Cari lettori, oggi di fatto comincia forse la vera fase 2 tanto agognata, molte sono le riaperture, ma molte sono purtroppo anche le chiusure di chi non potrà forse mai più riaprire per essersi drammaticamente compromessa la possibilità di farlo. Da questo “start” immaginario dobbiamo ripartire si, ma con estrema prudenza, la strada è difficile e purtroppo dovremo ancora convivere con la tragicità di questo virus che continua a mietere vittime anche se i contagi sono sicuramente diminuiti in modo considerevole. Forse è venuto il momento di prendere di petto in qualche modo la realtà ed affrontarla anche se questo è praticamente per tutti molto difficile e lo comprendo. Siamo stati chiusi dentro le nostre case e bombardati da qualsiasi tipo di notizie, decreti che hanno generato alla lunga in noi un senso di sgomento che dobbiamo gradualmente toglierci ancora da dosso perché incombe ancora pesantemente come un macigno un po’ per tutti. Per chi ha avuto la possibilità di riaprire le proprie attività ci sono nuove norme da osservare per la sicurezza e il cosiddetto distanziamento sociale, che pare siano ancora le uniche soluzioni praticabili per mantenere la nostra incolumità anche se io personalmente non ne sono del tutto convinto. Sarà anche una norma che garantisce sicurezza, ma pensare di andare con un congiunto, come si usa dire oggi, un amico o qualsiasi altra persona insieme in un ristorante e trovarsi ad un tavolo diviso da un pannello in plexiglass lo trovo un po’ come andare in visita parenti in un carcere. Alla lunga questa cosa secondo me non favorirà l’afflusso di molta clientela nei ristoranti che già per gli stessi motivi di sicurezza si trovano costretti anche a distanziare i tavoli tra di loro diminuendo in modo cospicuo il numero dei coperti a disposizione del locale. Le mie sono solo riflessioni e purtroppo non so trovare delle soluzioni alternative, ma mi domando solo se il distanziamento sociale sia l’unica vera via di salvezza per far ripartire tutto un sistema complicato di attività che per mesi sono rimaste paralizzate. Oltretutto si denota una totale mancanza di osservanza di queste regole da molte persone che sono in giro senza mascherina e le protezioni che tanto sono state consigliate o addirittura rese obbligatorie, le città sono tornate ad essere sporche e questo denota ancora un degrado ed una mancanza di senso civico che dovrebbe essere invece oggi molto più da considerare dopo quello che abbiamo passato tutti. Rispettiamo prima di tutto noi stessi per essere rispettosi nei confronti degli altri ricominciando con fiducia a vivere una vita parzialmente normale in attesa che gli eventi siano confortanti per un ritorno ad una effettiva e gratificante normalità.
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Mi associo, è una sfida epocale.
La Francia (con il caos scuole richiuse) è riprova di quanto bisogna andare cauti.
Per esercenti e cittadini è una sfida importante, fondamentale sarà il controllo:basato su accurato discernimento sanzionatorio tra coloro che si trovano spaesati e non hanno assorbito questi cambiamenti, ed i trasgressori seriali
Grazie Davide per io tuo commento in effetti sta al nostro senso civico il prosieguo in sicurezza di questa ripartenza.