CREDO E VINCO! Una Storia, un Motto, uno stile di vita / 2 Cari lettori, Caro Gian Luca, eccoci giunti al secondo appuntamento con il Blog dedicato al nostro 82° Reggimento Fanteria Torino. Una appassionante nuova avventura, per ricordare e seguire tutto il percorso storico del nostro glorioso Reggimento.
Nel precedente articolo, ho aperto con un cappello iniziale per far comprendere ai lettori come è nato questo progetto editoriale e quindi non sono qui a ricordare questo, piuttosto rinnovo l’invito ad alcune Case Editrici che possano leggere questi episodi di verificare se nelle loro collane possano esserci degli spazi per pubblicare un libro dopo che l’intero progetto editoriale sarà completamente pubblicato sul mio sito.
Un progetto, che merita a mio avviso di essere premiato dall’editoria italiana in quanto racconta storie vere e certamente non romanzate da chi ha vissuto sul campo operativamente nei tempi moderni del Reggimento in vari teatri operativi ed ha avuto l’amore e la cura di realizzare un racconto con documenti storici, immagini e video che nei prossimi articoli saranno pubblicati.
Nel contempo mi sono venute altre idee per arricchire questo Blog con Artisti che si sono resi disponibili a collaborare con me in quanto appassionati nella lettura, soprattutto tra le righe, delle descrizioni meticolose e curate di tutto questo manoscritto. Artisti che con la loro sensibilità hanno colto le sfumature, hanno inquadrato il contesto storico e soprattutto hanno compreso quanto sia importante, soprattutto oggi, far emergere tutti i valori che questa rubrica come altre che ho realizzato ha evidenziato.
Fatta questa doverosa premessa, ringrazio ancora l’Amico di sempre Gian Luca Giovannini per aver messo a mia disposizione questo prezioso materiale ed entro nel vivo del nuovo episodio di CREDO E VINCO! Una Storia, Un Motto, uno stile di vita /2.
CENNI STORICI
LE ORIGINI E PRIMI ANNI DI ATTIVITÀ DEL REGGIMENTO
l’82° Reggimento fanteria si costituisce in TORINO il 1° Novembre 1884. In quella stessa città, da cui i soldati d’ITALIA mossi da un indomito spirito patriottico iniziano quella guerra di redenzione che, dopo tre quarti di secolo, doveva portare al glorioso epilogo di Vittorio Veneto.
La costituzione avviene in ottemperanza alla legge 29 giugno 1882 ed in applicazione del Regio Decreto del 4 settembre 1884.
A formare l’82° fanteria concorrono, con tre compagnie ciascuno, i Reggimenti 26°, 56°, 58° e 60°.
Ed il nome glorioso della Città è affidato inizialmente alla Brigata di cui fa parte sia l’81° che l’82° fanteria, facendo così rivivere il nome e le gesta di un reggimento dell’antico Esercito Sardo. Per l’appunto, il Reggimento detto “TORINO” che, costituito nel 1714 ad AVIGLIANA con uomini reclutati nelle province di TORINO e SUSA, prende parte in POLONIA alla campagna per la successione di FRANCIA (1733 – 1735, alla campagna per la successione d’AUSTRIA contro SPAGNA e FRANCIA (1742 – 1748) ed infine alle campagne del 1799 – 1800 e del 1815 contro la FRANCIA.
Con una nota gentile, ma permeata di fervido patriottismo, le Dame piemontesi vogliono che la Bandiera del Reggimento, benedetta in una commovente cerimonia nella Chiesa della Gran Madre di Dio in Torino, sia accolta dalle loro mani, in segno di quell’amore che lega in modo indissolubile la Nazione all’Esercito.

Il primo Comandante di Reggimento è il Col. CADOLINI Cav. Achille. Mantiene il proprio incarico fino al 1885. Nello stesso anno il Reggimento si trasferisce di guarnigione a COMO. Solo dieci anni dopo il Reggimento viene trasferito nuovamente nella città di CASERTA.
Con la ricostituzione del 1° novembre 1884 ha storicamente inizio la vita di uno dei più gloriosi e decorati Reggimenti di Fanteria dell’Esercito Italiano.
Dagli spalti di MACALLÈ alle Ambe di ADUA, dalle trincee di HENNI all’oasi di ZANZUR, dalle cime delle DOLOMITI alle doline del CARSO ed alle rive dell’ISONZO e del PIAVE, dalla DALMAZIA alle rive del DNIEPER, alle steppe di DONETZK e del DON, alla VENEZIA GIULIA, nel corso di quattro guerre, il valore e la fedeltà dei Fanti dell’82° Reggimento rifulge in modo esemplare, estrinsecandosi in gloria e sangue.







Iniziamo, quindi, questo Nostro cammino rivivendo, anche se in forma letteraria, la storia, le vicende e le gesta eroiche di questo Reggimento, di questa Unità che ha tanto contribuito a far grande il nome dell’ITALIA e contribuisce nell’assicurare la stabilità, la libertà e la pace in campo internazionale.
LA 1^ GUERRA D’AFRICA (1893 – 1896)
Nel primo periodo di vita del Reggimento non si annoverano avvenimenti di rilievo ma, momenti in cui la Nazione avrebbe chiamato il Reggimento a scrivere una delle più belle e nobili pagine della storia militare italiana, stanno per arrivare.
Nel 1895, infatti, il Reggimento ha già inviato in Africa, a più riprese, circa 300 uomini, quali complementi (oggi forse propriamente detti “augmentees”) del contingente nazionale là dislocato.
Già in questo primo confronto i Fanti dell’82° fanno vedere di quale stoffa siano fatti. Infatti, sui campi di ABBA – GARIMA, nel marzo del 1896, questi valorosi sono tra coloro che affrontando le soverchianti schiere abissine ed immolando le loro giovani vite per la grandezza della Patria, ricevono il battesimo del fuoco. Sarà un battesimo di guerra e di gloria in nome del loro Reggimento.
Su tutti si erge la figura del Ten. Col. Giuseppe GALLIANO, l’eroe di MACALLE’.

Ufficiale di spicco, purissima figura di eroe, due volte decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, il cui ricordo è indelebilmente legato all’eroica difesa del forte di MACALLE’; difesa condotta così eroicamente tanto da meritare l’onore delle armi da parte dei vincitori.
Lasciò la vita nella epica giornata di ADUA.
Con il Ten. Col. GALLIANO, unitamente alle centinaia di caduti delle ambe abissine, inizia la tradizione africana dell’82° Reggimento Fanteria “TORINO”.
IL TERREMOTO CALABRO – SICULO
L’anno 1898 vede il Reggimento dislocato a NOCERA INFERIORE.
La permanenza nella città campana è però di breve durata tanto che nel 1900 l’82° viene nuovamente trasferito a FANO per rimanervi fino al 1907, anno in cui raggiunge la guarnigione di ROMA.
Nel 1908 il Reggimento è quindi chiamato a portare soccorso alle popolazioni di REGGIO CALABRIA e MESSINA colpite da un immane disastro tellurico.
Nell’occasione, la Bandiera del Reggimento viene decorata di una Medaglia d’Argento di benemerenza a riconoscenza dell’impegno profuso a favore della popolazione dai gloriosi e generosi Fanti dell’82°.
LA GUERRA DI LIBIA
E’ l’anno 1911 e nuovi venti di guerra iniziano a farsi sentire. E’ la Guerra di LIBIA.
Il 9 ottobre 1911 il Reggimento, completato nei suoi organici da rinforzi ottenuti dall’81° Fanteria e da altri reparti, si imbarca a NAPOLI alla volta della LIBIA, ricevendo l’augurale saluto da parte di S.M. il Re Vittorio Emanuele III in persona.
Dopo 3 giorni di navigazione l’82° Reggimento Fanteria sbarca a TRIPOLI.
Per il Reggimento inizia subito un periodo d’intensa attività operativa culminato nelle sanguinose giornate del 23 e 26 Ottobre 1911 in occasione della rivolta degli arabi.
In tali giornate il Reggimento, al comando del Col. Achille BORGHI, coopera efficacemente alla sconfitta del nemico, portando valido e decisivo aiuto all’11° Bersaglieri ed all’84° Fanteria.
I fatti d’arme di SCIARA – SCIAT ed HENNI saranno momenti memorabili nella storia del Reggimento nonostante i combattimenti costino all’Unità perdite ingenti (circa 500 morti e varie centinaia di feriti).
Per questi fatti d’arme e per il comportamento dei Fanti dell’82° la bandiera del Reggimento viene decorata della sua prima Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Ma per il Reggimento il compito non è ancora finito.
Nuova gloria ed onore stanno per arrivare per i mirabili Fanti dell’82°.
Ecco che il “TORINO” viene impegnato nei combattimenti ad AIN – ZARA (4 dicembre 1911), a ZANZUR (8 giugno 1912), a GARGARESC (20 giugno 1912) ed infine a SIDI BILAL (20 settembre 1912) dove scrive una delle più belle pagine della sua storia, tenendo testa per sei ore agli arabo turchi che, decimati, sono costretti, loro malgrado, a ripiegare.
Firmata la “pace di LOSANNA”, il Reggimento rimane ancora in LIBIA entrando a far parte della I^ Divisione Speciale. Nelle fila della I^ Divisione Speciale prende parte attiva alle operazioni, difficili e cruente, su ZAVIA e sul GEBEL.
Nei primi giorni di marzo del 1913 ha luogo la ribellione di EL BARUNI a seguito della quale il 23 marzo il Reggimento attacca il nemico a ASSABA e quindi a MONTERUS BIANCO per giungere in ultimo a NALUT.
La Bandiera dell’82° ed il I battaglione sono così l’unica Bandiera dell’Esercito e l’unico nucleo di Fanteria di linea a giungere fino al confine tunisino.
Il periodo che segue è un periodo che vede il Reggimento impegnato in opere di ricostruzione e quindi relativamente calmo.
Il 1° Settembre 1914, dopo circa 3 anni di guerra sul suolo africano, il Reggimento lascia la LIBIA e rientra in Patria.
LA 1^ GUERRA MONDIALE
1915. La vita del Reggimento non è destinata ad essere pervasa dalla tranquillità. Infatti, ormai alle soglie del nuovo anno, il 1915, dense e cupe nuvole si stanno addensando all’orizzonte e nuovi venti di guerra iniziano a spirare. Venti che coinvolgeranno un numero sempre maggiore di contendenti tanto da dare via al primo conflitto mondiale.
Nel mese di maggio del 1915 la B. “TORINO” (81°e 82° Reggimento) muove dalla sua sede stanziale di ROMA alla volta delle DOLOMITI per giungere dopo numerose tappe (CONEGLIANO, SUSEGANA, V. VENETO, FORNO DI ZOLDO, LONGARONE, MARESON, STAULANZA e FORNAZA) nella regione dell’Alto CORDEVOLE.
Qui, il Reggimento si schiera nel tratto LARZONEI – M.te PORE’, mettendosi alle dipendenze della 17^ Divisione.
Il 15 giugno i Fanti del “TORINO” iniziano i combattimenti ed occupano il Castello di BUCHENSTEIN mentre il giorno successivo, 16 giugno, capitola la cittadina di ANRAZ.

Nel mese di luglio inizia l’azione offensiva per la conquista della cortina M.te SETTSASS -M.te SIEF.
Ma è nella conquista di q. 2060 che vengono allo scoperto il valore e l’eroismo propri dei Fanti del “TORINO”. Il 16 luglio, dopo aspri e sanguinosi combattimenti che costano al Reggimento un cospicuo numero di caduti la quota tanto contesa e causa di tante sofferenze, è sotto il completo controllo delle truppe italiane (81° e 82°).
Gli scontri, con successi alterni da parte dei contendenti, si protraggono per tutta l’estate e l’autunno. Alla metà del mese di Ottobre, a prezzo di notevoli sacrifici, i nostri valorosi Fanti sono a contatto dei primi reticolati nemici. Un momento per riordinare le idee e, agli inizi di Novembre, l’azione riprende più intensa e aspra di prima. I Reparti della “TORINO” superano il primo ordine dei reticolati ma la violenta reazione nemica non permette di penetrare nella prima linea nemica.
Arriva però l’inverno, il primo inverno di guerra.
Con il sopraggiungere della stagione invernale, se da un lato le operazioni vengono sospese dall’altro inizia, per i nostri combattenti, un periodo di grandi disagi a causa dell’altitudine (2000 mt), della mancanza di adeguati ricoveri per il personale e di un equipaggiamento adeguato a fronteggiare temperature così basse.
La Brigata perde in questo primo periodo di guerra circa 400 uomini di truppa e 34 Ufficiali.
Ma, se l’intrepido ardire di quei valorosi non è coronato dalla riuscita dell’azione, l’82° Reggimento può, comunque, annoverare, in quelle giornate, la gloria di numerosi eroi.
Un simbolo fra tanti: la Medaglia d’Oro concessa “alla memoria” del S.Ten. Alberto VERDINOIS, per i ripetuti attacchi di eroismo compiuti e per la tenacia e la “fede” dimostrata nell’adempimento del dovere; nonché altre Medaglie d’Argento a graduati e soldati, fra i quali citiamo: il Ten. Vincenzo VISELLI, il Serg. Magg. Salvatore CARIGLIANO, l’Aspirante Giulio DE ANGELIS ed il Fante Cesare TAGLIAFERRO.

1916. Con l’arrivo della primavera si riprendono le ostilità ed il Reggimento viene impegnato nuovamente, nel mese di maggio, nell’attacco della cortina SIEF-SETTSAS e della selletta del SASSO di STRIA.
I risultati, ancora una volta per la strenua difesa degli avversari, per il preciso fuoco di artiglieria e per i reticolati, sono scarsi fino a che il 21 maggio dopo un ultimo assalto i Fanti del “TORINO”, nonostante si siano ricoperti di valore e gloria, sono costretti a ripiegare sulle posizioni di partenza.
Alla fine di Maggio una nuova violenta e sanguinosa offensiva consente la conquista delle posizioni e delle trincee di M.te SIEF, la così detta “Piramide Nevosa”. Ma non vi è nè il tempo di festeggiare né tanto meno quello di tirare il fiato. Poco dopo, infatti, un violentissimo contrattacco costringe alla ritirata ed al conseguente frettoloso abbandono delle tanto sudate posizioni.

Si giunge al mese di Settembre.
Due Battaglioni, I’81° e IV/82°, si uniscono ai Reparti del gruppo battaglioni “Giuseppe GARIBALDI” per operare nel settore M.te MARMOLADA – M.te COSTABELLA in previsione delle azioni offensive che vedranno l’investimento delle forti posizioni di Cima di COSTABELLA e della CAMPAGNUZZA.
La B. “TORINO” passa alle dipendenze della 18^ Divisione ed il resto del 1916 trascorre in relativa calma.
1917. Nel Marzo del 1917, dopo aspri e cruenti combattimenti, vengono conquistate le posizioni di Cima COSTABELLA. Con ripetute azioni offensive, che si protraggono fino all’agosto dello stesso anno il nemico cerca di riconquistare le posizioni perdute. Lo sforzo nemico è violento e tale che la notte sul 14 Agosto, a seguito di un intensissimo fuoco di preparazione da parte dell’artiglieria ed a prezzo di ingenti perdite riesce a riconquistare una parte della posizione.
Dopo oltre due anni di aspri combattimenti, di sacrifici e di comportamenti eroici sulla fronte Dolomitica, il 28 Agosto inizia, per il Reggimento, il trasferimento alla volta del Fronte del Carso.
Il Reggimento si raccoglie a SANTA MARIA LA LONGA, e qui inizia un intenso periodo d’addestramento.

In Ottobre il periodo d’addestramento finisce ed il giorno 17 dello stesso mese, la B. “TORINO”, con i suoi due Reggimenti di fanteria, entra in linea sul tratto di fronte: VIPACCO – VOLKOWNIAK, alle dipendenze della 31^ Divisione. In particolare, l’82° Reggimento fanteria è schierato sul VOLKOWNIAK.
Il 24 Ottobre si scatena l’offensiva nemica sulla Fronte Giulia ed il Reggimento nello stesso giorno e nei successivi respinge gli attacchi del nemico. La lotta è cruenta e senza risparmio di colpi da ambo le parti. Ognuno dei due contendenti non vuole minimamente mollare ed in molti casi gli scontri si concludono con violenti combattimenti corpo a corpo.
Nonostante tutto, il nemico riesce a rompere in più punti la fascia dei reticolati e tenta di sfondare la prima linea (Trincea SPARZAPANI).
I Fanti dell’82° impavidi fra tanta rovina di morte, resistono, vedono cadere inesorabilmente i propri compagni, ma non si smarriscono e sono infiniti gli episodi di puro eroismo riportati dalle cronache e dai diari di guerra.
In queste giornate di sangue e di gloria, il Reggimento scrive, ancora una volta, pagine indimenticabili di valore, di sacrificio e di eroismo.
Nonostante che la tenacia resistenza dei Fanti del “TORINO” riesca a contenere gli attacchi e la progressione nemica, tenuto conto che la pressione avversaria è sensibilmente disunita, la situazione generale consiglia, la sera del 27 Ottobre, di iniziare un ripiegamento che viene svolto secondo quanto stabilito dai piani ed in perfetto ordine dando prova di saldezza morale, di una precisa e chiara azione di Comando e controllo e di un perfetto addestramento.
Il Reggimento passa il fiume ISONZO in corrispondenza del Ponte di PETEANO e, transitando per ROMANS d’ISONZO, continua il suo ripiegamento alla volta del fiume TAGLIAMENTO.

L’82° passa il TAGLIAMENTO in corrispondenza del ponte di CASARSA DELLA DELIZIA ed il 7 novembre è sul fiume PIAVE, il Fiume Sacro alla Patria. Successivamente, il Reggimento passa alle dipendenze della 14^ Divisione.
I Fanti dell’82°, a questo punto delle operazioni, si trasferiscono a CARBONERA per riordinarsi. Il Reggimento giunge a CARBONERA in situazioni generali non ottimali, soprattutto per quanto attiene il morale. Però, dopo un breve periodo di riposa e, avuti i complementi (un migliaio di complementi ed un battaglione di “ragazzi del ‘99”) e le armi necessarie, i Nostri Fanti del 82° sono pronti a tornare, nuovamente, in combattimento.
In Novembre inizia nuovamente l’azione offensiva del nemico.
La pressione ha il suo centro di spinta nel settore montano in quanto strategicamente più importante. Una caduta del GRAPPA e degli Altipiani, infatti, renderebbe impossibile la difesa sulla linea del PIAVE.
Il 12 novembre anche sulla linea del Basso PIAVE riprende, con furia, l’attacco, tanto che protetto dal fuoco di artiglieria il nemico passa il fiume ed occupa l’ansa di ZENSON. La tenace reazione italiana e dei Nostri valorosi Fanti del “TORINO” gli impedisce però la progressione.
Tutto il fronte, malgrado la forte ed implacabile pressione nemica, resiste tenacemente.
Il giorno 16 Novembre, dopo che il nemico riesce a forzare il PIAVE a FOLINA ed a FAGARE’, l’82° riceve l’ordine di prepararsi per essere trasportato sulla linea del fronte quale ultimo Reggimento di cui la 3^ Armata dispone.
Dopo alcune ore il Reggimento è schierato nella zona di ROVARE’.
I combattimenti, però, volgono a nostro favore tanto che il nemico viene respinto ed il Reggimento, senza combattere, la notte del 26 Novembre, prende il suo posto sulla linea del fronte del PIAVE nel settore di CANDELU’.

Nonostante i lavori di rafforzamento siano già a buon punto, l’82° deve, lavorando di giorno e di notte, completare e perfezionare quanto già in parte fatto.
Ai primi di Dicembre, il 3 ed il 4, la battaglia si riaccende cruenta sull’Altopiano di ASIAGO, ma nei giorni seguenti, causa l’accanita resistenza delle nostre truppe, l’offensiva si indebolisce a tal punto che la caduta del settore montano non appare più un problema.

Contemporaneamente, però, la pressione sul PIAVE, per evitare un travaso di Forze da un settore ad un altro, aumenta di giorno in giorno. Nonostante questo, in una calma relativa e per l’occasione forse irreale, la vigilia di Natale, l’82° viene rilevato sulla linea del fronte.
Il reggimento chiude il 1917 in TREVISO.
Fra il 24 ottobre ed il 7 novembre il Reggimento perde circa la metà dei propri effettivi, tra morti, feriti e dispersi. Fra i purissimi eroi che cadono sul campo nell’adempimento del loro dovere si annoverano: il Comandante del III battaglione (Magg. Eugenio BARDIN), il Capitano Mario BRUGNER, l’Aspirante Gino SCACCIOTTI, i F.ti Emanuele TARICO e Emanuele CABRAZ; questi ultimi decorati di Medaglia d’Argento al Valor Militare. Ma si erge su tutti l’eroica figura del Capitano Alessandro CASALI da PIACENZA che, benchè tre volte ferito e colpito, rifiuta per ben tre volte di abbandonare la posizione, finchè, colpito a morte, cede la posizione tanto contesa.
1918. Agli inizi di Gennaio, il Reggimento rientra al fronte in corrispondenza di BREDA di PIAVE.
Il 15 gennaio sostituisce una Brigata Bombardieri nel settore di SALETTO, ma dopo circa 10 giorni riceve il cambio dal 1° Granatieri. Contestualmente riceve l’avviso di essere destinato a CAVAZUCCHERINA.

Dopo una lunga marcia notturna, con temperature molto rigide, il Reggimento, attraversando San BIAGIO di COLLALTA e San MICHELE, raggiunge MESTRE e MARGHERA.
Quindi, con rinnovato vigore entra in linea sul fiume SILE tra CA’ del NEGRO – SALLI – CAVAZUCCHERINA, e nella zona CASALE sul SILE – ZERMAN.
Nel Febbraio, S.M. il Re, accompagnato da Re Alberto, visita il Reggimento.
Ai primi di Marzo, l’82° riceve il cambio e si trasferisce in accantonamento nella località di CAVALLINO dove può dedicare tempo per affinare il proprio addestramento.
Nella primavera l’82° è schierato nuovamente sul fronte. E’ nel settore del fiume SILE. Le condizioni atmosferiche inclementi non permettono una vita facile al personale, ovunque è fango e le trincee ed i camminamenti sono simili a ruscelli.
Il Reggimento per la particolare conformazione del terreno non può sistemarsi a difesa realizzando, come si confà, uno schieramento continuo e profondo. Al contrario, deve organizzarsi in robusti ed organizzati capisaldi, alternando la difesa statica ad azioni offensive effettuate da Unità di piccola entità numerica che, infiltrandosi oltre le linee nemiche, effettuano colpi di mano, gittamento di passerelle, eccetera.
Nel tratto di fronte, circa 20 km., che va da Capo SILE (escluso) al mare, è schierata la 4^ Divisione (Comandante Gen. VIORA)
che comprende:
- B. “TORINO”;
- III B. Bersaglieri;
- Rgt. di Marina;
- 41° rgt. art. da campagna;
- 31° Raggruppamento da assedio;
- n. 1 Gruppo di bombarde;
- Btg. Zappatori del genio;
- n. 2 Btg. R.G. di Finanza;
- n. 2 Btg. di M.T. con compiti di vigilanza costiera.
L’82°, di questo ampio fronte, tiene la parte sinistra e più precisamente il tratto a sud di CAVAZUCCHERINA, da SALSI ad IDROVORA dei SALSI.

Nei pressi di Ca GHISA il Reggimento ha schierato alle proprie dipendenze (oggi si direbbe “orientato a favore”) un gruppo di cannoni da 102 mm, più, su alcuni pontoni della Marina, alcune batterie di cannoni nel canale che va da PONTE del CAVALLINO, per LIO MAGGIORE, alla Palude MAGGIORE.
Le salmerie sono a LIO MAGGIORE dove è schierato anche un Reparto di sussistenza. Tutti i rifornimenti, dai materiali di rafforzamento, ai viveri, alle munizioni affluiscono sul fronte per via d’acqua.
Nonostante l’intensa azione di guerra psicologica condotta dal nemico, il morale delle nostre truppe è saldo.
Dai primi del mese di Febbraio, l’82°, quindi, si trova a presidiare inizialmente la linea del CAVETTA, la testa di ponte di CAVAZUCCHERINA e la linea del SILE a SALSI sin quasi a Capo SILE. Tutto ciò permette di assicurare la protezione di VENEZIA con particolare riferimento al margine nord-orientale della sua laguna.

L’andamento del fiume SILE è contraddistinto da ampie anse di discrete dimensioni, alcune particolarmente interessanti ai fini della difesa: Ca LUNGA e Palazzo BRAZZA’.
L’ampiezza del fiume, la cui corrente è quasi inesistente, è di circa 20 -25 mt, con una profondità media di 7-8 mt. e con rive completamente ricoperte di vegetazione palustre.
A sud-ovest della riva destra del SILE, fra il fiume e le lagune di PESCHIERA VECCHIA, del PANTANO, di BRUSODI, di lago di MESSA di NOTTE e di DRAGAJESOLO si può notare una sottile striscia di terra emersa di ampiezza media di circa 250 mt.
L‘argine rettilineo che segna il margine della laguna, fino alla località di TORRE CALIGO, è detto: argine di San MARCO.
L’82° tiene questa linea, e cioè tra la testa di ponte di Capo SILE ed il canale di BOVA CITTADINA.

Di fronte, le posizioni nemiche. Posizioni che si riducono solo all’unica linea che corre lungo la riva del SILE, con appostamenti ricavati nelle scarpate degli argini.
Il Reggimento ha, inoltre, la responsabilità della posizione “Sezione Folgore” che da Ca PASSI arriva fino a SALSI, circa 8, 5 Km.
L’intera sezione non permette, data la sua esigua profondità, di schierare le Forze con un adeguato scaglionamento sulla fronte al punto che la prima linea è a contatto con i Rincalzi. I capisaldi più fortemente organizzati sono: Ca PASSI, TORRE CALIGO e SALSI.
Nel frattempo, il nemico imbaldanzito dai precedenti successi, nonostante la crisi in cui versa l’esercito sia sempre più evidente, si prepara a sferrare l’azione finale e risolutiva. La BATTAGLIA DEL PIAVE è imminente e l’ITALIA, ancora ignara, va incontro al proprio destino di gloria.
Ma soprattutto non sa o forse, non immagina che si sta giocando il tutto per tutto. In palio c’è la propria libertà e tutto sta nelle mai dei Nostri combattenti.
Ed ecco che lo splendido spirito italico viene fuori.
In un momento tragico ed importante come questo, in questo gesto estremo, tutti i combattenti italiani, indistintamente, si uniscono in un’unica schiera compatta per assicurare la libertà del Sacro suolo della Patria.
L’82°, in questa gara di solidarietà, di compattezza patriottica, d’eroismo e di sacrificio, scrive una mobilissima ed indimenticabile pagina della sua storia.
LA BATTAGLIA DEL PIAVE
1^ Fase. L’attraversamento del fiume SILE
A metà del mese di Giugno il nemico inizia la sua azione offensiva con particolare veemenza su Capo SILE, MUSILE e San DONA’.
Il posto Comando di Reggimento, a Ca GHISA, viene raggiunto da colpi di artiglieria che, cadendo fortunatamente nei pressi, non arrecano danni di rilievo.
Verso le ore 12.00 circa del 15 Giugno, il Comando del III/82° comunica che la contigua 61^ Divisione, nella zona di Capo SILE, è costretta a ripiegare.
Contemporaneamente una compagnia del 225° rimane isolata e, malgrado gli sforzi fatti dalle pattuglie del 82° per ristabilire un contatto, non si riesce nell’intento.
La Divisione assegna, allora, il controllo del tratto di fronte che ha ceduto (Capo SILE – PIOMBISE – MEZZO TAGLIO) al nostro III/82 sostituito, a sua volta, nelle posizioni precedentemente occupate dal II/82.
Il tutto avviene entro la mezzanotte sotto un violento fuoco di artiglieria con impiego anche di granate a gas.
Anche il Comando di Reggimento si sposta a Ca ORTICHE. Tenuto conto che si prevede la prosecuzione dei combattimenti, senza sosta, anche all’indomani viene distribuita ai Fanti una razione viveri di carne, pane, caffè ed acqua sufficiente. Si sta combattendo strenuamente da 24 ore consecutive.
Alle 01.00 del 16 giugno il III/82, su tre colonne, inizia il suo movimento:
1^ colonna, lungo l’argine del SILE con obiettivo l’imbocco del canale del TAGLIO nel SILE;
2^ colonna, lungo l’argine San MARCO verso PESCHIERA NUOVA;
3^ colonna, lungo l’argine dell’Arco Celeste con obiettivo il fronte da MEZZO TAGLIO a PIOMBISE.
Frattanto il Battaglione di rincalzo (I/82), dislocato a CASONETTI, si porta presso il caposaldo di TORRE CALIGO, al centro del dispositivo reggimentale.
Tutta la manovra si svolge senza intoppi di particolare rilievo o gravità e la mattina del 16 l’82° ha ricucito, ha ristabilito l’integrità della linea del fronte con particolari effetti benefici sul morale del personale.
Però, l’82° viene a trovarsi schierato su una fronte troppo estesa, da MEZZO TAGLIO a SALSI (circa 15 Km) e soprattutto inizia a farsi sentire, fortemente, la stanchezza.
La notte del 18 Giugno, il nemico inizia un intenso fuoco di preparazione e si appresta ad attraversare con barchini il SILE e, successivamente, ad investire le nostre posizioni all’altezza di Capo SILE.
Il nemico grazie al preciso fuoco dei Nostri Fanti è ricacciato sugli argini da cui era partito tanto baldanzoso.
Il 19 e 20 Giugno, sono giornate caratterizzate da attività di disturbo.
Il 21 Giugno il Reggimento conduce un audace colpo di mano verso C. JANNA e riesce a catturare una cinquantina di Ussari con relative armi e materiali da trincea. Alle 23.00 del 21 giugno, 2 plotoni del I/82 riescono a passare il SILE e costituiscono una piccola testa di ponte. Al mattino del 22 Giugno il I/82 (1^ e 3^ compagnia fucilieri, I° Arditi, 910^ Compagnia Mitragliatrici) attacca le posizioni nemiche riportando notevoli successi.
Il tratto di Casa MASSOCCO, Casa DIANA ed il Canal PESCARONE è ben presto, in mano italiana.
Alle ore 10.00 circa, il tratto IDROVORA CASSANI – Canal FRANCESCATO è in mano ai nostri meravigliosi Fanti del 82°.
Per questa valorosa azione il fonogramma n. 3122 del Comando Divisione recita:
“…. Nel complesso delle operazioni ritengo doveroso segnalare come degno di particolare menzione l’82° fanteria per azione decisa et avveduta che condusse a rapida rioccupazione striscia emersa destra SILE et TAGLIO SILE et MEZZO TAGLIO; per concorso fornito in azioni dimostrative et nel completare verso occidente occupazione striscia emersa sinistra SILE fra Ca DIANA e CANAL FRANCESCATO. Generale VIORA”.
Tutto il 22 Giugno vede l’ampliamento delle posizioni sulla terra emersa alla sinistra del SILE.
Il II/82 occupa il tratto Canal FRANCESCATO – BOVE VECCHIA.
I successi hanno alzato il morale della truppa alle stelle ed anche la stanchezza inizia a farsi sentire di meno e la si sopporta meglio.
All’alba del 24 giugno viene passato il SILE e nonostante un violento contrattacco da parte del nemico, l’avanzata riprende al punto che il 25 giugno l’occupazione della sinistra del SILE è completata.
Il primo sistema difensivo austriaco da CAVAZUCCHERINA a Capo SILE è saldamente in mano italiana. Tutto ciò grazie all’ordine ed allo spirito ardito dei Nostri Fanti che nella notte del 21 giugno hanno aperto la via.
Le perdite dopo questi primi 10 giorni di combattimenti sono:
n. 250 ricoverati in Ospedale per ferite e/o malattie;
n. 39 morti in combattimento;
n. 13 dispersi,
per un totale di 302 uomini.
Parimenti l’81° sulla linea del MEOLOVALLIO resiste con pari valore alle azioni incalzanti e pressanti dell’avversario. Schierato fin dal mese di giugno lungo la linea MEOLOVALLIO nel tratto compreso tra CA’ MALIPIERO, CA’ BELLESINE e CANALE delle PERTICHE contiene la spinta offensiva del nemico fino a che il 25 giugno, incalzando il nemico in ripiegamento, tutto il reparto riesce a schierarsi sul PIAVE assumendo la responsabilità del tratto FOSSALTA – PALUDELLO.
Nell’azione il II/81°, davanti alle PORTE del TAGLIO, riesce a catturare un battaglione austriaco con 500 uomini e nello stesso tempo respinge i numerosi contrattacchi nemici.
2^ Fase. Al PIAVE
Arriva l’estate, l’ultima estate di guerra e si provvede ad un riordino generale delle posizioni e dei reparti.
Alla ripresa delle ostilità l’82° deve effettuare la sua azione controffensiva impiegando piccole Unità, non avendo la possibilità di manovrare causa gli spazi ristretti. Tali azioni hanno lo scopo di infiltrarsi tra le posizioni nemiche ed appoggiare le azioni condotte da altri Reparti provenienti da Capo SILE e per l’argine dei PIRANI.
Il Reggimento è schierato su I e II/82, VII di R.G. di finanza e III/82 in riserva a CAVAZUCCHERINA. Il battaglione complementare della B. “TORINO” è tra Ca ALTA e TORRE CALIGO.
Ogni Battaglione ha di fronte a se una ampia zona allagata e per questo motivo vengono distribuite delle imbarcazioni dette “Zemole” oltre ai barconi armati della Regia Marina.
Il primo obiettivo da raggiungere da parte delle pattuglie di infiltrazione è la BOVA FAVARETO, al limite nord della zona allagata.

Alle 03,30 del 2 Luglio si scatena l’inferno sui Reparti nemici mentre le pattuglie dei Fanti dell’82°, utilizzando sia le zemole che le passerelle gettate nottetempo dal 12° Btg. genio in corrispondenza di CHIESANUOVA, iniziano l’attacco.
Nonostante il fuoco di preparazione, la resistenza avversaria è accanita e le sorti dei combattimenti sono alterne.
A fronte dei risultati positivi riportati a località QUATTRO CASE, C. MOLINATO e C. BUMELIANA, il 154° non riesce a superare la resistenza in località Case PIRANI e le pattuglie del 82°, malgrado i notevoli ed eroici sforzi, non riescono ad avere successi degni di nota sulla BOVA FAVARETO. Solo in quella giornata l’82° conta 28 morti e 149 feriti.
Le ingenti perdite e gli scarsi successi portano il Comando a rivedere le tattiche d’assalto, abbandonando le imbarcazioni, le zemole, e ricorrendo, invece, ad un movimento appiedato sugli argini, molto più lento e faticoso, ma certamente più sicuro.
Il Reggimento contiene le perdite ma non riesce, nonostante gli sforzi immani, a raggiungere risultati apprezzabili.
Il giorno 3 Luglio trascorre tra combattimenti accanitissimi ma, nel tratto centrale del fronte della 4^ Divisione, nel settore del 18° Bersaglieri, il fronte nemico è spezzato in due tronconi.
Il 4 Luglio, la battaglia continua asprissima e l’82° continua nella sua azione.
Una pattuglia del II/82, su zemole, comandata dall’Aspirante LOLLI, raggiunge Case TORRETTO e colta di sorpresa viene catturata. Un componente della pattuglia riesce però a sfuggire all’agguato e riesce a darne notizia al proprio Comando.
Contemporaneamente, un’altra pattuglia riesce, invece, dopo aspri combattimenti, a conquistare C. BARI CAVAI di fronte al caposaldo nemico di C. JANNA.
In questo giorno il nemico riesce a segnare punti a suo favore riuscendo a fermare l’avanzata italiana a CORTELLAZZO, CHIESANUOVA e Case PIRANI.
Per il 5 Luglio tutti pensano ad una ripresa di azioni offensive da parte del nemico.
Ed è così. La giornata è caratterizzata da scontri durissimi ma l’avversario non riesce a passare la linea difensiva italiana.
L’82°, in particolare, impegna fortemente l’avversario su C. JANNA ed enuclea pattuglie su PASSERELLA di SOTTO che non permette l’avanzata sugli argini del Canal ROSA.
Durante la notte sul 6 Luglio, il nemico non riesce più a contenere la pressione italiana e si sfalda.
Il I/82 passa PASSERELLA di SOTTO e dirige direttamente al PIAVE NUOVO in direzione di AGENZIA SACCA; il II/82 segue il movimento del I/82 impedito nel movimento e nella manovra dalla zona allagata; il VII di finanza resta fermo sulle posizioni di Case PIRANI.
A questo punto, per evitare dei frammischiamenti pericolosi di Forze tra la B. “TORINO” e la B. “BISAGNO” , il I/82 viene dirottato per C. di MURO su Case PIRANI, il II/82 si porta immediatamente per Case PIRANI al PIAVE NUOVO nel tratto compreso tra SCUOLE di PIAVE NUOVO e C. ABBONDANZA, il VII di finanza si ferma e si attesta a C. di CANAL CALMO.
Alla sera del 6 Luglio , al termine della Battaglia del PIAVE, l’82° ed il VII di finanza sono schierati sulle seguenti posizioni:
II/82, al PIAVE NUOVO da SCUOLE di PIAVE NUOVO a q.5 di C. ABBONDANZA;
VII di finanza, Case di CANAL CALMO;
I/82, con il Comando di Reggimento a Case PIRANI;
III/82 a CAVAZUCCHERINA.
Durante la 2^ fase, l’82° lascia sul campo dell’onore:
n. 232 ricoverati in Ospedale per ferite e/o malattie;
n. 44 morti sul campo;
n. 9 dispersi,
per un totale di 285 uomini.
La Battaglia del PIAVE è per l’82° Reggimento una sicura manifestazione di saldissima disciplina, di altissimo spirito di sacrificio e tenacia inflessibile nel continuare nello sforzo offensivo.
Per la tenacia ed il valore dimostrati sul BASSO PIAVE dal 15 giugno al 16 luglio le Bandiere dell’81° e dell’82° vengono decorate con una nuova, la seconda, Medaglia d’Argento al Valor Militare.
L’82° resta ancora sulle posizioni per circa 10 giorni nella zona compresa tra Palazzo BRESSANIN e Case CASTELLANA ed in questo periodo riceve la visita di molte Autorità civili e militari, anche estere.
In piena estate, ad agosto, l’82° è nuovamente in linea sul PIAVE NUOVO dal PASSO di PALAZZETTO a PORTE del TAGLIO.
Però, a causa della malaria, i Fanti, ormai decimati dalla malattia, vengono trasferiti nuovamente a TREVISO e, precisamente, nella zona di S. AMBROGIO – BADOERE.
Trasferito nel Trentino, sul Fronte delle Alpi GIUDICARIE (VAL DAONE), nella zona di M.te CAREN a 2200 mt di quota, il 13 Settembre, l’82°, agli ordini del Col. Ernesto MICHELOTTI, partecipa alla battaglia di VITTORIO VENETO, entrando in azione il 2 novembre con le altre Unità della 7^ Armata.
L’autunno è armai iniziato, ma sarà un autunno da ricordare visto che ha il sapore della Vittoria.
Il 3 Novembre, infatti, marciando rapidamente lungo la Valle GIUDICARIA, oltrepassa gli abitati di LARDARO, BONDO e TIONE, e quando alle ore 15.00 del 4 novembre 1918 le ostilità cessano, i Reparti più avanzati già si trovano a MEZZOLOMBARDO. Nel solco delle già gloriose tradizioni del “TORINO”, i nostri Fanti sono là avanti a tutti, arditamente spinti nelle ormai aperte vie del Trentino redento
Anche in questa ultima fase del conflitto numerosissimi sono gli atti eroici che vedono come primi attori personale dell’82° Reggimento. Ma, a parte le cifre, dell’azione veramente notevole ed esemplare svolta dall82° nella BATTAGLIA DEL PIAVE non è prova solo la narrazione Ufficiale fatta dalla Stato Maggiore dell’Esercito ma, soprattutto, la Medaglia d’Argento al Valor Militare concessa alla Bandiera del Reggimento con la seguente motivazione:
“CON SALDEZZA DI DISCIPLINA ED IMPETO DI VALORE, AL NEMICO, MINACCIANTE IL FIANCO DELLE TRUPPE RESISTENTI SUL BASSO PIAVE, FACEVA BALUARDO COL PETTO DEI SUOI MIRABILI FANTI, RISTABILENDO, CON UN SANGUINOSO IRRESISTIBILE CONTRATTACCO, L’INTEGRITA’ DELLA DIFESA. ATTACCAVA QUINDI E TRAVOLGEVA MUNITISSIME POSIZIONI NEMICHE, PORTANDO EFFICACE CONTRIBUTO MORALE E MATERIALE AL FELICE ESITO DELLA BATTAGLIA”.
A questo punto, lasciando da parte per un momento la narrazione storica, è forse il momento di riassumere quanto fatto dal reggimento affidandosi ad alcune cifre. Di seguito, quindi, il riepilogo delle perdite subite dall’82° durante tutto l’intero conflitto.
LOCALITA’ E DATA
82° REGGIMENTO FANTERIA “TORINO” UFFICIALI TRUPPA
Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp.
1915
Alto Cordevole
Cadore Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
24/05 – 15/12 10 1 4 18 93 //
1916
In Cadore
Alto Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
01/01 – 31/12 6 // 1 23 33 1
1917
In Cadore
Alto Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
01/01 – 26/08 // 3 3 10 39 14
Battaglia dall’ISONZO al PIAVE
set. VOLKOWNIAK
Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
21/10 – 26/12 4 1 21 25 40 //
1918
SILE – CA’ DEL NEGRO – SALSI
Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
01/01 – 09/06 // 6 // 13 36 //
Battaglia del PIAVE
Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
15-28/06 2 3 34 95 393 8
Battaglia di
V. VENETO
Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
24/10 – 01/11 // 1 // // // //
Morti Feriti Disp.si Morti Feriti Disp
TOTALE 22 15 63 184 634 23
IL PRIMO DOPO GUERRA
1919. Il Reggimento nel 1919 ritorna, dopo 4 anni e sei mesi di guerra, alla sua sede stanziale di ROMA al comando del Col. ANDREANI Cav. Ghino.
Nel periodo di permanenza nell’area romana la Bandiera riceve un’altra ambitissima decorazione.
(4) A queste cifre vanno aggiunti i 1397 prigionieri catturati dal nemico dal 24 ottobre al 26 dicembre 1917.
Alla già fulgida storia del Reggimento si aggiunge così un altro segno ambitissimo, indelebile ricompensa per i mille sacrifici sofferti in silenzio per la Patria e per le migliaia di giovani vite offerte in olocausto per l’Italia: L’Ordine Militare di Savoia.
La motivazione è la seguente:
“NEI CIMENTI DELLA GUERRA, NELLA TROMENTATA TRINCEA E NELL’ASPRA BATTAGLIA, CONOBBE OGNI LIMITE DI SACRIFICIO E DI ARDIMENTO AUDACE”.
1920-1921.
Gli echi vittoriosi del 1° Conflitto Mondiale sono ancora fortemente nelle orecchie di tutti ma l’imperativo per il Reggimento e per la Brigata “TORINO” è non dimenticare chi ha dato la propria vita per la Patria. Il ricordare degnamente i propri Caduti per la Patria è uno degli impegni più pressanti.
L’occasione viene quando un comitato di gentili Dame Torinesi, presieduto da S.A.R. la Principessa Laetitia, decide di donare alla Brigata, rinnovando un’antica tradizione, le Drappelle per le fanfare del 81° e 82° Reggimento.
La cerimonia si svolge l’anno successivo. Più precisamente il 4 Giugno del 1921 alla presenza di numerose Autorità civili e militari. Tra di esse si ricordano le LL.MM., il Re, la Regina, i Reali Principi, il Sindaco di ROMA e di TORINO, i Comandanti il Corpo d’Armata ed il Comandante la Divisione di ROMA.
Nell’occasione della consegna delle drappelle viene inaugurato un monumento ai Caduti eretto grazie alle spontanee oblazioni degli Ufficiali della Brigata.
1926. In virtù della legge 11 marzo 1926 sul nuovo ordinamento “ternario” dell’Esercito, che prevede la costituzione delle Brigate su tre Reggimenti, l’82° viene sciolto il 31 Ottobre dello stesso anno.
1938. Nell’ambito di una nuova ristrutturazione dell’Esercito, con dispaccio n. 30290 in data 14 Maggio 1938 il Ministero della Guerra – Gabinetto dispone la costituzione dell’82° Reggimento di fanteria, quale secondo reggimento della costituenda Divisione “TORINO” (52^) con sede stanziale in CIVITAVECCHIA.
Il Reggimento “rinasce” in data 1 luglio 1939 costituendosi su il:
- III/7° rgt. f. “CUNEO”, già di stanza in CIVITAVECCHIA;
- II/12° rgt. f. “CASALE”, proveniente da TRIESTE.
Il Reggimento adotta il motto “CREDO E VINCO” (credere nei più alti destini d’Italia – vincere nel Suo nome e per la Sua immortalità). Quale Comandante viene designato il Col. Gaetano CANTALUPPI.
Successivamente, con i richiamati della classe 1912, si costituiscono nella sede di BRACCIANO di ROMA:
- il III battaglione;
- la compagnia deposito reggimentale con il Cdo deposito.
- In data 1 Ottobre 1938, nella sede di CIVITAVECCHIA, si costituiscono:
- la compagnia mortai da 81 mm;
- la compagnia cannoni da 47/32 anticarro;
l’Ufficio Amministrazione del Rgt., traendo il personale dall’analogo ufficio della Scuola Centrale di Fanteria.
1939. Fin dal mese di Gennaio il Reggimento, su due battaglioni, inizia un lungo ed intenso ciclo di addestramento che lo vede impegnato nelle esercitazioni invernali in ABRUZZO e, successivamente, nel maggio, unitamente ad altre unità della divisione, partecipa ad una grande manovra a fuoco svolta a CESANO di ROMA. L’esercitazione cade nella ricorrenza annuale della fondazione dell’Impero, l’8 maggio 1939.
Nel luglio, durante il campo d’arma, il Reggimento partecipa ad una importante esercitazione a fuoco nel poligono di POGGIO MOSCIO nei pressi di CIVITAVECCHIA.
LA 2^ GUERRA MONDIALE
1940. Il Reggimento, agli inizi dell’anno, si trova nella sede stanziale di CIVITAVECCHIA, accasermato nella caserma della Scuola Centrale di Fanteria, che negli anni successivi diventerà sede della Scuola di Guerra dell’Esercito.
Ma la tranquillità della vita di guarnigione non durerà ancora per molto, perché nuovi venti di guerra faranno garrire al vento la Bandiera del Reggimento.
Infatti, nel Giugno dello stesso anno i Fanti dell’82° partono per la loro quarta guerra agli ordini del loro Comandante, il Col. Mario Evaristo FIORAVANTI. Saranno impegnati nella campagna del Fronte Alpino Occidentale, in seconda schiera.
E’ una dislocazione momentanea in quanto nel proseguo della guerra il Reggimento svolgerà tutte le operazioni sul Fronte orientale, in JUGOSLAVIA, prima ed in RUSSIA, poi.
1941.
Le operazioni in JUGOSLAVIA dal 12 al 20 aprile
La primavera del 1941 in JUGOSLAVIA non promette niente di buono. Le condizioni atmosferiche sono pessime.
Nonostante ciò e la minaccia di eventuali contrattacchi del nemico sia molto probabile, le azioni offensive dei Reparti italiani continueranno senza sosta per tutto il periodo.
Ma andiamo con ordine, giorno per giorno.
12 Aprile
L’82°, autotrasportabile, che costituisce l’avanguardia ed il grosso della prima colonna divisionale con audace slancio penetra in territorio nemico alle ore 10.30 in corrispondenza del ponte di SUSAK al grido:
“Salute al RE! Salute al DUCE!”
L’atteggiamento della popolazione nei confronti dei reparti italiani è a dir poco entusiastico. Alle ore 12.30, dopo essere transitato per la città di BUCCARI, l’abitato di SEGNA è in mano dei Nostri Fanti ed alle ore 13.20 il Col. FIORAVANTI è nominato Comandante della Piazza di SEGNA. Intanto, Reparti del genio ed i Fanti dell’82° provvedono a sminare strade e ponti. Ovunque si vedono militari serbi sbandati ma, comunque, armati.
13 Aprile
All’alba riprende il movimento. L’avanzata è molto rapida fino all’abitato di OTOĈAC, tanto che alle ore 10.00 la città è in mano italiana. Si prosegue per l’abitato di GOSPIC dove, a sera, si apprende che Reparti regolari serbi e cetnici sono tra RECIC e OTOĈAC.
Vengono dislocati i primi avamposti nei pressi del ponte rotabile-ferroviario di GRAĈAC. Subito vi è la reazione del nemico che cerca di ritardare il più possibile ed in ogni modo l’avanzata. Nel disegno serbo c’è la demolizione del ponte. La notte del 13 sul 14 trascorre con un continuo fuoco di fucileria e piccole scaramucce tra i Nostri Fanti ed i serbi.
14 Aprile
Alle ore 07.30 la Divisione ordina al Reggimento di riprendere il movimento lungo la direttrice KNIN – SIGNO – SPALATO. Alle ore 10.00 elementi civili di etnia croata residenti a GRAĈAC assicurano i Fanti dell’82° che l’abitato è stato sgomberato e che non vi sono serbi all’interno. Anche GRAĈAC è caduta.
Durante gli scontri per la conquista di GRAĈAC cade eroicamente il Caporal Maggiore PANELLA, decorato di Medaglia d’Argento alla Memoria.
Caduta GRAĈAC, il Reggimento, divenuto avanguardia divisionale, unitamente al 3° gruppo di artiglieria, riprende la marcia verso KNIN per unirsi alle forze del presidio di ZARA.
Quando l’82° giunge all’incrocio OSTROVAC – KNIN trova che le truppe del presidio di ZARA sono arretrate di qualche chilometro.
Ma quella stessa sera, sotto la pressione italiana, anche KNIN capitola.
L’82° riceve l’ordine di riprendere il movimento deviando però la propria marcia. L’ordine è di procedere per SEBENICO ed oltre lungo la direzione KRISTANIA – SCARDONA al fine di non dare tregua e respiro al nemico ormai in ritirata.
I Fanti dell’82° marciano a tappe forzate per tutta la notte, dando prova di mirabile esempio di resistenza e di un non comune senso di disciplina e di addestramento, e riescono, tra l’altro, a catturare un reparto jugoslavo in procinto di svolgere un’azione di sabotaggio ad un ponte.
I risultati conseguiti dal VI Corpo, dal V Corpo d’Armata, dall’XI Corpo e dal Corpo d’Armata Celere sono favorevoli in tutto il settore.





















“Zemole” a CAVZUCCHERINA. (Ministero della Guerra – Ufficio Storico)

Passerella sul SILE. (Ministero della Guerra – Ufficio Storico)







E qui finisce questo ulteriore lungo appuntamento con CREDO E VINCO! Una Storia, Un Motto, uno stile di vita / 2.
Cari lettori, come poter concludere questo episodio del Nostro Glorioso 82° “Torino” se non con lacrime – tante -. La nostalgia dei nostri vent’anni, un anno della nostra giovinezza trascorso a Cormòns, una delle tante sedi del Reggimento, che ho potuto scoprire da questo meraviglioso manoscritto di Gian Luca Giovannini. Ho studiato a lungo la Storia dell’82, ma devo ammettere che molte cose mi mancavano all’appello.
Prima di concludere, vorrei citare solo in qualche dettaglio un piccolo aneddoto che riguarda me e Gian Luca, mi perdonerà facendosi una gran risata. Correva l’anno 1985 e in una delle tante ricognizioni prima di una esercitazione ci recammo io e lui accompagnati da un autista della Compagnia comando e Servizi con la nostra immancabile AR per verificare un tratto dove poter trovare un passaggio per far guadare una colonna di mezzi cingolati trasporto truppe M113. Diciamo che tutto finì in un bel bagno nel fiume Tagliamento in pieno Febbraio. Tutto si risolse per fortuna benissimo e naturalmente il giorno dopo nessuno di noi aveva una linea di febbre e tutti pronti all’adunata come se nulla fosse successo. Questi sono alcuni dei tanti ricordi che rimangono nelle menti di ciascuno di noi nel rievocare quel periodo e che alimenta e cementa ogni giorno il nostro fraterno rapporto di Amicizia.
Tornate su questo blog per il prossimo episodio http://www.alessandrolopez.it
Informo tutti i lettori ed in particolare chiunque abbia effettuato il servizio di leva presso l’82° Battaglione Fanteria Meccanizzata a Cormòns, il personale in quiescenza e quello in servizio che esiste un’Associazione dell’82. L’Associazione Fanti del Torino dove io sono un associato da qualche anno. Attualmente questa Associazione si è dotata di una presenza web. Per chi desiderasse visitare il sito ed iscriversi all’Associazione potrà farlo, trovando tutte le informazioni semplicemente cliccando sul seguente link: https://www.associazione-fanti-82torino.it/
Lo scopo per cui è nato questo sito è quello di poter mantenere vivo il ricordo del nostro 82° Torino ed implementare sempre di più il numero degli Associati a livello nazionale.
Nel rendere i giusti Onori a tutti i Caduti vorrei citare una frase del Generale Tedesco Helmuth Johann Ludwig von Moltke che rivolto ai Bersaglieri disse: “Portano i colori della morte, ma sono la più fiera espressione della vita”
CREDO E VINCO! Credeteci anche Voi, per sempre! Un fraterno abbraccio dal Vostro Alessandro…
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Grande momento storico magistralmente descritto, Alessandro. Riguardo alla marcia “Parata d’eroi” vengono i brividi. Mi vedo ancora marciare sincronizzando il tacco sinistro con il battere del tamburo, alzare la mano a taglio e ordinare: ATTENTI AAA – DEST!!!❤️👋👋
Caro Lorenzo,
Grazie per il tuo commento. Mi fa piacere che tu possa provare queste emozioni che sono anche le mie dal lontano 1984 e che sono rimaste intatte e radicate nel mio cuore.
CREDO E VINCO!
Con questo lungo e dettagliato blog ,il motto che tanto amiamo si arricchisce di volume e dettagli nel suo significato
Credo e vinco.
E ancora complimenti per questo filone
Grazie Davide
CREDO E VINCO!