INTERVISTA A FABIO FRIZZI. Cari lettori, eccoci tornati al mio appuntamento periodico con le interviste a personaggi dello spettacolo. Oggi ho l’onore di ospitare nel mio blog Il Maestro Fabio Frizzi.

Una bella immagine di Fabio

Un grande Artista, ma soprattutto un Amico. Ed anche di questo parleremo in questa intervista. La nostra amicizia che ha radici lontane. Le nostre rispettive famiglie infatti si sono incontrate tanti anni fa ed hanno proseguito in qualche modo a rimanere collegate artisticamente ed anche a livello personale.

Come sempre ho fatto nelle mie precedenti interviste, pur conoscendo Fabio da anni sono andato a fare delle approfondite ricerche per presentare in modo adeguato l’Artista Frizzi prima di porgli le mie domande.

Fabio Frizzi è nato a Bologna il 2 Luglio del 1951 ed  è un compositore e autore di colonne sonore italiano.

Fratello maggiore del compianto conduttore televisivo Fabrizio Frizzi, è uno dei collaboratori storici del regista Lucio Fulci. Per lui ha composto infatti le colonne sonore di film divenuti cult quali “Zombi 2”, “Paura nella città dei morti viventi” e “E tu vivrai nel terrore! L’aldilà.”

Nel 2003 Quentin Tarantino ha inserito nella colonna sonora del suo Kill Bill: Volume I un brano scritto da Fabio Frizzi (all’epoca nell’ambito del trio Bixio Frizzi Tempera) presente in “Sette note in nero”, diretto da Fulci nel 1977.

In veste di attore ha interpretato tre film: “Pensiero d’amore”, “Lacrime d’amore” e “Amore Formula 2”, fra il 1970 e il 1971.

Vediamo qualche nota biografica:

Fabio Frizzi iniziò a prendere lezioni di chitarra a 14 anni, quindi fondò un gruppo rock.

Nel 1975 arrivò il grande successo, grazie alla colonna sonora di Fantozzi. Nel 1976 compose insieme a Franco Bixio e Vince Tempera le musiche de Il secondo tragico Fantozzi. Con i suddetti compose, tra l’altro, le colonne sonore di Febbre da cavallo, per la regia di Steno, e I quattro dell’apocalisse, per la regia di Lucio Fulci. Nel 1979, proprio al’’inizio della sua carriera solistica, curò la colonna sonora dell’horror di Lucio Fulci Zombi 2.

Nel 2002, Frizzi tornò a collaborare con Bixio e Tempera in occasione della colonna sonora di Febbre da cavallo – La mandrakata, sequel di Febbre da cavallo diretto dal figlio di Steno, Carlo Vanzina.

Nel corso dei decenni ha anche curato la parte musicale in diverse trasmissioni televisive della Rai.

Uno dei progetti ai quali Fabio Frizzi è particolarmente legato è quello che so per citare perché ne abbiamo parlato molto ed ho seguito con molto interesse questo progetto che di seguito descrivo:

F2F – “Frizzi 2 Fulci”

Dopo una lunga fase di preparazione e riarrangiamento, nel 2012 Frizzi mette in scena il progetto musicale “F2F – Frizzi 2 Fulci”, “un’orchestra rock” formata da 8 elementi diretta dal maestro in cui vengono riproposte le colonne sonore che il maestro realizzò per i film horror diretti dal regista Lucio Fulci[2]. Lo spettacolo propone le suite riarrangiate ed eseguite dal vivo durante la proiezione degli spezzoni dei più importanti film del celebre regista tra cui Zombi 2, Luca Il Contrabbandiere, L’Aldilà, Sette Note In Nero, Paura Nella Città Dei Morti Viventi ed altre ancora. La band riceve consensi in Italia (con la partecipazione per due anni di seguito, nel 2013 e 2014, all’Italian Horror Fest[3]) e all’estero, registrando tutto esaurito agli spettacoli di Londra del 2013 alla Union Chapel e del 2014 al Barbican Theather e al Supermassive Festival di Helsinki sempre nello stesso anno.

Nell’ottobre del 2015 la band si sposta in America del Nord facendo tappa ad Austin, Los Angeles nello storico Grauman’s Egyptian Theatre nei pressi di Hollywood, San Francisco, Toronto e Filadelfia, poi nel novembre ad Aberystwith in Galles. La formazione vede il maestro Fabio Frizzi alle chitarre, ai synth e alla direzione, Roberto Fasciani al basso, Alessandro Errichetti e Riccardo Rocchi alle chitarre, Enrico Scopa e Alessio Contorni alle tastiere, Federico Tacchia alla batteria e alle percussioni e Giulietta Zanardi alla voce.

Fabio  vanta inoltre una filmografia fatta di tantissimi titoli che vado ad elencare:

Amore libero – Free Love, regia di Pier Ludovico Pavoni (1974)

Carambola, filotto… tutti in buca, regia di Ferdinando Baldi (1975)

Fantozzi, regia di Luciano Salce (1975)

Giro girotondo… con il sesso è bello il mondo, regia di Oscar Brazzi (1975)

I quattro dell’apocalisse, regia di Lucio Fulci (1975)

Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero: Dracula in Brianza, regia di Lucio Fulci (1975)

Vai gorilla, regia di Tonino Valerii (1975)

Get Mean, regia di Ferdinando Baldi (1975)

La peccatrice, regia di Pier Ludovico Pavoni (1975)

Le avventure e gli amori di Scaramouche, regia di Enzo G. Castellari (1976)

La fine dell’innocenza, regia di Massimo Dallamano (1976)

Il secondo tragico Fantozzi, regia di Luciano Salce (1976)

Geometra Prinetti selvaggiamente Osvaldo, regia di Ferdinando Baldi (1976)

Roma, l’altra faccia della violenza, regia di Marino Girolami (1976)

Tutti possono arricchire tranne i poveri, regia di Mauro Severino (1976)

Tutto suo padre, regia di Maurizio Lucidi (1976)

Febbre da cavallo, regia di Steno (1976)

L’ultima volta, regia di Aldo Lado (1976)

Pasión, regia di Tonino Ricci (1977)

Operazione Kappa: sparate a vista, regia di Luigi Petrini (1977)

Sette note in nero, regia di Lucio Fulci (1977)

La sorprendente eredità del tonto di mammà, regia di Roberto Bianchi Montero (1977)

Melodrammore, regia di Maurizio Costanzo (1977)

Godzilla il re dei mostri, regia di Luigi Cozzi, Ishirô Honda e Terry O. Morse (1977)

Delirio d’amore, regia di Tonino Ricci (1977)

Ring, regia di Luigi Petrini (1977)

Sella d’argento, regia di Lucio Fulci (1978)

Amanti miei, regia di Aldo Grimaldi (1979)

Zombi 2, regia di Lucio Fulci (1979)

Sette ragazze di classe, regia di Pedro Lazaga (1979)

Manaos, regia di Alberto Vázquez-Figueroa (1979)

Delitto in Via Teulada – film TV (1980)

Luca il contrabbandiere, regia di Lucio Fulci (1980)

Paura nella città dei morti viventi, regia di Lucio Fulci (1980)

Prestami tua moglie, regia di Giuliano Carnimeo (1980)

…E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, regia di Lucio Fulci (1981)

Carlotta, regia di Stefano Rolla (1981)

Vieni avanti cretino, regia di Luciano Salce (1982)

Manhattan Baby, regia di Lucio Fulci (1982)

Pieces, regia di Juan Piquer Simón (1982)

Giovani, belle… probabilmente ricche, regia di Michele Massimo Tarantini (1982)

Assassinio al cimitero etrusco, regia di Sergio Martino (1982)

La gorilla, regia di Romolo Guerrieri (1982)

Senza un attimo di respiro, regia di José María Sánchez Álvaro (1983)

Se tutto va bene siamo rovinati, regia di Sergio Martino (1983)

Delitto in Formula Uno, regia di Bruno Corbucci (1984)

Rolf, regia di Mario Siciliano (1984)

Blastfighter, regia di Lamberto Bava (1984)

Delitto al Blue Gay, regia di Bruno Corbucci (1984)

Shark: Rosso nell’oceano, regia di Lamberto Bava (1984)

Sensi, regia di Gabriele Lavia (1986)

Superfantagenio, regia di Bruno Corbucci (1986)

Un ponte per l’inferno, regia di Umberto Lenzi (1986)

Le volpi della notte – film TV (1986)

Tempi di guerra, regia di Umberto Lenzi (1987)

Immagina – film TV (1987)

Tentazione, regia di Sergio Bergonzelli (1987)

Classe di ferro – serie TV, 12 episodi (1989)

Un gatto nel cervello, regia di Lucio Fulci (1990)

Professione fantasma – serie TV (1998)

Non lasciamoci più – serie TV (1999)

Fantozzi 2000 – La clonazione, regia di Domenico Saverni (1999)

Zana, regia di Daniela Alviani e Corrado Lannaioli (2001)

Febbre da cavallo – La mandrakata, regia di Carlo Vanzina (2002)

Madre come te – film TV (2004)

Un ciclone in famiglia – serie TV (2005)

Il capitano – serie TV (2005)

Regina dei fiori – film TV (2005)

Il mondo è meraviglioso – film TV (2005)

Butta la luna – miniserie TV, 8 episodi (2006–2007)

Le ragazze di San Frediano – film TV (2007)

Per una notte d’amore – film TV (2008)

Una sera d’ottobre – film TV (2009)

Fratelli Benvenuti – serie TV, 1 episodio (2010)

La ragazza americana – film TV (2011)

House of Forbidden Secrets, regia di Todd Sheets (2013)

Abbraccialo per me, regia di Vittorio Sindoni (2016)

Puppet Master: The Littlest Reich, regia di Sonny Laguna e Tommy Wiklund (2018)

Nightmare Symphony, regia di Domiziano Cristopharo e Daniele Trani (2020) – Main Theme

Sono andato anche a consultare qualche statistica presente in rete sui suoi lavori, in particolare sui generi tra i più ricorrenti nei Film di cui ha composto colonne sonore e ve li vado ad elencare:

COMMEDIA: 38%

HORROR: 11%

DRAMMATICO: 10%

COMICO: 8%

Fabio e le sue immancabili chitarre

INTERVISTA A FABIO FRIZZI: Fatta questa debita premessa per conoscere l’Artista Fabio Frizzi passiamo all’intervista vera e propria. Innanzi tutto benvenuto Fabio nel mio blog, come lo definisco io un salotto comodo dove potersi accomodare e con pacatezza e una leggera musica soft, perchè no, comincio a farti delle domande.

ALESSANDRO:

La prima domanda è di rito. Dopo aver raccontato tanto di te, e devo dirti, che con la ricerca fatta pur conoscendo tanto di te e del tuo lavoro ho scoperto delle cose che non conoscevo o meglio che non avevo approfondito più di tanto e che mi hanno incuriosito. Fabio Frizzi Attore.

Ecco, come prima domanda vorrei proprio farti questa domanda: racconta questa tua esperienza di attore e come è nata.

FABIO:

Nel 1969, dopo la maturità classica, la passione per la musica e la speranza di farla diventare in qualche modo una professione ebbero uno scossone piuttosto forte: mio padre mi voleva avvocato e mi sono dovuto iscrivere alla facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma. Negli ultimi anni di liceo la mia vita musicale (e quella della mia band) si era rivolta ad un settore per così dire “sacro”.

In una piccola chiesa del quartiere Trionfale avevamo iniziato, con grande consenso di sacerdoti e fedeli, a suonare la famosa Messa Beat, un tipo di celebrazione che si avvaleva di un gruppo musicale e i momenti del rito erano scanditi con sonorità decisamente pop.

Qualche anno dopo Turchetto e Montanari, i produttori del primo musicarello interpretato da Mal dei Primitives “Pensiero d’amore”, avevano bisogno di una band che suonasse nel finale del film un “Gloria” per il matrimonio di Mal con la fidanzatina (interpretata da Silvia Dionisio).

Si ricordarono che per anni avevo interpretato qual repertorio e mi chiesero se fossi interessato. Radunai immediatamente il gruppo e accompagnammo la scena. Vollero darmi anche un piccolo ruolo per giustificare la mia presenza nel finale del film. E così anche nei due film successivi mi vollero con loro, come attore…

ALESSANDRO:

Caro Fabio, la tua carriera di compositore è costellata da grandissimi successi che ancora oggi sono un cult delle colonne sonore d’autore. Come è nata la tua passione per la musica?

FABIO:

Nella famiglia Frizzi la musica era una cosa importante, anche prima che arrivassi io. Papà Fulvio e zia Adriana avevano fatto parte di una corale a Bologna (voce di basso lui, di soprano lei). Nonna Adele, la loro mamma, era una grande esperta di opera lirica, avendo frequentato in gioventù, nei primi anni del ‘900 il teatro di Faenza. Insomma nel DNA un po’ di musica c’era dall’inizio.

A scuola, alle elementari, anche io facevo parte di un coro e spesso mi davano parti solistiche. La maestra aveva un duo, violino e pianoforte con suo marito e qualche volta mi invitavano a sentire le prove.
Quando a 14 anni dovetti interrompere per un periodo l’attività sportiva mio padre pensò che forse la musica mi avrebbe dato una mano. Cominciai a studiare chitarra e poi il resto si sa…

ALESSANDRO:

Parlando dei tanti film per i quali hai scritto note e temi memorabili, anche se comprendo sia difficile rispondere a questa domanda, a quale di questi sei particolarmente legato?

FABIO:

Questa è una domanda che mette in crisi tutti gli artisti, i creativi… Perché, come amo dire spesso, le colonne sonore sono come i figli, tutte diverse ma tutte amate. E non è proprio possibile rispondere. Ma in questi casi, anche per non deludere l’intervistatore, bisogna trovare una via d’uscita.

E allora si, c’è un lavoro che ha avuto un significato speciale nella mia vita, la musica che ho scritto per il film Fantozzi. Ero alle prime armi, con una voglia pazzesca di mettermi alla prova, di dimostrare innanzi tutto a me stesso di essere in grado di creare qualcosa di bello, qualcosa che potesse colpire l’immaginario del pubblico.

Ed è arrivato lui, il ragioniere più sfigato della terra, raccontato dal quel genio di Paolo Villaggio. In ogni fase della lavorazione, in compagnia di tanti numeri uno del cinema italiano, dal regista, Luciano Salce, agli sceneggiatori, Benvenuti e De Bernardi, l’entusiasmo e il divertimento crescevano. La mia Ballata di Fantozzi cominciò subito a suonare familiare.

Insomma, quando il film è uscito ha confermato tutte le mie sensazioni: eravamo di fronte a qualcosa di nuovo, di diverso e assolutamente forte. Il risultati al botteghino furono molto lusinghieri e cominciai a pensare che forse quello avrebbe potuto realmente essere la mia professione.

ALESSANDRO:

Nel corso della tua carriera hai certamente incontrato tanti personaggi, mi piacerebbe far leggere ai miei lettori qualche aneddoto, cosa mi racconti?

FABIO:

Ma, ce ne sono tante… E ogni giorno mi ricordo qualche momento dimenticato.
Il primo incontro con Paolo Villaggio, per esempio. Vado a casa sua per parlare della musica di Fantozzi e mi fa accomodare sulla poltrona floscia e impossibile, quella che usava nelle scene di Fracchia. Non sapevo come appoggiarmi, poi una grande risata ed eravamo già amici.

O la volta che Alberto Sordi accettò di venire ospite di una trasmissione che facevo per una delle prime radio private romane, Radio Antenna Musica. Arrivò con una cartelletta sotto braccio e dopo i primi convenevoli mi propose di interpretare lì, davanti a quel microfono quasi sperimentale (le radio private nel 1975 avevano un’utenza di qualche migliaio di ascoltatori) il suo repertorio radiofonico con cui aveva cominciato, subito dopo la guerra. Sordi amava la radio, da sempre, e quella sera con Mariopio e la Signorina Margherita facemmo un grande viaggio nella storia.

ALESSANDRO:

Mi hai più volte raccontato del tuo rapporto professionale con Lucio Fulci, i tanti film per i quali hai composto temi e colonne sonore e l’enorme rivalutazione attuale che questi film stanno avendo in territorio statunitense, tanto è vero che hai egregiamente portato in Tour il tuo spettacolo Frizzi 2 Fulci negli Stati Uniti. Mi piacerebbe che tu parlassi di questa bella esperienza. Come è nato il rapporto con Lucio Fulci e come ai tempi attuali si sono sviluppati i tuoi progetti legati a lui ed al suo ricordo così popolare negli States.

FABIO:

Fulci è stato un regista molto importante nella mia carriera di compositore. Cominciammo (con il trio) nel 1975 con “I Quattro dell’Apocalisse”, conclusi nel 1990 con “Un gatto nel cervello”. Quindici anni di collaborazione, quasi continuativa, in uno dei suoi periodi più belli. Avevo imparato tanto da Lucio e probabilmente avevo scritto per i suoi film alcune delle mie cose più belle.

Fin dalla nascita dei primi social media mi ero accorto che lui aveva tanto seguito nel mondo, in tutto il mondo, nonostante non fosse più tra noi. E che gli appassionati avevano per lui una forma di vera e propria venerazione. Cominciarono le riedizioni su Dvd di tanti dei suoi lavori e divenni un testimone utile a coloro che preparavano gli extra per quelle uscite. Ritrovai anche Antonella, sua figlia, e andai a rivedere quei dieci film e a riascoltare quelle musiche. Tante cose belle e un po’ impolverate nel ricordo.

Insomma mi resi conto che Fulci mi aveva lasciato una grande eredità artistica e cominciai a pensare ad uno spettacolo tributo. La sera di Halloween del 2013 alla Union Chapel di Londra è cominciata questa avventura. Il titolo in origine era “Frizzi 2 Fulci – A tribute to my friend Lucio”, poi si è semplificato fino a diventare spesso F2F.
Io sostengo che Fulci ha fan ovunque, anche nel più piccolo paesino della periferia del mondo.

E in effetti questo progetto che sta festeggiando i suoi 9 anni, ha portato me e la mia superband (spesso accompagnati da orchestra d’archi) in tantissimi posti, tutta l’Europa, Stati Uniti e Canada, persino il Libano dove abbiamo tenuto a battesimo nel settembre 2017 il Maskoon, il primo festival di cinema fantastico del mondo arabo.

E proprio la scorsa settimana, in questa timida e appassionata ripresa dopo due anni di Covid, siamo stati ospiti a Baltimora del Maryland Deathfest, il più importante appuntamento statunitense per gli appassionati di rock metal. Si, anche loro amano Lucio Fulci e le musiche che ho scritto per lui, un altro successo mozzafiato.

ALESSANDRO:

Altro sodalizio artistico che vorrei tu citassi è quello con Bixio e Tempera cosa desideri raccontarmi? Il tuo Gruppo rock della tua adolescenza sono cose che mi incuriosiscono molto.

FABIO:

Gli Scacchi sono stati l’inizio, dai 15 ai 20 anni, pura gioia. Compagni di scuola che trovano questo modo per stare insieme e coinvolgere gli altri amici. Una cosa che consiglierei ancora oggi agli adolescenti…

Bixio Frizzi Tempera invece è stato un sodalizio vero, importante, un gruppo di lavoro che ha dato, nei cinque anni di collaborazione, un’infinità di cose belle. È stata la mia vera gavetta, ho dato moltissimo ma ho anche imparato a fare il musicista, il compositore di colonne sonore.
Ricordi bellissimi, due amici che sono rimasti, insieme con me, la memoria di un periodo straordinario.

ALESSANDRO:

Passiamo a qualche fatto più personale che ci riguarda. Pur conoscendo la famiglia Lopez da anni or sono mi piacerebbe che tu riassumessi questi anni che ti hanno visto conoscere mio fratello Giorgio, poi Massimo, Stefano, Marcello ed infine il “cucciolo” di casa Alessandro. Cosa mi racconti? Aneddoti riferimenti, una risposta a schema libero.

FABIO:

Si, la vera complice di tutta questa lunga storia di famiglie fu proprio la Messa Beat. Come sai la piccola chiesa di San Luigi si trova nel quartiere dove la famiglia Lopez viveva e cresceva in quagli anni. E i tuoi genitori erano fra i frequentatori assidui della messa di domenica a mezzogiorno, quella che ci vedeva artefici musicali.

Era un vero spettacolo fatto di fede, di forti complicità, anche nella forma del rito abbastanza originale rispetto alle celebrazioni tradizionali. E tutti quelli che venivano a partecipare, anche solo per curiosità, difficilmente non tornavano la settimana dopo. Il venerdî e la domenica mattina sul presto riunivo il mio gruppo (oltre a me Lorenzo al basso, Francesco alla tastiera e Gigi alla batteria) per provare i brani che avremmo suonato nella Messa.

Qualche ragazzo del quartiere conosceva queste nostre abitudini e cominciò a frequntare le prove. Fra questi un tipo simpatico e secco secco, che si chiamava Massimo. Diventammo amici e dopo un po’ di tempo mi disse che quella coppia di cui parlavo prima, gli assidui frequentatori, erano i suoi genitori.

Giorgio lo avevo conosciuto un po’ di tempo prima, all’inizio del mio gruppo, quando eravamo andati in un’altra chiesa lí vicino, la Parrocchia di San Francesco, per cercare una sala prove. Lui cominciava ad occuparsi di teatro e i nostri discorsi appassionati erano solo il lontano prologo a quelle che sarebbero diventate le nostre carriere artistiche.

Insomma l’amicizia Frizzi – Lopez parte da molto lontano. Ci ritrovammo dopo tanto tempo quasi per caso io e Massimo e da lí in poi ho conosciuto uno dopo l’altro gli altri membri della famiglia: il fratellino Alessandro J, poi Stefano e Marcello. Insomma storie in un certo senso parallele, piene di comuni interessi soprattutto artistici e di molto affetto.

ALESSANDRO:

Il 10 Agosto mio fratello Giorgio ci ha lasciato, tu che lo hai conosciuto ancor prima di Massimo vorrei che gli dedicassi un ricordo.

FABIO:

Lo so, una data che nella mia vita ha avuto valenze decisamente positive si è tinta di un colore terribile. Ci siamo incontrati mille volte sul lavoro, ci siamo sempre stimati e apprezzati umanamente. Quando penso a Giorgio rivedo il ragazzo quasi ventenne che mi venne incontro nei locali di quella Parrocchia, facendosi carico dei miei problemi di giovane leader di un complesso appena nato, e inondandomi dei suoi freschi entusiasmi per un’arte e una professione che amava già profondamente. Ecco penso che nonostante se ne sia andato troppo presto Giorgio sia stata una di quelle persone che sono vissute nel segno della propria passione. Può sembrare una considerazione vuota e banale, ma credo che questo sia il desiderio di tutti coloro che calpestano il pianeta Terra.

ALESSANDRO:

E poi il nostro incontro professionale che in qualche modo ha fatto nascere un sodalizio durato diversi anni con tante produzioni Televisive e Teatrali che vado ad elencare non tutte ma quelle che ritengo più significative:

“Massimo Ascolto”, il famoso programma andato in onda su RaiDue scritto dal comune amico Giovanni Benincasa.

“I guastafeste” con Massimo Lopez e Luca Barbareschi, e Larua Freddi e Cristina Quaranta dove tu avevi un’orchestra in studio che ha accompagnato tutte le puntate del programma ideato e scritto dalla nostra comune amica Fatma Ruffini. Una vera avventura fatta di trasferte, prove interminabili, ma ci siamo divertiti sicuramente divertiti.

“Professione Fantasma” produzione di cui ho parlato con le mie precedenti interviste con Edy Angelillo e Marzia Ubaldi, dove tu hai fatto uno splendido lavoro nel confezionare sigla, temi e colonna sonora della serie televisiva andata in onda su Italia 1 per la Regia di Vittorio De Sisti

“La strana Coppia” di Neil Simon con Massimo Lopez e Tullio Solenghi prodotta da me per Stemal dove tu hai curato tutte le musiche di scena. Uno spettacolo andato in scena per due lunghe stagioni 20 anni fa sold out in tutta Italia.

Ecco Fabio per ciascuna di queste produzioni mi piacerebbe che tu raccontassi qualcosa. In particolare su “La Strana Coppia” vorrei sapere, perchè in realtà non lo so, se è stata la prima volta che ti sei cimentato a comporre delle musiche di scena oppure no.

FABIO:

Ho scritto tante cose per il teatro e per il balletto. Ma certo “La Strana Coppia” con Massimo e Tullio è stata una cosa speciale. La piece è straordinaria e loro erano perfetti, sincronizzati nei loro ruoli come una macchina. L’ispirazione è stata molto forte e alcuni dei brani come “Casa ordinata” che era l’inizio del secondo tempo e il tema dell’amicizia li ho sempre mentalmente con me.

“Professione Fantasma” è stato un altro bel momento, antesignano di un lungo periodo di fiction televisiva che sarebbe arrivato di lí a poco. E tu sei stato straordinario nel caldeggiare la mia candidatura.

“I guastafeste” un altro periodo divertente, ipercinetico fra Milano e Roma, con mille ricordi e aneddoti. Una gran bella trasmissione con tutto live, musica, balletti, ospiti… che bella la televisione senza rete.

E per ultimo il primo, “Massimo Ascolto”, una geniale idea che metteva in luce le qualità surreali di Massimo e anche le grandi complicità sul palco.

Quando si ricomincia?

ALESSANDRO:

Sappiamo bene, essendo entrambi dei professionisti del settore, che nella televisione sono molto importanti le sigle di testa e di coda, gli stacchi e tanto altro. Oggi la televisione è cambiata molto, l’uso delle sigle è ormai ridotto a pochi secondi ma tu hai scritto tante sigle e creato tanti stacchi musicali notissimi al pubblico televisivo. Mi piacerebbe che li elencassi e che parlassi come sono nate le ispirazioni per comporre questa musica.

FABIO:

Beh, due anni di Cervelloni, con Paolo Bonolis, Carramba con Raffaella Carrà, due anni di Chi tiriamo in ballo con Sabani e poi tante puntate speciali con Baudo, la Venier, Costanzo, e chissà quante altre cose…

Si, le sigle erano importanti nel varietà, nella fiction, in tutta l’offerta televisiva. Oggi più che mai, forse per il timore dello zapping, la musica introduttiva, quando c’è deve essere breve, essenziale.

Me ne vengono in mente tante, ma qui ti racconto brevemente la storia dell’unica sigla che da più di trent’anni tiene ancora orgogliosamente la sua posizione: I FATTI VOSTRI.

Il 3 dicembre 1990 Michele Guardí dava inizio alla lunga saga della Piazza, dove cose allegre e tristi si inseguono in un racconto quotidiano prima di pranzo. Lui aveva sentito proprio in televisione un motivetto grazioso e molto nazionalpopolare, in stile volutamente rotiano. Lo avevo scritto io per lo spot della partecipazione dalla RAI a Cannes, dove presentava i suoi film.

La struttura che me lo aveva richiesto diede a Guardí la possibilità di commissionarmene una nuova versione. È nata cosí BLA BLA BLA che ci tiene compagnia tutti i giorni da tanto tempo. E della quale sono molto orgoglioso.

ALESSANDRO:

Il 26 Ottobre 2020 è stato pubblicato dall’editore Graphofeel il tuo libro “Backstage di un compositore”. Cito la descrizione:

“Dall’autore della colonna sonora di Fantozzi, una autobiografia musicale, appassionata e sincera, che ci conduce per mano nel magico mondo della moviola, raccontandoci come nascono i temi musicali dei film.Prefazione di Vincenzo Mollica:”Ogni musicista quando compone e quando suona ha una missione principale: regalare emozioni, fare battere il cuore in sintonia con un sentimento frutto autentico dell’avventura umana. Questo percorso non prevede trucchi o inganni ma ha bisogno solo di una limpida sincerità che è la vera essenza di ogni opera d’arte che merita di essere vissuta”.

So che la creatività nasce spontanea e quando si ha desiderio di raccontarsi. Ecco appunto, come è nato questo tuo desiderio di raccontare te stesso ai lettori.

FABIO:

Anche se non sembra a prima vista una certa timidezza fa parte della mia natura. E anche se è piacevole quando si è con amici e parenti avere l’occasione di raccontarsi ho spesso tentato di smorzare in me questa tendenza.

Ma nei nove anni di Frizzi 2 Fulci abbiamo viaggiato tanto, le prove con i miei musicisti sono state innumerevoli e il racconto della mia vita di lavoro, della mia passione sfrenata per la musica era una specie di autobiografia raccontata che loro apprezzavano.

Poi è arrivato il Covid, anche se l’idea si stava materializzando in me da un po’. Il computer è diventato una specie di confessionale e le storie sono sgorgate una dopo l’altra.

Alla mia età è stata anche l’occasione di fare un bilancio vero e proprio dei tanti lustri passati a suonare, a scrivere, a crescere professionalmente e umanamente.

Insomma, sono piuttosto fiero di questo “Backstage di un compositore” che presto vedrà la luce in diverse altre lingue, Inglese, Francese, Spagnolo e Tedesco.

ALESSANDRO

Nel tuo libro racconti anche dell’immenso interprete del ragioniere più famoso d’Italia,quel Paolo Villaggio spesso additato come burbero e scostante del quale,invece,fornisci una immagine molto diversa da questa narrazione. Raccontami un po’ di qualche passo del tuo libro su tale tema.

FABIO:

Si, Paolo Villaggio è stato un’altra persona centrale nella mia esperienza. E, nonostante sia stato raccontato negli anni della sua maturità come un tipo difficile, io credo di avere avuto il privilegio di viverlo nei suoi momenti migliori, quelli in cui il suo destino prendeva il sopravvento, portandolo senza scorciatoie sulla strada del successo definitivo. I nostri primi incontri, la giornata in studio per interpretare la Ballata, me lo hanno fatto conoscere come una persona discreta, misurata e piacevole.

ALESSANDRO:

Da tempo, con tua moglie Francesca hai creato una bella scuola di musica. Octopus Music Factory, Un tuo progetto che ho avuto l’onore di seguire dalle sue prime fasi. Una bella missione per insegnare la musica e scoprire in questo modo nuovi talenti. Un concetto, quello di “Factory” che è esattamente come l’ho sempre inteso sia nella mia attività di management mettendo a disposizione dei miei clienti e non solo corsi di doppiaggio, recitazione, dizione e varie masterclass periodiche, che tanto servono a chi vuole affacciarsi al nostro mondo dello spettacolo. Cosa mi racconti di questa esperienza e che sviluppi ha avuto?

FABIO:

Era nata come il modo migliore per condividere qualcosa con Francesca. Avevo sempre insegnato, parallelamente alla mia attività di compositore e direttore d’orchestra, mi piace insegnare. Octopus è nata cosî, 23 anni fa, un piccolo gioco familiare, due aule, il mio home studio nella terza stanza. Poi, nel tempo, Francesca ha rivelato grande capacità manageriale e negli ultimi dieci anni Octopus Music Factory è diventata un bel riferimento culturale nel nostro quartiere a Roma. Un luogo di incontro, di ascolto, di condivisione.

Dopo aver letto la tua risposta invito i miei lettori a visitare il sito della tua scuola per maggiori informazioni: https://www.octopusmusic.it/

ALESSANDRO:

Ci siamo visti di recente proprio a casa mia, quando sei venuto a trovarmi a sorpresa dopo il mio incidente in moto. Ormai è cosa pubblica perchè ho fatto dei post sui miei social dove ho scritto cosa mi è successo il 2 Maggio scorso. In questa occasione di piacevole incontro dopo diverso tempo ci siamo raccontati parecchie cose e mi piacerebbe domandarti a tal proposito quali saranno i tuoi prossimi impegni professionali che hai in previsione per il futuro.

FABIO:

La mia vita è sempre stata caotica, come quella, credo, di ogni artista. Quindi tanti progetti, musicali e non, live e in studio di registrazione, ogni mattina la mia scrivania mi aspetta, incandescente.

Fra le cose belle, a medio termine, il 31 ottobre, Halloween, sarò alla Union Chapel di Londra dove è iniziata l’avventura Frizzi 2 Fulci per festeggiare il nono anniversario con un repertorio vecchio e nuovo, la mia band e una orchestra d’archi londinese.

A novembre saremo anche al teatro di Namur, mezz’ora da Bruxelles, per portare questo progetto per la prima volta in terra Belga.
Poi c’è l’America che ci aspetta per un nuovo Composer’s Cut su uno dei film culto di Fulci, Zombi 2: LP in uscita in primavera e un bel tour east e west coasts…

Ah, sta per uscire anche un lavoro discografico per la Cadabra Records dedicato alla colonna sonora che ho scritto su un lavoro grafico iconico firmato negli anni ’70 da Jodorowski e Moebius, “Les Yeux du Chat”, il raffinato disegno e la musica si uniscono per raccontare una affascinante horror story.

ALESSANDRO

In famiglia siete cresciuti immersi nel cinema grazie a papà Fulvio (storico produttore cinematografico); ciononostante egli stesso non era propenso ad una carriera nel mondo dello spettacolo di voi figli. Come vi siete conciliati,su questo aspetto ?

FABIO

Ci vuole pazienza, poi le buone intenzioni e il buonsenso vengono fuori. Penso che nostro padre sia stato il primo tifoso delle nostre attività.

ALESSANDRO

C’è una figura importante nella tua ascesa professionale; Vittorio Sindoni. Parlami del vostro incontro

FABIO:

Vittorio Sindoni, un altro pezzo da 90 nella mia esistenza. Ci conoscemmo all’inizio, quando avevo 22 e tanta voglia di fare. Le musiche per una serie di comiche finali, scritte a quattro mani con Franco Bixio. Poi ci siamo persi di vista, come capita…

28 anni dopo lui stava dirigendo la fiction interpretata da Fabrizio, l’avvocato divorzista ma conciliatore di “Non lasciamoci più”. E anche noi ci siamo ritrovati e non ci siamo lasciati più per moltissimi anni.

Per lui ho scritto tante colonne sonore di fiction importanti, “Butta la Luna”, “Il capitano”, “Le ragazze di Sanfrediano”… Una quindicina di anni di lavoro serrato. Oggi siamo rimasti grandi amici. Praticamente una persona di famiglia.

ALESSANDRO

Sei stato impegnato con Riccardo Rocchi nello spettacolo di Vincenzo Mollica che ripercorre la sua vita,con un occhio particolare alla sua difficile condizione di salute. Che emozioni suscita mettere in note questo percorso ?

FABIO:

Vincenzo Mollica è un grande! Grande giornalista ma anche grande uomo e amico. Uno che sa raccontare meglio di chiunque altro. I suoi 40 anni al TG1 lo hanno messo in contatto con tutta la storia culturale italiana, cinema, musica, poesia, insomma tutto. E i suoi racconti, che si alternano ai miei, sono sempre affascinanti ed esilaranti. Fellini, Mastroianni, De Andrè, Alda Merini, Sordi, Enzo Biagi, insomma una carrellata di aneddoti gustosi, profondi e divertenti. Sul palco ci diamo la parola per tuffarci nelle storie di una bella Italia, di cui entrambi andiamo orgogliosi. Con Riccardo mi occupo anche delle fughe musicali che fanno da punteggiatura. Mi diverto moltissimo e non vedo l’ora che ci sia la prossima data!

ALESSANDRO:

Ci siamo visti di recente proprio a casa mia, quando sei venuto a trovarmi a sorpresa dopo il mio incidente in moto. Ormai è cosa pubblica perchè ho fatto dei post sui miei social dove ho scritto cosa mi è successo il 2 Maggio scorso. In questa occasione di piacevole incontro dopo diverso tempo ci siamo raccontati parecchie cose e mi piacerebbe domandarti a tal proposito quali saranno i tuoi prossimi impegni professionali che hai in previsione per il futuro.

FABIO:

La mia vita è sempre stata caotica, come quella, credo, di ogni artista. Quindi tanti progetti, musicali e non, live e in studio di registrazione, ogni mattina la mia scrivania mi aspetta, incandescente.

Fra le cose belle, a medio termine, il 31 ottobre, Halloween, sarò alla Union Chapel di Londra dove è iniziata l’avventura Frizzi 2 Fulci per festeggiare il nono anniversario con un repertorio vecchio e nuovo, la mia band e una orchestra d’archi londinese.

A novembre saremo anche al teatro di Namur, mezz’ora da Bruxelles, per portare questo progetto per la prima volta in terra Belga.
Poi c’è l’America che ci aspetta per un nuovo Composer’s Cut su uno dei film culto di Fulci, Zombi 2: LP in uscita in primavera e un bel tour east e west coasts…

Ah, sta per uscire anche un lavoro discografico per la Cadabra Records dedicato alla colonna sonora che ho scritto su un lavoro grafico iconico firmato negli anni ’70 da Jodorowski e Moebius, “Les Yeux du Chat”, il raffinato disegno e la musica si uniscono per raccontare una affascinante horror story.

1ALESSANDRO

In famiglia siete cresciuti immersi nel cinema grazie a papà Fulvio (storico produttore cinematografico); ciononostante egli stesso non era propenso ad una carriera nel mondo dello spettacolo di voi figli. Come vi siete conciliati,su questo aspetto ?

FABIO

Ci vuole pazienza, poi le buone intenzioni e il buonsenso vengono fuori. Penso che nostro padre sia stato il primo tifoso delle nostre attività.

ALESSANDRO

C’è una figura importante nella tua ascesa professionale; Vittorio Sindoni.

Parlami del vostro incontro

FABIO:

Vittorio Sindoni, un altro pezzo da 90 nella mia esistenza. Ci conoscemmo all’inizio, quando avevo 22 e tanta voglia di fare. Le musiche per una serie di comiche finali, scritte a quattro mani con Franco Bixio. Poi ci siamo persi di vista, come capita…

28 anni dopo lui stava dirigendo la fiction interpretata da Fabrizio, l’avvocato divorzista ma conciliatore di “Non lasciamoci più”. E anche noi ci siamo ritrovati e non ci siamo lasciati più per moltissimi anni.

Per lui ho scritto tante colonne sonore di fiction importanti, “Butta la Luna”, “Il capitano”, “Le ragazze di Sanfrediano”… Una quindicina di anni di lavoro serrato. Oggi siamo rimasti grandi amici. Praticamente una persona di famiglia. ALESSANDRO

Sei stato impegnato con Riccardo Rocchi nello spettacolo di Vincenzo Mollica che ripercorre la sua vita,con un occhio particolare alla sua difficile condizione di salute. Che emozioni suscita mettere in note questo percorso ?

FABIO:

Vincenzo Mollica è un grande! Grande giornalista ma anche grande uomo e amico. Uno che sa raccontare meglio di chiunque altro. I suoi 40 anni al TG1 lo hanno messo in contatto con tutta la storia culturale italiana, cinema, musica, poesia, insomma tutto. E i suoi racconti, che si alternano ai miei, sono sempre affascinanti ed esilaranti. Fellini, Mastroianni, De Andrè, Alda Merini, Sordi, Enzo Biagi, insomma una carrellata di aneddoti gustosi, profondi e divertenti. Sul palco ci diamo la parola per tuffarci nelle storie di una bella Italia, di cui entrambi andiamo orgogliosi. Con Riccardo mi occupo anche delle fughe musicali che fanno da punteggiatura. Mi diverto moltissimo e non vedo l’ora che ci sia la prossima data!

Caro Fabio, ti ringrazio per avermi concesso questa intervista e dedicato un po’ del tuo tempo prezioso per me. Ti auguro ogni bene possibile e tanti successi per le tue nuove avventure.

Ci rivediamo presto in sala di incisione!

E per concludere e farti una sorpresa, spero gradita pubblico la sigla di una Fiction che ha segnato una pagina per Massimo Lopez nella storia delle serie televisive di alta qualità eccola per te.

Con immutati affetto e stima, con amicizia.

Alessandro

Tornate a visitare il mio Blog per le prossime interviste: http://www.alessandropez.it

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2 Risposte
  1. Davide

    Seguo le attività del Maestro Frizzi,essendo estimatore della sua arte e conoscendo personalmente Riccardo Rocchi; questa è la migliore intervista mai realizzata ad un personaggio tanto talentuoso quanto riservato,per suo stile.

    Gli aneddoti riguardanti la sinergia tra le vostre famiglie e l’inizio del percorso nella chiesa sono delle chicche

    Un piacere leggere. Un saluto

    1. Caro Davide grazie per il tuo commento. Soprattutto perché li fai direttamente qui nel blog come chiedo sempre ai miei lettori. Sui social non riesco ad ottenere lo stesso risultato è tutti commentano suo commenti del post in cui condivido l’articolo. Non capiscono che io sui social non rispondo perché preferisco articolare una risposta e tenere traccia del gradimento o meno dei miei articoli . Un contatto più diretto con il lettore. Come accade con te che hai apprezzato anche in questo caso ciò che ho scritto. Un abbraccio Alessandro