Con questo titolo provocatorio vorrei focalizzare l’attenzione sul settore professionale nel quale svolgo la mia principale attività imprenditoriale, ovvero quello della produzione di spettacoli teatrali. E’ una riflessione attenta dopo aver visto trapelare tra le tante notizie di questo periodo relative alla tanto agognata “fase 2”, se ufficiale e confermata, quella che le sale cinematografiche e i teatri riapriranno i battenti nel prossimo mese di Dicembre. Se così sarà credo che la pianificazione della fase 2 per quanto riguarda me e colleghi sarà soltanto quella di poter pianificare cosa mangiare oggi a pranzo e li mi fermo. Mi rendo conto che l’attività di intrattenimento dal vivo non sia tra quelle che devono prioritariamente essere tra le prime categorie a riaprire, anche forse per dati di fatturato, ma credo che il cittadino se rimesso gradualmente in circolazione e superata effettivamente la fase più critica per i contagi di questo terribile virus covid-19 oltre ad andare libero in cartoleria, abbia anche il diritto di andarsi a svagare potendo contare su un’offerta di intrattenimento fuori dalla propria abitazione in modo da poter anche riprendere un minimo di vita sociale seppur con le dovute precauzioni.

Vorrei premettere che la mia non è una lamentela nè una polemica per invocare degli aiuti economici statali perché essendo un imprenditore in questo settore da diversi anni ho preferito produrre e confezionare spettacoli in modo autonomo, senza mai richiedere contributi. Penso anche agli esercenti teatrali che avranno le medesime difficoltà ed anche agli stessi attori e tutte le maestranze del settore che non avranno lavoro per l’intera stagione che normalmente parte nel mese di Ottobre.

Provo ad ipotizzare un suggerimento mediante una riapertura dei teatri con degli accorgimenti per fare accomodare il pubblico in sala magari distanziato vendendo una platea ridotta a file e posti alternati per rispettare un minimo distanziamento. Forse un ragionamento stupido ma fatto da un imprenditore che cerca di trovare anche in un periodo di estrema difficoltà economica comunque una via d’uscita che possa consentire al settore in cui lavora una minima ripresa. Il settore teatrale è sempre stato praticamente in crisi, ma per quello che posso ricordare io ed anche dai racconti di “maestri” del settore molte battaglie in passato sono state fatte da nomi illustri per far valere i diritti di categoria, oggi non posso fare a meno di constatare in pratica una sensazione di abbandono a se stessi in balia di una situazione che non vede rosee prospettive di ripresa. Se anche volessi investire in una nuova produzione mi vedrei ridotto di tre mesi il periodo nel quale spalmare le repliche di uno spettacolo e soprattutto vedermi privato dei mesi migliori per rappresentarlo. Esorto tutti i colleghi e gli operatori del settore in proprio o anche attraverso Associazioni di settore ad aprire tavoli di lavoro e dibattiti costruttivi per trovare insieme un punto fermo da cui ripartire con fiducia, anche per poter credere con fermezza ad uno dei tanti hashtag che circolano da tempo che effettivamente anche per il nostro settore “andrà tutto bene”. Non facciamo spezzare lo spettacolo dal vivo e non facciamo morire il teatro.

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8 Risposte
  1. Fulvio de Angelis

    Ale veramente una situazione terribile in tutti i campi. Difficile sposare le idee di contenimento del contagio con quelle di assembramenti di persone . Purtroppo in tutti i campi. Pensa ai concerti, alla moda che produce da una stagione all’altra e ha annullato tutte le sue Kermesse avendo una filiera delicatissima e in una crisi epocale. Ogni settore ha una sua criticità. Che dire, hai ragione di sicuro ma difficile trovare rimedi. È una situazione epocale per tutti – da vivere giorno per giorno – trovando formule di sopravvivenza. Almeno fino al vaccino. Un caro saluto.

  2. Dario Pastorino

    Caro Alessandro questa è una situazione difficile da affrontare. Siamo nel 2020! Ci saranno delle soluzioni da poter adottare o delle alternative che possano permettere quantomeno il proseguo degli spettacoli. Speriamo solo che si riesca a trovare quanto prima un compromesso tra salute e bisogno di intrattenimento. Ti abbraccio forte

    1. Grazie Dario per il tuo commento certo è un argomento difficile ma deve essere pur affrontato come tanti ne sono stati affrontati in questo periodo. Mi auguro solo che presto molte attività tra le quali quella dei teatri possano riaprire.

  3. Davide

    Caro Alessandro,
    penso che il ritorno alla normalità sarà lungo e prima di qualche anno non ci assesteremo:i cambiamenti e lo sconvolgimento che questa pandemia ha generato, stanno mettendo alla prova la nostra specie, che deve adattarsi in un habitat nuovo.

    È un problema che è giusto sollevare, perché alcune categorie di lavoratori si troveranno stoppate, pertanto (visto che si vive in un’era moderna) dovrà esser normale che alla fase del blocco totale, conseguirà quella dell’adattamento.

    Le possibili mutazioni di questo virus sono una incognita per gli scienziati stessi, per questo credo si stiano dilatando i tempi in modo prudente

    1. Grazie Davide per il tuo commento, del resto era una considerazione che doveva essere fatta in uno dei tanti settori che hanno subito uno stop. Sono convinto che gli scienziati inducono ad una prudenza nella riapertura ma oggettivamente non si può pensare di paralizzare un intero sistema produttivo oltre ogni limite immaginabile ed aprirne altri in virtù di quali priorita?

  4. Paola Barzi

    Caro Alessandro, concordo completamente con le tue considerazioni. Stiamo vivendo un periodo di incertezza, di cambiamento, di paura dove pensare ad un domani identico al nostro ieri sembra in questo momento impossibile. Il nostro meraviglioso lavoro che vive di pubblico e che si nutre dei suoi applausi risente e risentirà di tutto ciò, di questo fermo immagine imposto e necessariamente obbligato… La ripresa sarà lenta ma quando avremo il semaforo verde, sono convinta che le emozioni che riusciremo a donare e la grinta che metteremo in questo nuovo inizio ci aiuteranno a dimenticare questa brutta parentesi. Ora è il momento per prepararsi, inventare nuovi formati, partorire idee, essere innovativi e studiare strategie vincenti per rientri economici sicuri e veloci… rinnovarsi ed innovare. Un mondo nuovo ci aspetta … chissà, forse ci piacerà anche di più.

    1. Cara Paola grazie per il tuo commento sono convinto anche io che ci sarà un mondo nuovo che ci aspetterà quando finalmente questo periodo sarà terminato, ma pure sempre andavano fatte le considerazioni che ho scritto per dare voce ad uno dei tanti settori colpiti da una crisi dalla quale obiettivamente non è facile rialzarsi.