117° Corso AUC Cesano di Roma – Essere un Ufficiale è per sempre.
Lo scorso 2 Aprile 2022 si è svolto presso la Scuola di Fanteria e Cavalleria presso Cesano di Roma il primo raduno del 117° Corso AUC Cesano 1984 – 2022.
Dopo trentotto anni, gli Allievi Ufficiali di Complemento di questo corso, di cui io ho orgogliosamente fatto parte, si sono incontrati nella imponente area della Scuola di Fanteria e Cavalleria di Cesano di Roma.
Prima di cominciare a descrivere questa meravigliosa giornata che ha visto far incontrare dopo tanti anni i fratelli d’arma e gli amici veri, sempre rimasti uniti, vorrei citare il testo della canzone “You’ve got a friend“ di James Taylor tradotto in italiano; un testo che ci rappresenta ed esprime esattamente il significato, l’essenza e il motivo di questo incontro voluto da tutti noi e che a causa della situazione pandemica abbiamo dovuto rimandare più volte.
“Tu Hai Un Amico”
Quando sei giù, pieno di problemi
e hai bisogno di un aiuto
e niente, niente va nel modo giusto
chiudi gli occhi e pensami
e subito io sarò là
per illuminare anche le tue notti più buie
Semplicemente urla il mio nome
e sai che ovunque sarò
verrò di corsa per rivederti ancora
inverno, primavera, estate o autunno,
tutto ciò che devi fare è chiamare
ed io arriverò, sì
tu hai un amico
Se il cielo sopra di te dovesse diventare scuro e pieno di nuvole
e se quel vecchio vento del nord iniziasse a soffiare
mantieni salda la tua testa ed urla forte il mio nome
e subito busserò alla tua porta
semplicemente urla il mio nome
e sai che ovunque sarò
verrò di corsa per rivederti ancora
inverno, primavera, estate o autunno,
tutto ciò che devi fare è chiamare ed io arriverò
Non è bello per te sapere che hai un amico?
la gente a volte è così fredda
ti feriranno e ti inaridiranno,
beh, prenderanno la tua anima, se glielo permetterai
oh si, tu non lasciarglielo fare
Semplicemente urla il mio nome
e sai che ovunque sarò
verrò di corsa per rivederti ancora
inverno, primavera, estate o autunno,
tutto ciò che devi fare è chiamare
ed io arriverò, sì
tu hai è bello per te sapere che hai un amico?
non è bello per te sapere che hai un amico?
si, si, tu hai un amico.”
E così è stato, noi, gli amici del 117° ci siamo ritrovati in una mattina gelida, con tante nuvole minacciose, poi magicamente diradatesi gradualmente al nostro ingresso fino a far brillare qualche timido e discreto raggio di sole che ha illuminato tutta la nostra visita. Uno squarcio nel cielo quasi a voler essere un punto di osservazione discreto di tutti i Santi Patroni dell’esercito e delle sue specialità.
Ne citerò uno per tutti San Giovanni XXIII, Papa Roncalli, il Papa buono, che il 12 settembre del 2017 è stato proclamato patrono dell’Esercito. Nel pomeriggio di tale data a Palazzo Esercito dove si è svolta, alla presenza del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, la cerimonia di consegna del decreto emanato dalla Congregazione vaticana per il Culto Divino per le facoltà concesse dal Santo Padre.
Lo stesso Ministro durante la cerimonia ha dichiarato:
“I nostri militari giurano sulla costituzione, giurano di essere fedeli alle leggi dello stato, e nella nostra costituzione c’è scritto che l’Italia rifiuta la guerra come soluzione per risolvere le controversie internazionali” ha detto. “Non trovo quindi contraddizione nella scelta di proclamare Giovanni XXIII patrono dell’Esercito. Un Papa che ha scritto Pacem in terris. Non solo perché ha fatto il militare, ma perché non c’è contraddizione tra far parte delle Forze armate, dei Corpi dello Stato che portano ordine e sicurezza, con la volontà di costruire la pace”.
E sono convinto anche che ci sia stata la benedizione di Giovanni Paolo II Papa Karol Wojtyla considerata la triste ricorrenza della sua morte avvenuta il 2 aprile 2005 all’età di 84 anni; ‘84 un numero che coincide con la nostra chiamata alle armi, dal momento che noi del 117° partimmo proprio per Cesano il 10 ottobre 1984.
Tutto questo mi ha fatto presagire che eravamo certamente protetti da tutti questi Santi Patroni delle nostre specialità raccolti insieme a noi in questo evento.
Durante la notte tra il primo e il 2 Aprile ero molto emozionato, ho dormito poco pensando che da lì a poche ore avrei rivissuto quella che è stata la copertina del più bel libro di storia della mia vita. Una storia durata cinque lunghi mesi presso la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento a Cesano e poi per dieci mesi presso l’82° Battaglione Meccanizzato Torino a Cormons in servizio di Prima Nomina. Quindici mesi che non si possono dimenticare, ti rimangono nel sangue, nelle vene e sono la linfa vitale che ti accompagna ogni giorno quando ti alzi dal tuo letto comodo e vai al lavoro.
Ero teso e ansioso esattamente come la notte tra l’8 ed il 9 Ottobre 1984 data della mia chiamata alle armi.
L’appuntamento per l’ingresso al raduno del 117° era previsto per le 9:15, da Roma ci avrei messo in macchina circa mezz’ora però mi sono alzato alle 6:00, ho fatto colazione, mi sono fatto la barba, poi una doccia a tratti anche fredda, proprio per evocare quei tempi dove l’acqua calda non si è mai vista, e vestito casual con jeans, camicia, felpa ed il mio immancabile distintivo dell’82° Battaglione Meccanizzato “Torino” Medaglia d’Oro al V.M e basco nero al seguito, sono sceso in macchina, ho impostato il navigatore pur conoscendo benissimo la strada e sono partito in rigoroso silenzio e raccoglimento per predispormi emotivamente alla giornata.

Ho impostato sul navigatore della mia macchina l’indirizzo della Scuola di Fanteria e Cavalleria di Cesano di Roma. Volevo con me una voce che mi accompagnasse a destinazione, una compagnia, esattamente come allora quando fui accompagnato da mio padre e mia madre.
Ad andatura lenta ho raggiunto Cesano alle 8:20, pensavo di essere il primo ad arrivare, invece ho trovato subito un collega che ho riconosciuto immediatamente. Davide Mambriani, il primo impatto forte, un immediato tuffo nel passato, un sorriso, un vigoroso abbraccio e quei trentotto anni erano diventati in un attimo degli istanti. Insieme abbiamo preso un caffè davanti alla scuola, ci siamo raccontati qualcosa di noi ed usciti abbiamo visto arrivare uno dopo l’altro tutti i colleghi di corso.
Alcuni inconfondibili e riconoscibili a colpo d’occhio ed altri leggermente meno a causa degli anni trascorsi, ma è bastata un’occhiata, un sorriso, una battuta per riconoscersi all’istante, commuoversi ed abbracciarsi intensamente e ritrovarsi di nuovo fratelli.
Ma prima ancora di addentrarci sulle varie tappe del programma di questo raduno, vorrei descrivere per chi non conosce nei dettagli la figura dell’Ufficiale di Complemento, la sua formazione ed il successivo servizio di Prima Nomina presso il Reparto di destinazione finale.
La figura dell’Ufficiale di Complemento sembra appartenere ad una pagina pressoché dimenticata della nostra Storia. Infatti, per effetto della sospensione del servizio militare di leva nel 2005, sono cessati anche i corsi AUC nei quali si sono formati migliaia di giovani che, volontari, scelsero di assolvere il proprio dovere verso la Patria coi gradi di Sottotenente, anche se questo costava maggiori oneri, nonché l’obbligo di sottoscrivere una ferma più lunga di quella di leva.
La categoria degli Ufficiali di complemento fu istituita in Italia nel 1876 con la legge Ricotti (all’epoca Ministro della guerra del Regno d’Italia); all’interno dell’Esercito essi svolsero una funzione essenziale di coesione nazionale e militare, perché erano animati da forti motivazioni ideali ma anche perché erano più vicini e solidali con i militari di truppa.
Con essi, perciò, adottavano comportamenti meno rigidi di quelli degli Ufficiali di professione, ne conquistavano la fiducia e ottenevano risultati apprezzabili. Di estrazione borghese e colta, gli Ufficiali di complemento, solitamente laureati o laureandi, rappresentavano i giovani più preparati culturalmente e fisicamente tra quelli chiamati alle armi; la sola differenza sostanziale rispetto agli Ufficiali formati all’Accademia risiedeva essenzialmente nella qualità e nella durata dell’addestramento ricevuto.
Il loro contributo si rivelò decisivo, soprattutto nella prima e nella seconda guerra mondiale; ricordiamo, ad esempio, come il loro numero sia passato dai 15.000 del 1915 ai 150.000 del 1918.
E ricordiamo anche come giovani Comandanti di Plotone si sacrificarono, al pari dei loro sottoposti, nelle battaglie più aspre combattute nelle due grandi guerre. Ne sono la prova il grandissimo numero di ricompense al Valor Militare, molte delle quali alla Memoria, conferite ad appartenenti a questa categoria di Ufficiali, che si dimostrarono non meno valorosi dei colleghi in servizio permanente.
Per anni sono state scritte e dette tante cose, molto spesso sbagliate, volutamente o per ignoranza, sui rapporti fra gli Ufficiali in servizio permanente e quelli di complemento. Si è detto e scritto molto spesso di una sorta di ostilità, di diffidenza, di arroganza da parte degli Ufficiali provenienti dall’Accademia.
Chi ha avuto il privilegio di comandare un reparto, a qualsiasi livello, può testimoniare che tutto questo non è vero; è vero, al contrario, che l’Ufficiale di complemento ha rappresentato, per quasi centotrenta anni, una risorsa preziosa per le Forze Armate italiane e per l’Italia.
Ho voluto ricordare brevemente questa figura particolare che oggi appartiene al nostro passato e che, per quello che ha saputo dare alla storia delle nostre Forze Armate e del Paese, e che merita rispetto e, credo, maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica e, soprattutto, delle forze politiche e del Governo.
Mi riferisco all’annosa questione della promozione a titolo onorifico, invocata da molti anni dagli Ufficiali di Complemento in congedo. La richiesta, al centro di numerose proposte di legge, non ha trovato ancora soluzione, anche se la stessa non comporta oneri finanziari per lo Stato. Su questo argomento non mi dilungo, poiché molto si è dibattuto a livello di Associazioni Combattentistiche d’Arma compresa l’UNUCI Unione Nazionale Ufficiali in Congedo D’Italia, di cui io sono un associato, dove è stato dato ampie spazio alle notizie che riguardano l’argomento e alle iniziative assunte in proposito dalla Presidenza Nazionale di questa Associazione.
In questo articolo desidero solo ricordare la ferma determinazione ad affrontare la delicata problematica e la fiducia, sostenuta da tutte le componenti dei vari Sodalizi, di vederne una conclusione tanto attesa e altrettanto meritata dalla categoria degli Ufficiali di Complemento. Chissà che in futuro qualcuno se ne ricordi e riconosca una piccola gratifica a questi Ufficiali che tanto hanno contribuito a rendere alti i valori dell’Esercito Italiano.
Passiamo nel vivo del programma della visita a Cesano del 117° Corso AUC Cesano di Roma – Essere un Ufficiale è per sempre.
Una volta arrivato insieme. a tutti i colleghi, con le nostre rispettive vetture, siamo entrati alle 9:30 dall’ingresso principale della Scuola, abbiamo consegnato il modulo di accesso all’Ufficiale di Picchetto per la procedura di identificazione e siamo entrati diretti al parcheggio.
A quel punto ci siamo ritrovati presso il piazzale del Fante per un minuto di raccoglimento, dove si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona di alloro posta da due “spintanei” volontari esortati dal collega Giuseppe Piras, il grande organizzatore di questo raduno al quale rivolgo un personale e dovuto ringraziamento per l’eccellente lavoro. Il Comando dello schieramento è stato affidato al Generale dei Bersaglieri Michele Di Paola (nel 1984 Tenente istruttore), che ha dato l’attenti agli Allievi del 117°, i due colleghi hanno deposto la corona davanti al monumento del fante, si è intonato l’inno del Piave e poi il silenzio d’ordinanza.
Questa cerimonia è stata il secondo intenso impatto emotivo dove le prime lacrime le ho dovute trattenere per mantenere un atteggiamento estremamente formale, composto, rispettoso e adatto al momento.
Terminata la cerimonia alle 10:15 accompagnati da un Maggiore in servizio presso la Caserma, abbiamo raggiunto l’ingresso del museo dove siamo entrati. Non ricordo se quel luogo esistesse nel 1984, probabilmente si, la palazzina sicuramente esisteva ma personalmente non l’avevo mai visitata ai tempi e non ricordo che destinazione d’uso avesse.
Entrato in questa sala ho avuto un’altra fortissima emozione In assoluto silenzio ho percorso insieme ai colleghi tutte le sale del museo, avvicinandomi subito alle bacheche dove erano custodite le foto di tutti i caduti delle varie guerre. Con particolare interesse e commozione mi sono soffermato a guardare le foto e a leggere i singoli nomi, le date di nascita e di morte in battaglia; tutti giovani Ufficiali, militari di truppa e Sottufficiali caduti per la nostra amata Patria. Volti sorridenti che la guerra inesorabilmente ha strappato la loro vita all’affetto dei loro cari.
Proseguendo mi sono soffermato su una foto in particolare ed ho riconosciuto immediatamente il Sottotenente Antonino Sgrò, all’epoca Bersagliere Sottotenente Istruttore del 4° Plotone controcarro della Seconda Compagnia che ho avuto l’onore e il privilegio di conoscere durante il corso ed apprezzarne le sue straordinarie doti umane e militari.
Antonino Sgrò pilotando un Elicottero Augusta Bell 205, in missione d’addestramento notturno sorvolava la fascia di sicurezza che gli Israeliani controllavano in Libano, come riporta un articolo de La Repubblica di cui allego il link per poter leggere integralmente la vicenda.
Ne cito alcuni passi: “All’improvviso una vampata di fuoco avvolge l’elicottero. Un’esplosione. Lo schianto. Cos’ raccontano i pochi testimoni ai primi soccorritori. C’era troppo buio è difficile capire cosa fosse successo realmente. I cinque caschi Blu che erano sull’elicottero sono morti sul colpo. Chi o che cosa ha abbattuto l’elicottero italiano? Un’avaria del motore o un missile lanciato dagli Hezbollah? Oppure è stato un razzo amico lanciato dalle truppe libanesi. L’ipotesi della fatalità rimane la più comoda”
Una vicenda che ancora oggi non si è ben chiarita definitivamente
Ecco l’articolo completo:
Ma aldilà di questo io che ero a conoscenza di questo incidente nel trovarmi di fronte alla sua foto, ai suoi gradi ed al suo basco d’ordinanza sono rimasto impietrito e vorrei dedicare ad Antonino Sgrò un pensiero a nome di tutti i miei colleghi del 117°: “Un Maestro d’armi e di vita!”
Alle 10:45 abbiamo raggiunto la Caserma Tommaso Monti sede del 2° Battaglione AUC comandato dal Tenente Colonnello Corrado Nico, anche lui purtroppo recentemente scomparso.
Entrato nell’androne del Battaglione altro impatto forte. Sono riaffiorati alla mente tutti i miei rientri dopo la libera uscita, fatti correndo per arrivare in tempo per il contrappello. Le sveglie all’alba per essere pronto in tempo per l’adunata e l’alzabandiera successivo per poi iniziare le attività addestrative.
Per ragioni di privacy non ho potuto visitare la mia camerata che si trovava nel corridoio di destra dello stabile alla seconda porta sulla destra presso la 1^ Compagnia Mareth all’epoca comandata dal Capitano Paracadutista Pietro Foti, anch’egli Uomo e Militare di “razza” con un baffo lievemente familiare che mi ha sempre ricordato qualcuno…
Ho potuto solo scattare una foto e registrare un piccolo video. Il corridoio si presentava ristrutturato e rinnovato totalmente, diverso dal 1984, le porte in quell’anno erano ben diverse e il pavimento era in piastrelle di ceramica grezza a quadratini, sbeccata, porosa e difficile da pulire; le camerate erano prive di riscaldamento e non c’era acqua calda nei bagni.
Attualmente lo stabile è dotato di riscaldamento ed acqua calda e credo sia adibito a uso foresteria.
Quanti ricordi sono riaffiorati alla mente. Le mie ore di studio, le mie serate passate con i colleghi a scherzare prima del silenzio, le mie proverbiali imitazioni: il Papa Wojtyla, fino ad arrivare ad Alberto Sordi e poi la mia rovina totale. L’imitazione fedele e perfetta del Tenente Colonnello Nico e di tanti altri Ufficiali istruttori che nel tempo mi hanno fatto guadagnare un “pacchetto premio” gentilmente concesso dal Capitano Pietro Foti (Cte di Cp) & Co. Fatto di servizi armati e di compagnia per essere al fianco degli Ufficiali di servizio ad allietare l’intero Corpo di Guardia con scenette improvvisate, imitazioni e goliardici scherzi ai danni di qualche collega che si beccava un sonoro “Stia Punito” riconoscendo perfettamente la voce del Tenente Colonnello Nico, ma non vedendo di fatto la sua persona che in realtà ero io nascosto dietro qualche armadietto o dietro porte o all’interno dei bagni.
Tanta goliardia che ha caratterizzato quei lunghi 150 giorni insieme, alleviando un po’ le grandi fatiche per raggiungere la nostra stella.
Terminata la visita alla Monti, foto di rito sulla scalinata della caserma come esattamente fu scattata il giorno del nostro giuramento solenne dopo la cerimonia.
Successivamente abbiamo raggiunto proprio il piazzale di schieramento di tutto il Battaglione AUC dove si svolse il nostro giuramento, ed anche li ancora emozioni, ricordi, visi, volti, marce ed una tenera immagine che mi ha commosso. Sul piazzale immenso, nell’area verde in lontananza era presente un branco di Daini accovacciati in terra. I nuovi abitanti della Caserma, totalmente indisturbati, sereni.
Mi sono avvicinato a loro a pochi metri fino a quasi sfiorarli e nessuno di loro si è spaventato, sono rimasti tutti li ad osservare quello che stava accadendo. I nostri nuovi “soldati”. In quel preciso istante è brillato il sole, il cielo si è aperto e l’immagine era davvero bella ed emozionante.
Ritornando indietro sono salito su qualche gradino della tribuna Autorità ed ho scattato qualche foto. Ho poi raggiunto la gradinata dove erano seduti nel 1984 i miei genitori, Aldo e Gigliola, mi sono avvicinato nel punto esatto in cui erano seduti e mi sono seduto esattamente li. Un pensiero rivolto a loro, un minuto di dovuto raccoglimento, pensando con quanto orgoglio marciai impettito davanti a loro e tutte le autorità presenti prima della cerimonia di giuramento.
Orgoglio che porto ancora dentro da allora e non svanirà mai, perché sono e rimarrò per sempre un Ufficiale del 117°. Spero di riuscire nell’intento di trasferire queste mie forti emozioni al lettore perché possa apprezzare quanto bella è stata questa pagina indimenticabile della mia e della vita di noi del 117°.
Ancora una foto di rito schierati sul piazzale come allora e la visita è proseguita ancora.
Alle ore 11:30 abbiamo raggiunto le aree sportive e la palestra d’ardimento. Una zona dove si svolgeva buona parte della nostra attività addestrativa. Non mi soffermo in particolare a descriverla nei dettagli perché sarebbe molto lungo e dovrei usare tecnicismi che porterebbero questo scritto leggermente fuori dalle corde emotive che vorrei continuare a far vibrare.
Tuttavia, cito alcune particolari zone dove mi sono soffermato. Il muro del pianto. Per poter spiegare cos è il muro del pianto devo fare un parallelismo con una scena del film “Ufficiale e Gentiluomo” dove gli Allievi Ufficiali della Marina Statunitense durante il loro addestramento sul percorso di guerra al termine dello stesso dovevano correre verso questo muro alto circa tre metri, puntare un piede sul muro in verticale e contemporaneamente issarsi sino a puntare la mano aggrappandosi all’estremità del muro per scavalcarlo e piombare a terra con un salto dal lato opposto del muro. Esercizio che il Capitano Foti, per spiegarlo a noi allievi, svolse volando come un falco aggrappandosi in pratica con il dito mignolo sull’estremità del muro. Un aneddoto divertente che in quel momento noi colleghi abbiamo ricordato sorridendo.
Poi ancora visita alle torri di ardimento dove i Paracadutisti effettuavano prove di lancio nel vuoto su un telone e varcavano ponti sospesi tra una torre e l’altra camminando in equilibrio. Tutte esercitazioni preparatorie e propedeutiche all’ottenimento del brevetto da Paracadutista.
Terminata questa ulteriore tappa alle 12:30 è finito il raduno del 117° Corso AUC Cesano di Roma – Essere un Ufficiale è per sempre.
Abbiamo raggiunto nuovamente il parcheggio per recarci a Trevignano Romano dove abbiamo organizzato il nostro pranzo presso il Ristorante La Casina Bianca su Via della Rena, lungolago di Trevignano.
Pranzo abbondante a base di pesce, vino bianco e tante altre pietanze. L’atmosfera è diventata ancora più goliardica ed abbiamo cominciato a frugare nella nostra memoria i ricordi più nascosti per trarne aneddoti divertenti da reinterpretare. Tra i tanti ne posso citare solo uno, il più significativo, il più essenziale e nello stesso tempo comico. Quello della spiegazione “sintetica” dell’assalto di plotone da parte del Tenete Davide Bocci che già ho citato in un precedente blog dedicato al mio servizio di leva.
Ho chiesto a Davide di reinterpretare in esclusiva “locale” per noi del 117° quella spiegazione per me e per tutti e lui gentilmente si è concesso nella perfomance con la sua proverbiale verve comica romanesca.
Vorrei concludere questo articolo citando il testo apertura del nostro numero unico del 117° Corso AUC scritto dall’Allievo e collega Simone Gambino per fare comprendere in una sua sintesi cosa è stato il nostro corso.
IL 117° A.U.C. MAI UN CORSO COME QUESTO
Tutti coloro che hanno partecipato ad un Corso A.U.C. maturano la convinzione che quello da loro frequentato abbia avuto dei motivi particolari per essere ricordato più degli altri. Logico, quindi, che anche noi, Allievi del 117° Corso A.U.C. presso la Scuola di Fanteria e Cavalleria di Cesano, siamo di questo avviso.
Perché, aldilà di quelle che possono essere discutibili opinioni, esistono due dati di fatto che hanno reso il 117° un corso unico, facilmente distinguibile dagli altri che lo hanno preceduto e sicuramente ricordato da quelli che lo seguiranno. Il primo evento storico che ha marcato il nostro Corso è stata la consegna al Comandante della Scuola, Generale Alceo Masu, della Bandiera dell’Arma di Cavalleria. In questo modo la Scuola di Cesano ha potuto aggiungere alla sua funzione originaria di istruttrice di Ufficiali dell’Arma base, la Fanteria, anche quella similare pe l’Arma più romantica di tutte: la Cavalleria la cerimonia della consegna della bandiera, svoltasi il primo dicembre 1984 in coincidenza con il nostro giuramento ed alla presenza del Capo dello Stato e del Ministro della Difesa, ha toccato il cuore di noi tutti, protagonisti e spettatori, per il suo alto contenuto emotivo. Questo avvenimento, tuttavia, per quanto solenne, era pur sempre al programmato; un altro successivo si è rivelato del tutto inaspettato. Neve, neve e poi ancora neve ha ricoperto a più riprese la nostra scuola nella prima decade del 1985. Non aveva nevicato tanto nell’agro romano a memoria d’uomo, Si parla di qualsiasi cosa di simile, forse, solo nel 1956. Questo evento inatteso avuto due conseguenze contrastanti: da un lato ha come allungato le vacanze natalizie trasmettendo a tutti un senso di letizia. D’altro canto, però, ha significato un carico di lavoro imprevisto per noi, si è dovuta spalare tanta neve, e molti disagi nell’addestramento (ne sanno qualcosa I fucilieri costretti a compiere assalti prodigiosi in Neve Alta fino alla cintola!) Ma aldilà di questi fatti oggettivi cosa dire del 117°?
Innanzitutto, è emersa, in senso positivo, la figura del mattatore del corso, il Comandante del Primo Battaglione, nostro Comandante il Tenente Colonnello Corrado Nico. Bersagliere, forte di una recente esperienza in Libano nella forza di pace italiana, È stato sempre in prima fila, disponibile e benevolo, ma non per questo meno severo nei nostri confronti << Ufficiali si, ma anche e soprattutto uomini>> questa potrebbe essere la sintesi del suo pensiero. L’esercito non è la negazione della razionalità e dell’individualismo, al contrario, esso necessita del costante apporto di tutti per potersi migliorare continuamente e mantenersi al passo con i tempi.
È questa, quella di una ipotetica arretratezza delle forze armate di fronte alla società attuale, una critica che solo chi non ha vissuto in prima persona l’esperienza militare può fare. Valori come lealtà, onestà e rettitudine morale sono eterne non modificabili. Ed è su queste basi che poggia il nostro Esercito Il Colonnello Nico stimolando la competizione tra le tre Compagnie, ma mai esacerbandola, ha cercato di tirare fuori il meglio da esse. Tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza la fattiva collaborazione dei tre comandanti di Compagnia. Il paracadutista capitano Foti per i gladiatori del battaglione, i Meccanizzati; il Bersagliere Tenente di Paola per le specialità più ricche di storia e fascino, bersaglieri E cavalieri; infine il neo Capitano Farci per i guerrieri intelligenti, I motorizzati. Tutti e tre I Comandanti hanno saputo interpretare nel modo più adeguato i suggerimenti del Colonnello Nico. Ed allora, quando un corso riesce a produrre ufficiali, ma allo stesso tempo a valorizzare l’uomo, lo si può definire un corso unico. Alla storia la risposta.
A.U.C. Simone Gambino
E con questa citazione ringrazio tutti i i colleghi per la calorosa partecipazione a questo primo raduno con l’auspicio che questo evento si possa replicare ancora negli anni a venire. Ringrazio a nome di tutti Giuseppe Piras per l’eccezionale organizzazione. E a tutti voi dedico questo articolo come ricordo di questa meravigliosa giornata passata insieme e che rimarrà impressa nei nostri cuori. E anche un saluto ed un abbraccio affettuoso ad un Amico, ad un fratello che in questo momento particolare ha bisogno di me e di noi tutti. Dedico anche a te Francesco Bonfitto questa pagina di storia della mia vita. Con stima ed affetto il tuo fraterno amico Alessandro
Un unico grido, un unico motto un unico credo……Credo e Vinco!!!!
E vi lascio al video da me realizzato e montato sperando di suscitare le stesse emozioni che ho provato io nel prepararlo.
Tornate a trovarmi su questo sito per nuovi articoli interessanti: https://www.alessandrolopez.it
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Come quando torni alla tua infanzia, di cui avevi nascosto memoria in qualche angolo recondito del cervello. E riscopri che i ricordi possono essere tesoro e non solo rimpianto.
Bravo Alessandro
Grazie Renato per il tuo commento hai colto perfettamente il senso di questo mio contributo personale che ho realizzato riassumere in pochi minuti di lettura e un video poco più lungo un lunga pagina della nostra vita.
Molto bene hai detto, Alessandro: Essere un ufficiale è per sempre.
Il nostro ritorno alla Scuola ci ha fatti senitire ancora più vivo e forte l’orgoglio di essere diventati attraversò le dure prove che abbiamo sostenuto, uomini speciali, legati ad un impegno d’ onore che il tempo non cancella.
Teniamo viva questa fierezza, che niente e nessuno nella vita ci potrà togliere
Caro Paolo, grazie per questo tuo bel commento. Sono felice di leggere tanta partecipazione da parte di tutti nei commenti. Il concetto è stato colto da tutti e anche da te. Non abbiamo mai smesso di essere degli Ufficiali, colleghi di corso, amici e compagni di vita. Oggi con capelli grigi o tinti come i miei e non ho remore a dirlo. Ti abbraccio forte e spero di rivederti presto.
Grazie Alessandro per averci fatto vivere i ricordi, le emozioni. In quei mesi siamo diventati prima uomini e poi ufficiali. Ci ha cambiato la vita, in meglio e se oggi siamo quello che siamo è grazie ai mesi passati insieme.
Ringrazio io te per esserci stato e per questo bel commento. Certamente siamo qui perchè qualcosa di bello tra noi c’è stato e anche se qualche insensibile ignorante ci ha definito sui social una carovana di pensionati, orgoglioso di esserlo un pensionato; una categoria da rispettare e da difendere.
Quando mi dicesti che avresti dovuto proseguire nell’Esercito,ti risposi “MILITARE LO SEI RIMASTO”,e non vale per tutti…solamente per coloro che intendono questa vita come uno status umano.
Il blog ne è la dimostrazione,la clip l’esplicazione grafica. Non era facile articolare così tanto materiale video
Un abbraccio
Caro Davide tu che vivi e vedi con un occhio esterno queste mie emozioni espresse spesso negli articoli che scrivo ha colto nel segno e nelle righe il significato di tutto questo. CREDO E VINCO!
La professionalità che emerge nel video è il giusto premio per i ricordi che si rivivono e le sensazioni che si provano, già di per sé indescrivibili.
Caro Luca, ti ringrazio per il tuo commento. Ho voluto prima far vibrare le corde delle mie emozioni per poter essere all’altezza di far vibrare le tue e quelle di tutti noi del 117^. Un abbraccio forte fratello.
Grazie,
Carissimo Alessandro, non ho parole sufficienti per ringraziarti per questo tuo dettagliato racconto relativo al Raduno del Corso Allievi Ufficiali di Complemento. Mi hai fatto ricordare momenti della mia prima vita militare. Anch’io anche se molti anni prima ed esattamente il 30° Corso AUC con destinazione Lecce al tempo Scuola Unica, successivamente a Cesano di Roma alla Scuola di Specializzazione e pertanto con il tuo racconto mi hai fatto ricordare i luoghi Caserma Monti Caserma Pastorelli ma sopratutto mi sono venuti a mente i miei compagni dell’epoca. Come ben sai la mia vita militare è continuata da Ufficiale in servizio permanente ma non ho mai dimenticato il periodo fatto da Complemento e ti racconto che qualche volta mi sono scontrato con colleghi che erano entrati dalla porta principale e alla fine sono arrivati come il sottoscritto. Ti rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti ed un forte abbraccio Luigi
Caro Luigi, grazie per aver commentato questo mio articolo e sono contento che abbia suscitato in te ricordi del tuo periodo di vita militare. Certo dal trentesimo AUC quanti corsi sono passati da quella scuola e io ho provato tanta emozione nel rivedere quei luoghi, invecchiati si, ma allo stesso tempo ancora intatti. Ti abbraccio anche io a presto.
Grazie,
Ma grazie a te! Un abbraccio!
Grande Alessandro mi hai fatto rivivere quei 150 giorni dove siamo stati veramente assieme spalla a spalla a sostenerci l’un l’altro. ho visto il video con le lacrime agli occhi. Che dispacere non esserci stato, avevo prenotato l’aereo di notte quando ho letto il primo messaggi del raduno.
Spero di rivedervi presto. E complimenti a Piras per L’organizzazione
un abbraccio a tutti Pietro Di Liberti
Caro Pietro, grazie per il commento. Non mancherà occasione per vederci e mi impegno formalmente ad essere io il prossimo organizzatore del prossimo raduno a Cesano. Ormai “le istruzioni per l’uso” le conosco. Ti abbraccio.
Grazie, Alessandro, per il bellissimo video e grazie anche a Giuseppe e Michele per l’impegno profuso nell’organizzazione del nostro incontro.
In questi ultimi giorni, sfogliando più volte il numero unico, ho lungamente riflettuto sulle 21 settimane trascorse alla Scuola: mi sono reso conto di aver vissuto quel periodo come un alieno, aspettando (quasi) ogni giorno lo scoccare delle 18 per precipitarmi a casa, fare una doccia, divorare l’ottima cena di Mamma e ritornare di gran carriera in caserma per ficcarmi in branda prima, molto prima, del contrappello. All’epoca, questo utilizzo della libera uscita mi appariva come l’unica possibilità di sopravvivenza. Adesso, invece, provo un forte senso di disagio, una profonda nostalgia per non aver trascorso più tempo con i miei compagni, per aver rinunciato a tanti momenti di amicizia e condivisione.
Ci ho messo quasi 38 anni, ma ho capito.
Un forte abbraccio a tutti i Fratelli del 117°.
Caro Paolo, grazie per il tuo commento. Sai che ho fatto le tue stesse riflessioni? All’epoca avevo una ragazza che abitava sull’Appia Antica e ogni pomeriggio in libera uscita andavo a casa sua, restavo a cena da lei e di corsa ritornavo in caserma stanco ed assonnato correndo in macchina per arrivare in tempo. Ti racconto un aneddoto divertente in breve. Dopo cena mi ero intrattenuto troppo a casa della mia ragazza e resomi conto dell’ora sono scappato di corsa, messo in moto la macchina e ho imboccato il GRS in direzione Cassia per arrivare a Cesano. Allo svincolo, assonnato e poco attento alla guida esco in direzione Roma anzichè Viterbo e rientro nella stessa direzione di marcia facendo l’intero giro del GRA nello stesso senso di marcia per circa 15 chilometri. Resomi conto dell’errore, esco alla prima uscita e ritorno verso la direzione giusta. Arrivo a Cesano parcheggio la macchina e l’Ufficiale di Picchetto, gentile mi esorta a correre verso la Compagnia per arrivare in tempo al contrappello. Entro nella camerata e trovo la mia branda fatta con lenzuola e coperte stese e tutti a letto in attesa. Ringrazio sottovoce tutti mi spoglio in fretta e mi schiaffo dentro alla branda piena di schiuma da barba. In quel momento entra l’Ufficiale di Servizio e controlla tutti i presenti e se ne va. Scoppia una risata fragorosa da tutti i colleghi. Il primo scherzo che ho subito da Allievo. La goliardia vera che mi è restata anche con i gradi.
Cari ragazzi, fratelli del 117 Corso AUC, i dolori articolari avanzano, le capigliature arretrano. Ma esiste un solo muscolo del corpo che rimane immune all‘inesorabile usura del tempo. Un muscolo che ci farebbe ancora correre e cantare mentre ci dirigiamo sul piazzale dell’alta bandiera o essere pronti in mezz’ora per uscire da porta nord verso i monti di Sant‘Andrea. Ancora lui, lo stesso muscolo, che ha fatto in modo che ci incontrassimo tutti insieme ancora una volta. Ebbene quel muscolo é il nostro cuore. Capace di correre oltre l‘ostacolo e sconfiggere il tempo come se fosse stato solo ieri l‘ultima volta che varcammo le mura della nostra amata Scuola di Fanteria e Cavalleria. Proteggiamolo sempre da tutto: é il vero custode del nostro passato, del nostro presente e, soprattutto, del nostro futuro. Ed i ricordi sono importanti specie se, dopo tanti anni, riescono a riaffiorare e farci essere orgogliosi di aver vissuto quei giorni. Grazie Alessandro per la cura, la competenza e l‘amore profuso nell‘averli amministrati in questo filmato. Bers. Ten. Massimo Ferrari, comandante del Primo Plotone fucilieri assaltatori della Seconda Compagnia Ponte di Goito
Grazie Massimo, che piacere leggerti! Certo che è il cuore che deve ancora pulsare come muscolo. E felice di averlo fatto vivere con vigore e pulsare a tutti voi sempre più forte regalandovi emozioni come le ho avute io. Come sai ti aspetto a braccia aperte per parlare di prossimi progetti insieme. Ti abbraccio amico mio.
Hai sintetizzato magistralmente i sentimenti e le sensazioni di Tutti e Ciascuno di Noi. Da Ufficiale è Galantuomo hai mantenuto la parola, anche quando hai ricordato il compianto Antonino Sgro’. Hai continuato ricordando in una immagine il mio Comandante di Battaglione…..il Colonnello Paracadutista Sabotatore Andrea Giromella (Sia Gloria al Suo Nome)…..e poi la carica umana di Davide Bocci, con le Sue Performances. Grazie Alessandro hai Colpito nel segno.
Grazie N.H. William per il tuo commento. Quello che mi hai scritto in privato lo ricorderò per sempre per l’attestato di stima che mi hai tributato. Sono una persona discreta, sensibile e questo mio pregio l’ho applicato nella mia vita sia privata che professionale. Sono felicissimo che questo mio piccolo contributo abbia suscitato in te e tutti noi delle emozioni forti. Ti abbraccio.
Che dire, sembra incredibile che a distanza di anni (tanti) un manipolo di giovanotti da ogni latitudine si incontrino e diano vita ad una giornata che resterà memorabile, almeno per me. Cosa può averli mossi, cosa può aver fatto sì che dopo 37 anni si ritrovassero? ci ho pensato, e mi sono fatto qualche convinzione, che volevo condividere.
E’ stata la voglia di rivedere vecchi amici, e con essi, di rivivere i ricordi ad essi legati. La voglia di tornare un pò ragazzi, almeno per mezza giornata. La voglia di rivedere quei luoghi (o parte di essi) su ci si è buttato sangue e sudore e quelle esperienze dove molti di noi – sopratutto i più giovani – sono diventati uomini.
E poco importa se diversi dei presenti si conoscessero solo per nome e grazie ai social – il fatto di avere – a suo tempo – condiviso le stesse esperienze e gli stessi comendanti ci ha fatti sentire parte della stessa famiglia. Per me il 117° corso AUC è stato una scuola di vita che sempre mi porterò dentro.
Grazie a tutti per i momenti rivissuti assieme, in primis a chi ha reso possibile la gornata del 2 Aprile, grazie Alessandro per averli magistralmente condensati.
Caro Giuseppe, intanto grazie per questo bel commento. Hai colto tutto il significato di quella giornata. C’è tutto quello che hai descritto compresa la voglia di evocarla e riviverla nello stesso luogo con l’unico rammarico, una nota di tristezza che ci sta: veder quella caserma non pulsare come un tempo mi ha messo una punta di malinconia che ugualmente ha stimolato la mia creatività quando ho visto che i nuovi “abitanti” di quel luogo erano quei dolci, teneri e pacifici Daini. Sembrava un’oasi del WWF, quelle oasi che adoro percorrere con la mia Moto.Ringrazio io per esserci stato. La capacità di condensare tutto questo è solo dovuta al fatto che questo è una parte del mio lavoro creativo che ho messo a disposizione per un evento privato ed intimo.ì come il nostro. Ti abbraccio nella speranz di riverti presto anche in un’altra occasione.
Grazie, grazie ed ancora grazie!!! In poco più di 23 minuti hai saputo cogliere lo spirito con il quale molti di noi hanno affrontanto l’esperienza di diventare Ufficiali e rimanerlo per sempre. Sei stato capace di riavvolgere il nastro a più di 37 anni di distanza, anni in cui da ragazzoni siamo diventati uomini. Uomini che tengono la barra ferma dei valori, che hanno la capacità di commuoversi davanti alle note del silenzio che lega il nostro pensiero a quanti di noi non ci sono più, quelli del “groppo in gola” davanti all’inno, di fronte alla bandiera, quelli che senza troppo retorica hanno legato il loro passato, il loro presente ed il loro futuro al rigore, alla disciplina dei pensieri e delle azioni, nell’impegno costante di essere cittadini, soldati, Ufficiali per sempre.
Caro Antonino, ti ringrazio moltissimo per questo bel commento. E’ stato davvero un piccolo documentario dove tutti avete contribuito con la vostra presenza, le immagini che ho potuto utilizzare, non tutte mie, per realizzare un video che sintetizzasse quella bellissima nostra esperienza comune.Tanta commozione vissuta e condivisa insieme anche quel 2 Aprile che resterà un’altra data da ricordare.
Complimenti l’amico Alessandro per il bellissimo video, nonché a Piras Giuseppe per quanto fatto.
Caro Giuseppe grazie infinite per questo commento.
Un salto nel passato, come se il tempo si fosse fermato. Non mi sembra vero aver potuto ritrovare tanti compagni d’armi e passare diverse ore ricordando le vecchie gesta e tutti gli sforzi per raggiungere l’agognata stelletta. Grande Alessandro per questo spendido lavoro che illustra questi 38 anni. Al prossimo raduno…
Francesco La Sala
Caro Francesco, grazie innanzitutto per il tuo commento. Mi sono dedicato a questo blog ed annesso montaggio del video con la stessa passione e professionalità che ho nello svolgimento della mia attività. Il tutto condito da un forte impatto emotivo dato da questo fantastico incontro che sognavo da anni. Io che sai sono un appassionato di moto , in questi anni molto spesso nei fine settimana sono passato davanti alla scuola, mi sono fermato per qualche minuto e avevo tanto desiderio di poterci entrare anche solo per un attimo. Questo il 2 aprile è successo realmente grazie al grande impegno di Giuseppe Piras che caparbiamente ha organizzato per noi tutto questo. Io metterò il massimo impegno e sarò a disposizione per organizzare un altro raduno perché mi piacerebbe che questo evento diventi il nostro appuntamento periodico con la memoria e gli alti valori che questa esperienza ci ha dato e che tutti e ribadisco tutti continuiamo a portare dentro di noi. L’ho visto e constatato guardando gli occhi di ognuno di voi. L’ho percepito dalle vostre emozioni che sono state anche le mie. E chi non ha vissuto questo può percepire solo l’aspetto esteriore ma non può entrare nella profondità delle nostre sensazioni come chiamarci “fratelli”. È una cosa bella intensa che va oltre l’amicizia. Non aggiungo altro perché tutti i vostri commenti a questo articolo sono stati meravigliosi. Grazie ed un grande abbraccio 🤗
Grazie amico mio per questo bel commento. Felice di averti rivisto
Un’ impeccabile testimonianza video ( così come la premessa scritta di introduzione al filmato ) che contribuirà oggi e in futuro a rendere ancor più indelebile una giornata già di suo indimenticabile.
Ciao Giovanni e grazie per questo bel commento. È esattamente ciò che scrivi. Un ricordo che rimarrà nel web che ognuno di voi potrà sfogliare quando ne avrà voglia. Questo è il bello di avere una presenza proprietaria sul web. I social possono cambiare un profilo può essere chiuso e svanirebbe tutta una serie di materiale prezioso. Da questo mio sito aperto nel 2018 ho pubblicato contenuti di vario genere dal professionale al privato, il sociale, recensioni ed altro. Io lo definisco un salotto comodo dove sostare e gustarsi delle interessanti letture vai varie tematiche. Adoro scrivere e questo sito è stato creato ad hoc per dare spazio al mio costante impulso creativo che non ho mai perso nel tempo. Un grande abbraccio amico mio
Sarà un piacere “sfogliare” il tuo blog. Un caloroso abbraccio a te.
Grazie grazie grazie
Non ci sono altre parole
Nel rivedere il video ma sopratutto il tuo lungo commento mi hanno riportato a quei giorni di grande felicità e spensieratezza.
Mi dispiace non essere potuto intervenire per i motivi che tu sai ,ma grazie al tuo intervento è come se fossi stato lì con voi.
Spero ti rivedere tutti voi e di unirmi in un grande abbraccio
Saluti
Antonello Pomes
Ciao Antonello grazie del commento. Sono contento che questo mio contributo per celebrare il nostro raduno ti sia piaciuto. Ti abbraccio forte anche io.
Grazie Antonello per questo bel commento
È la descrizione di un amore per il rispetto di ciò che sentì, nonostante siano passati quasi 40 anni. C’è di più di una storia da narrare. C’è bellezza del ricordo e della sensazione di beatitudine che esso porta nel suo nome. La vita è bella e la disciplina è intesa come amor proprio di un tempo che non tornerà più, ma che costantemente vige in ogni passo che fai nella tua vita…benché di marcia non si tratti, ma di Cammino. Commossa, ti abbraccio. Lilli.
Cara Lilli, che piacere leggerti qui! Sono contento che ti sia piaciuto questo mio articolo per i valori che esprime e che tu abbia colto tutte le sfumature. Essendo una Donna è apprezzabile. Da quando è stato introdotto il servizio di leva professionale con l’ingresso delle Donne sia come truppa che Ufficiali, l’Esercito si è arricchito di figure professionali, anche operative, di alta qualità e pregio. Ed è una cosa bella. Ho toccato con mano conoscendo vari Ufficiali Donne con le quali mi sono intrattenuto piacevolmente a Barletta attuale sede del mio glorioso 82° Reggimento Torino, che quest’anno per la prima volta con una Compagnia di formazione sfilerà ai Fori Imperiali nella parata del 2 Giugno. E grazie al caro automobilista distratto, pur essendo stato invitato in Tribuna dal Comandante non potrò andarci. Non fa nulla metterò tutto a conto quando troverò questo Signore e lo guarderò in faccia… Ti abbraccio e a presto. Alessandro