UN ALTRO CONTRACCOLPO AL SETTORE DEL TEATRO

“Valuteremo la congruità delle misure” anti-Covid in campo facendo una riflessione con i nostri scienziati”, spiega il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

Accelerare sulle terze dosi e rimodulare la durata del Green pass. È questa la strada che il governo si appresta a seguire per fronteggiare l’incremento dei contagi, alimentato dalla variante Omicron.

Questa riflessione porterà alla riunione della cabina di regia prevista per giovedì nella quale dovrebbero essere messe a punto le nuove misure.

L’allarme era già stato lanciato poco prima da una circolare del Ministero della Salute che ha avvertito che l’Italia è in una fase epidemica “acuta”, caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus SarsCoV2 nella maggior parte del Paese, e con la variante Omicron che rappresenta una crescente minaccia. Il Ministero raccomanda la “tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da SarsCoV2, sia a livello territoriale che ospedaliero”.

“Green Pass sia sempre e soltanto per vaccinati o guariti: i no-vax se ne facciano una ragione”, sottolinea ancora il Ministro.

Già dopo la cabina di regia e il Cdm previsti per giovedì potrebbe arrivare dal Governo il via libera a nuove misure come i tamponi obbligatori per chi partecipa a eventi pubblici, le mascherine all’aperto e l’accorciamento della durata del certificato verde. Ipotesi, quella dei tamponi obbligatori, che suscita non poche perplessità fra le forze politiche. 

“Penso che il tampone ai vaccinati sia sotto tanti aspetti un colpo a chi, vaccinandosi, ha protetto anche gli altri. In questo momento è più giusto ipotizzare la vaccinazione obbligatoria”, ha detto il responsabile Enti Locali del Partito Democratico, Francesco Boccia, a Radio Immagina. “I tamponi ogni volta che vai a teatro o al cinema sia difficile e anche incoerente”, ha aggiunto.

“Introdurre il tampone anche per i vaccinati per accedere ai luoghi della cultura come cinema e teatri è una misura da evitare in tutti i modi”, dice Roberto Rampi, senatore e capogruppo PD in Commissione Cultura: “La cultura ha una funzione primaria che va salvaguardata in ogni modo“, aggiunge.

Un no categorico arriva anche da Fratelli d’Italia: “Imporre l’obbligo di tampone anche ai vaccinati per l’ingresso al cinema e a teatro segnerebbe il colpo di grazia per il settore dello spettacolo”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone. C’è anche la possibilità che venga estenso l’obbligo di vaccino per altri ambiti lavorativi oltre a sanitari, forze dell’ordine e insegnanti.

E la Campania procede a una nuova stretta sulle feste scolastiche, di laurea e compleanno in locali al chiuso, cresce il fronte di quanti auspicano l’introduzione dell’obbligo vaccinale: “Le istituzioni dovevano prevedere l’obbligo vaccinale già a luglio o ad agosto, c’è stata mancanza di coraggio”, spiega Francesco Boccia, deputato e membro della segreteria del Partito Democratico.

Dell’obbligo vaccinale si torna a parlare anche per le parole dell’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato che, in una intervista, sottolinea: “Il governo deve introdurre l’obbligo vaccinale. Nel Lazio abbiamo 400 mila persone senza vaccino, possono sembrare poche rispetto a una popolazione di sei milioni di abitanti, ma in termini assoluti è un numero altissimo”.

Parole che ricevono un consenso trasversale visto che anche il deputato di Forza Italia, Gianfranco Rotondi dice: “Penso che l’assessore regionale del Lazio D’Amato abbia ragione: senza obbligo vaccinale non se ne esce. Sin dall’esordio della pandemia ho citato il precedente del colera del 1973 e con molto ritardo arriviamo a quella conclusione”. E il senatore Udc, Antonio Saccone, sottoscrive: “E’ giunto il momento di una scelta politica ed istituzionale importante: rendere obbligatorio il vaccino. Per tutti“. 

Nessuno parla però in questo momento di una notizia che comincia a circolare negli ambienti medici, ovvero che il virus pare che possa raggiungere la sua fase endemica nella prossima primavera, trasformandosi in un banale raffreddore come per molti virus in passato è successo. Mi domando perché non si valuti nella cabina di regia anche questa notizia al fine di conformare le decisioni in modo più razionale considerando le enormi difficoltà che il settore della cultura, come altri colpiti da questa pandemia, sta ulteriormente affrontando.

Le imprese di produzione, le compagnie, i teatri e l’intero comparto dello spettacolo dal vivo aveva appena aperto i battenti ed ora, se la proposta di far effettuare tamponi preventivi a tutti gli spettatori prima di assistere ad uno spettacolo o ad un film, diventa un mezzo di dissuasione a recarsi a teatro o al cinema per varie ragioni, il costo del biglietto, sommato ad una cena post spettacolo ed il costo del tampone, per una serata porterebbe la spesa pro capite a circa 75 euro.

Già la situazione attuale vede pubblico che acquista i biglietti e non si reca di fatto a vedere gli spettacoli probabilmente per la paura di contrarre virus nelle sale. Un controsenso si, ma la paura è ancora tanta e questo martellamento continuo che perdura da due anni senza sosta, seppure a ragion veduta, rappresenta un ostacolo alla ripresa della socializzazione reale in tutti i sensi. Ci avviciniamo al Natale ed alla fine dell’anno, cosa augurarci? Sinceramente non so dare una risposta a questo quesito e mi riservo di darla, forse, con l’evoluzione dei fatti e delle prossime decisioni che verranno prese. Personalmente sto pianificando tutta la mia attività produttiva per la prossima stagione e programmando anche la successiva del 2022/23 volendo dare un impulso positivo a chi si sente scoraggiato da questa situazione perdurante.

Una cosa è certa che il nostro paese ed il mondo intero questa volta ha bisogno di una “iniezione” di fiducia e di speranza (non mi riferisco al Ministro ndr, ma se volesse darla anche lui ne sarei ben lieto).

Mi auguro di non vedere più palcoscenici nelle condizioni visibili nella foto in evidenza in questo articolo. Salviamo la cultura!

E dopo aver visto oggi questo imbarazzante video della “nuova frontiera dei tele virologi”, se realmente si fossero prestati a tale intervento, che non commento nemmeno, mi ritiro in buon ordine a rifettere…

Ecco il link: https://fb.watch/a1k1JjU4dy/

A tutti i miei lettori auguro un Buon Natale in totale serenità.

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11 Risposte
  1. Davide

    Tutti abbiamo bisogno di quella “iniezione” di speranza e l’arte non deve essere esclusiva ma aperta a tutti.

    Ormai è acclarato che il pericolo zero non esiste ma solamente un tracciamento può ridurre al limite la possibilità di cluster nei teatri;dunque occorreva investire sui test salivari (specificità 98%) per garantire eventi sereni,a prescindere da vaccinati o non.

    Una cosa così lampante,è inaccettabile non sia ancora discussa ma si persista a mettere contro la popolazione ai suoi fratelli e proseguire senza remore su questa via.

    Auspico (senza crederci molto) una distensione sociale e che l’arte torni ad essere di tutti.

    Tracciamento e contingentamento

    1. Grazie Davide per il tuo commento. Come vedi la mia battaglia a supporto della cultura prosegue proprio nel momento dove sto pianificando per la prossima stagione attività produttive nel settore teatrale dopo tanti anni di fermo a livello personale. Per me non cambia nulla vado avanti impavido e come un treno verso gli obiettivi che mi sono prefissato comunque vadano le cose. Auspico anche io una distensione sociale che ci serve molto per riprendere fiducia in noi stessi, cosa che personalmente a me non è mai mancata nemmeno in situazioni catastrofiche.

  2. Pietro

    Purtroppo tutto questo per una condotta d’informazione errata e nn mi soffermo sulle ragioni….proprio ora che c’era qualche segnale di ripartenza in un settore (quello del cinema ancor piú vedi piattaforme tv e streaming) cultura da sempre bistrattato e mai considerato come si dovrebbe…Peccato xké dovrebbe essere x quello che abbiamo l’elemento trascinante dell’economia…

    1. Grazie Pietro per il tuo commento. Si è vero quello che dici, tutto questo accade proprio in un momento dove tutti stavamo riprendendoci da due anni di blocco totale delle nostre attività. La cultura nel nostro paese deve esistere ed è sicuramente un elemento trascinante dell’economia con un fatturato di tutto riguardo.

  3. Danny Puccini

    Non sono né un virologo né tanto meno un economista, di certo c’è che in due anni non sono riusciti nell’intento di arginare il problema, ma in compenso sono riusciti benissimo a distruggere economicamente un paese.. Anzi il paese, il grande paese qual è l’Italia. Buone feste a tutti 🥂

    1. Grazie Danny per il tuo commento. Speriamo fortemente in un recupero della nostra economia fatta dalle piccole e medie aziende che sono il vero motore che traina il nostro paese è che peraltro sono tartassate da tributi di ogni genere.

  4. Dario Pastorino

    Purtroppo caro Alessandro era risaputo che ci saremmo ritrovati nella medesima situazione.

    Chi più di me può capire il bisogno di tornare alla normalità ( non lavoro 2 anni) però bisogna anche essere coerenti e giusti. Nell’ultimo periodo ho girato molto per la città e la gente vive come se il covid fosse storia vecchia. Al cinema ero l’unico ad indossare la mascherina, nei centri commerciali la mascherina utilizzata come copri mento, così nei treni e nelle palestre. Per non parlare del distanziamento.. L’unica chiave per uscire da questa situazione è imparando a convivere con il virus, utilizzando i dispositivi anti contagio, rispettando il distanziamento e soprattutto vaccinandoci.

    Se non ci civilizziamo assumendo un atteggiamento di rispetto verso noi stessi e gli altri, ogni anno sarà la stessa situazione. Quindi passiamoci una mano per la coscienza e prima di puntare il dito verso la politica, chiediamoci se nel nostro piccolo abbiamo contribuito affinché questa, fosse tutta un’altra storia.

    1. Grazie Dario per il tuo commento che condivido. Io non ho mai smesso di utilizzare tutti i dispositivi e le regole base di prevenzione essendomi peraltro vaccinato con tre dosi. La guardia non va abbassata. Non me la prendo con la politica ma pur sapendo che la situazione perdura le decisioni che ho descritto se verranno prese distruggeranno nuovamente il nostro comparto della cultura che con fatica proprio ora stava cominciando a riprendersi. Lo strumento coercitivo del green pass a mio avviso non è servito a nulla se non a creare divisioni sociali e discriminazione tra chi per varie ragioni non può fare il vaccini come ad esempio i soggetti allergici. Chi per scelta non lo fa lo fa a suo rischio e pericolo. Io sono per la libertà di scelta ove tale libertà non limita la mia però.

  5. Dario Pastorino

    L’unico problema è propio questo, scegliere di non vaccinarsi o scegliere di non credere nel virus o nella scienza, vuoi o non vuoi limiterà sempre la nostra libertà. Quindi per il bene comune ritengo sia giusto rendere il vaccino obbligatorio a tutti. Rendendo il tampone gratuito a chi non può vaccinarsi per comprovate esigenze mediche e di sanzionare chi non si attiene al distanziamento o non indossa correttamente la mascherina bei luoghi comuni quali bus Etc .