”, ma tra un flop e l’altro “a volte tornano” e il ciclo continua.

Ma il vento cambia e la speranza rimane di poter vedere dei contenuti migliori scritti da “nuove penne”.

Ma in conclusione diciamocelo un po’ francamente. Subiamo ormai da troppo tempo tutto passivamente e non sappiamo più usare quel fantastico oggetto che si chiama telecomando, ve lo ricordate?
Basta un tasto da premere alternatamente tra “on” e “off” e poi riflettere, leggere un buon libro e andare a dormire.
E forse qualche spazio in quarta serata si potrà trovare.

Cosa ci resta da scoprire ancora?

La preistoria e le varie ere glaciali dalle quali ripartire.

Tornate a trovarmi su questo blog: http://www.alessandrolopez.it

Termino questo articolo evocando una sigla storica la sigla di “Fine Trasmissioni Rai” un qualcosa di magico. Ricordo bene quelle note lontane che a molti facevano paura. A me non faceva paura. A cinquant’anni di distanza circa però mi emoziona risentirla sempre. Bei tempi!

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3 Risposte
  1. Davide

    Che piacere fare questo excursus televisivo.

    Ieri ne abbiamo parlato tanto di questo tema e meriterebbe di essere trattato anche in tv,come merita

    Gran bel blog

  2. Massimo

    Bravissimo Alessandro. Analisi a pieno azimut.Riflessioni attente e consapevoli della pericolosa direzione suggerita dalla bussola degli ascolti e degli interessi privati. Cambiano le esigenze di entrambi i generi umani a causa di modalità e stili di vita moderni.Sconosciuti entrano in casa, crescono i nostri figli godendosi la loro età più bella restituendoceli già grandi senza averli mai visti dare il primo calcio al pallone, sbucciarsi un ginocchio, sorridere ad un gatto. Assenze giustificate agli altri senza dubbio. Ma a noi? Il mondo corre, cambia e noi ci adegueremo come sempre. Resta la nostalgia di un mondo “antico” che ci dava una televisione piu educativa e meno strillata, le pastarelle da consumare tutti insieme a tavola la domenica mentre ci raccontavamo a voce momenti di crescita rotti da fragorose risate , il ritorno sorridente di Papà la sera, il tenero bacio della buonanotte di Mamma mentre ci rimboccava le coperte. In pratica, la famiglia che ho sempre conosciuto. Quella la cui definizione puoi trovarla solo vivendola e non sui vocabolari…Grazie Alessandro per avermelo fatto ricordare

    1. Caro Massimo le mie riflessioni come vedi non rimangono nella sfera personale ma ovviamente sfociano inevitabilmente in quella professionale che ritengo ormai di conoscere abbastanza e allora nasce una critica costruttiva non sterile e fine a se stessa. Ma mi lascio quella gustosa parentesi di un sognatore che spera in un futuro fatto di rapporti e cose diverse e migliori. Una maggiore qualità nel realizzare ogni progetto che deve nascere con la passione. Senza questi elementi rimarrà sempre tutto nella mediocrità costante. La nostalgia non ce la potrà togliere mai nessuno cine del resto i sogni. Un abbraccio.