Filosofia del motociclista: centauro sulle strade e nella vita

La psicologia del motociclista è piuttosto contorta. Il motociclista è un esibizionista, edonista, individualista, un po’ eccentrico. E quindi la moto diventa la sua esternazione di personalità e carattere, diventa il prolungamento del suo cervello”.

La passione per la moto nasce molto presto e, se vi è la possibilità, si inizia a viaggiare su strada già da molto giovani e si percepisce l’emozione che solo la moto può donare a chi la cavalca.

Essere appassionati di moto non è però solo una passione, è uno stile di vita, un modo di vivere, un modo di sognare ad occhi aperti…molto aperti. Ed è assolutamente necessario!

Talvolta questa passione si eredita, altre volte parte da se stessi e dall’esigenza di assaporare la libertà che può dare una semplice passeggiata in un percorso misto.

E’ bene distinguere due categorie di motociclisti: coloro che utilizzano la moto come semplice mezzo di trasporto e coloro che considerano la moto una vera e propria compagna di vita. Ovviamente la mia prima compagna è Rossella, mia moglie dal 1997 (che non è una moto n.d.r. e che se lo fosse la chiamerei “Crossella”), ma subito dopo nel 2007, avendo però in adolescenza sempre usato mezzi a due ruote, alla soglia dei miei 43 anni ho deciso di passare ad una moto seria da strada: la mia sfavillante ed ancora perfettamente performante BMW RT 1200 rigorosamente Grigia Argento. Oggi, dopo aver ceduto questa moto a mio fratello Stefano ne possiedo un’altra, una BMW K1600 GT. Sempre una moto da strada con eccezionali prestazioni.

Quindi coltivo questa passione dal 2007 e per me viaggiare in moto nei periodi di vacanza e nei fine settimana o anche nelle singole gite domenicali rappresenta una forma di ricarica costante, come un cavo collegato ad una batteria della moto che in modo costante e senza sovraccarico di tensione mantiene il voltaggio.

Guido sempre in sicurezza e rispettando i limiti di velocità nei paesi che visito costantemente sia in Italia che in Europa. In questi anni sono stato a Monaco di Baviera, attraversando tutte le colline bavaresi che attraversano distese infinite con campi coltivati perfettamente e dentro il mio casco riesco a sentire i profumi di ogni terra che attraverso.

Ho visitato il campo di concentramento di Dachau (200.000 prigionieri e circa 41.500 deceduti nel periodo dal Marzo 1933 ad Aprile del 1945). Il campo, come del resto tutti i campi di concentramento, sterminio e lavoro della Germania e della Polonia si trova immerso in una foresta, nascosto dalla vista aerea; strategicamente tutti i campi di concentramento, di sterminio e lavoro venivano costruiti in questi luoghi per evitare che potessero essere osservati da aerei spia statunitensi o russi, che invece poi nel tempo li individuarono fino a liberare di molti deportati. I campi in questione furono trovati comunque sempre distrutti dagli stessi tedeschi prima di abbandonarli, per evitare di lasciare tracce degli scempi perpetrati alla popolazione Ebraica e non solo.

Ho visitato proprio l’anno scorso anche il campo di concentramento, sterminio e lavoro di Auschwitz (400.000 prigionieri e circa 1.100.000 deceduti) sempre in una posizione simile. Ho parcheggiato la moto ed ho fatto una fila di 2 ore alla biglietteria ed una volta acquistato il biglietto sono entrato dal noto ingresso da cui entravano i lunghi convogli con vagoni di legno sigillati in cui venivano stipati all’interno centinaia di deportati.

Già all’entrata ho avuto un autentico pugno nello stomaco nel vedere questo binario infinito che arrivava fino al confine del recinto opposto all’ingresso, e nascosto dagli alberi della foresta adiacente, dove si trovano ai lati le camere gas.

Ho preferito dotarmi di una guida che parlasse in italiano per meglio comprendere tutte le tappe della visita. Era possibile a detta della guida fare fotografie solo in alcuni luoghi, ma sinceramente ho spento il mio telefono e non ho fatto nemmeno una foto perché mi sembrava di profanare un luogo dove la vita umana ha avuto il valore di un granello di polvere, quella che è ancora sotto le pietre delle camere a gas distrutte dalle SS prima di abbandonare il campo liberato dall’esercito Russo.

Non mi dilungo oltre, perché sto scrivendo un articolo che parla di libertà in moto e profumi della natura, li si respira solo odore di morte, odio, sadismo e violenza. Mi è stato raccontato che alcuni visitatori tedeschi si fingono stranieri parlando in inglese per la vergogna che ancora oggi hanno nei confronti di tutte le popolazioni che sono state rinchiuse e trucidate in quei campi.

Terminata la visita, nel viaggio di ritorno in Italia ho deciso di fare un percorso totalmente diverso per riprendermi dallo shock pianificando percorsi panoramici per distendere di nuovo la mia mente turbata.

Ho deciso di percorrere la Strada Alpina del Grossglockner, con i suoi 48 chilometri e 36 tornanti, è considerata la strada panoramica più bella d’Europa. Molto divertente guidare, sempre con estrema prudenza, nei tornanti in salita e in discesa, sfruttando il freno motore ed evitando di scalare troppo frequentemente le marce.

Il clou è un’escursione individuale al Kaiser-Franz-Josefs-Höhe (2369 m) che si trova proprio ai piedi del Großglockner (3.798 m), la montagna più alta dell’Austria. Qui i visitatori hanno una magnifica vista sulle vette dei tremila metri e sul Pasterze, il ghiacciaio più lungo delle Alpi orientali.

La Strada Alpina del Grossglockner attraversa il Parco Nazionale Alti Tauri, una delle più grandi riserve naturali dell’Europa centrale. Marmotte, caprioli, camosci, grifoni e aquile reali, sono cinque delle circa 10.000 specie di animali che trovano un habitat naturale e sicuro nel Parco Nazionale Alti Tauri. In questo alto paesaggio alpino cresce anche una varietà unica di fiori e piante rare.

In una delle vette ho fatto una pausa pasto con pranzo al sacco stendendomi per mezz’ora di riposo sotto al sole, sulla sella della mia RT 1200 appoggiando la testa sul bauletto posteriore.

Successivamente sono sceso a valle ed ho proseguito fino al Valico del Brennero, per poi proseguire ancora alla volta di Corvara in Badia nella provincia di Bolzano in Alta Badia. Sono uscito al casello di Chiusa in Val Gardena sulla A22 del Brennero ed ho percorso tutta la Strada Statale 49 che corre a fianco del fiume Rienzo per poi svoltare sulla Strada Statale 244 alla volta di Corvara in Badia. Anche quello è un bel percorso in salita fatto di tornanti che durante la stagione estiva si colorano di verde intenso con abeti secolari che si stagliano nel celo azzurro.

Mi sono fermato all’Hotel Tablè di Corvara dove ho trascorso due notti coccolato dallo Staff quasi come se fossi nella mia casa in Alta Badia http://www.table.it

Consiglio vivamente di predisporre un itinerario che comprenda una sosta anche in questa ottima struttura alberghiera gustando i noti Canederli, piatto tipico Tirolese.

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3 Risposte
    1. Caro Cugino, mi fa molto piacere leggere il tuo commento sul mio blog. Ne farò ancora di descrizioni del genere perché andrò dal 3 al 7 luglio 2019 al raduno BMW di Garmish in Baviera dove ci sono strade incredibili da percorrere in mezzo distese infinite di verde con aria frizzante e collinare l’itinerario è già impostato sul mio navigatore e saremo in 6 mio ad andare in carovana tutti insieme. Da 4 anni non facevo questo giro e quindi mi fa particolarmente piacere farlo quest’anno per i motivi che ben conosci.
      Spero che tu un giorno possa condividere l’esperienza di possedere una moto magari propio una bella BMW da strada anche usata una RT 1200 come la mia ad esempio che ho ceduto a mio fratello Stefano perché la sua aveva percorso ormai molti chilometri, ma c he manterrà comunque sempre attiva e funzionante perchè ormai moto d’epoca. A presto rileggerti qui sui miei blog e condividi con in tuoi amici di Afar commentare gli articoli per hè molti per timidezza o pensare di disturbarmi non scrivono e non esprimono il loro pensiero. Io volutamente ho lasciato aperto questo spazio non solo per complimenti ma anche per appunti e critiche qualora dovessi urtare la suscettibilità di qualcuno su quello che scrivo. Rispondo a tutti senza distinzione. Devo solo avere il tempo di farlo perchè conduco un’azienda di Produzione e Management di artisti più scrivo per il Teatro e per la Televisione e anche su questo sito per i miei blog. Sono aiutato da una valida redazione che mi indica gli argomenti da trattare di volta in volta secondo le tendenze del momento e le recensioni da fare per alcuni eventi e/po spettacoli ai quali vengo spesso invitato per osservare. Quindi tutti voi che leggete i miei blog frequenti non esitate a lasciare il vostro commento. Grazie a te Fulvio e a tutti voi per l’attenzione che prestate a ciò che scrivo.