Siamo giunti al termine di questo Blog con Michele Procacci. Ti ringrazio caro Michele per aver messo ai disposizione la tua professionalità sul mio sito a vantaggio dei lettori che volessero approfondire le tematiche trattate. Veniamo alle ultime tre domande.
Io pratico da molti anni la meditazione Mindfulness, ho letto molte argomentazioni e mi sono documentato prima di praticarla ed oggi questo metodo ha contribuito notevolmente a consolidare un uomo già determinato, motivato e motivatore verso gli altri sviluppando un’empatia innata ed insita nel mio carattere, perché trasferitami da un’educazione molto rigida proveniente da una famiglia patriarcale dome mio padre Aldo è stato sicuramente un capostipite di riferimento; anche se il concetto di meditazione è molto ampio e lontano nel tempo perché appartenente a molte culture nonché a diverse religioni. Potresti descrivermi sinteticamente che tipo di meditazione è la Mindfulness e chi può praticarla.
RISPOSTA: Caro Alessandro, parlando di Mindfulness, mi parli di una pratica terapeutica molto diffusa nelle discipline che io insegno, cioè la terapia cognitivo comportamentale. La cosa interessante è che seppur proveniente dal Buddismo, quindi dalla disciplina che è più di carattere religioso, sposa molto le caratteristiche corporee con quelle emotive e mentali dell’essere umano e tende ad avere una visione olistica cioè integrata all’individuo. Mindfulness altro non è che la declinazione nel monto occidentale di alcune di queste pratiche ottenute attraverso degli esercizi che vengono strutturati sia individualmente che in gruppo e vengono praticati come allentamento alla consapevolezza interiore ed alla regolazione degli stati interni, in particolare quelle emitivi e di pensiero: pensiamo alle ruminazioni o ai rimurginii. Quindi è qualcosa che sta diventando molto virale, per usare un termine attuale nel mondo occidentale ed è molto utilizzata non più tanto per i disturbi mentali, ma anche per le forme di stress cronico a cui potremmo dire ciascuno di noi è soggetto. Ti devo fare il complimenti Alessandro per questa tua iniziativa che va proprio come antidolorifico dello stress cronico.
Altro aspetto molto interessante della tua attività e quello della Terapia Cognitiva, partiamo dal semplice significato della parola “cognizione” e cito dal Nuovissimo Dizionario della lingua Italiana Fernando Palazzi, Edito dalla Milano Casa Editrice Ceschina Edizione dell’anno 1955 dove hanno studiato tutti i miei fratelli ed anche io. Questo Dizionario si trova nel mio ufficio ancora oggi, rilegato con una copertina personalizzata dal titolo “Dizionario Casa Lopez”. Cito: “Cognizione”: dal latino cognitio ovvero l’atto e l’effetto del conoscere: giungere alla cognizione del vero: la cognizione umana nozione, cosa imparata studiando ed osservando: le cognizioni utili T. Giur. L’esaminare una causa per darne sentenza. Giudicare con cognizione di causa con perfetta notizia di ogni particolare. N. CONOSCENZA, nozione, rivelazione.
RISPOSTA: Una cosa davvero simpatica che mi dici, soprattutto la nuova copertina che hai messo al Dizionario che tu utilizzi. Si effettivamente “cognosco” ha la radice latina etimologica che è quella che tu hai spiegato. Per noi la valenza dei pensieri, cioè la parte cognitiva della mente, cioè dei pensieri, ragionamenti, le opinioni che abbiamo su noi stessi e sul mondo sono collegate spesso a emozioni particolari; quindi l’idea del fondatore della terapia cognitiva che è Aaron Beck, un americano di Philadelphia degli anni ’50, e che l’attività di conoscenza è un’attività che riguarda i pensieri e l’associazione di essi con le emozioni. A questo seguono dei comportamenti successivi per esempio: se uno ha un attacco di panico che è una condizione emotiva molto forte, spesso i pensieri che ha che sono molto rapidi sono “sto morendo”, “sto impazzendo”. Questo ha una forma di reazione nell’evitamento della situazione temuta, oppure nella chiusura in se stesso nell’isolamento per cercare di evitare più possibile di stare male, oppure meno raro anche se sarebbe più necessario chiedere aiuti agli altri. Quindi come vedi è una declinazione terapeutica del termine che sicuramente ha a che fare con la conoscenza di se stessi, quella del “gnoti sauton”. Credo che tu abbia beccato un punto anche perché la mente ha bisogno di dissetarsi di una conoscenza di se per capire meglio quello che ci circonda quotidianamente
Per concludere questo primo incontro, vorrei chiudere con una domanda personale che mi interessa particolarmente e che non ti ho mai fatto: quanto incide sulla tua vita privata la tua professione, riesci a distribuire il tuo tempo per te stesso, tua moglie ed i tuoi figli?
RISPOSTA: Caro Alessandro, questa ultima tua domanda è sicuramente la più personale, ma anche la più difficile a cui rispondere. E’ chiaro che tu che sei un professionista nell’imprenditoria dello spettacolo, sai quanto il lavoro sia importante e quanto questo porti dei frutti non solo personali ma anche per chi ci circonda, ma quanto tempo toglie a noi stessi in termini proprio di tempo libero, di stare tranquillamente nell’ozio solo con i nostri cari, oppure dedicandoci ad altre attività; è così anche nella professione che io compio. Devo dire che ho la fortuna di avere delle figlie ed una moglie molto attente nel rispettare questo anche se ne portano il peso da molti anni. Sicuramente è nella finalità del nostro lavoro che rimane anche un pochettino il loro godimento cioè vedere che riuscendo in quello che facciamo, riusciamo ad essere di utilità talvolta anche di positività per gli altri. In fondo questo è un aspetto che ci unisce in definitiva quello di creare un benessere dove tu parti dal godimento e la fruibilità di una cosa che è sana nell’uomo che è quella del gusto dell’ironia, per la comicità, per lo spettacolo, per la creatività e io invece ci arrivo da un’altra parte, levando quegli impedimenti anche interni che spesso ci mettono di umore cattivo o ci rendono la quotidianità più amara. Per quanto riguarda il fatto di vederci o di parlarne di persona, volentieri e speriamo che queste nostre risposte abbiano interessato i tuoi lettori e non li abbiano annoiati.
Ti ringrazio ancora Michele per la tua disponibilità ed a presto!
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Ringrazio, ancora una volta, Alessandro ed il dottor Procacci per aver esposto tematiche così importanti e sfaccettate in una forma divulgativa chiara e fruibile.
Grazie Davide per il tuo gentile commento, sono contento che ti abbia trovato fruibile e divulgativo l’intero blog perchè l’intento era proprio questo.
È un piacere leggere tutte queste cose, si vede che Alessandro è una persona molto profonda.
Si vede e si sente anche da come scrive che fa questo lavoro con vera passione.
Grande Alessandro!
Grazie Manuel continua a leggermi
Molto interessante !!! Preferisco * * *filosofie orientali * alla psicoanalisi !!! Con tutto rispetto di essa !! Ma è * nata * da poco !!! Mentre invece l’oriente ….!!!! Tutte le tematiche messe in evidenza nell’articolo le ho vissute personalmente !!! Un lungo e tortuoso cammino all’inizio !!! Ulcera a 20 anni !!! Ho iniziato a fare teatro a 15 anni !!! Lo sto ancora facendo !!! Ma in inglese agli studenti delle superiori e dell’università !!! Si, perché ho frequentato il college a Londra per 4 anni !!! Sono un ipersensibile iperempatica iper …..!!!! Fortunatamente sdrammatizzo gioco scherzo sono abbastanza equilibrata da sempre certo che da giovane ero vivacissima !! Ciò mi ha * salvata * !!! Ma poi è arrivato il * conto * !!!! È stata dura ma ora sono felicissima di essere come sono !!! Domani non lo so !!! Grazie !!!!
Grazie per il tuo gentile commento, prescindendo dalle preferenze mi sembra che ti sia piaciuto il blog. Quanto all’iper empatia ne avrei da vendere di commenti in quanto anche io sono “leggermente” empatico data anche la mia attività, ma dopo anni di lavoro ho imparato a dosare bene le cose. Buona vita!
Ho fatto quattro anni di questo tipo di terapia, di cui tre consecutivi. Anche se ho avuto dei miglioramenti, anche importanti, mi è sembrato che la cura fosse diventata peggio del problema, con problemi poco o per nulla affrontati e i miei cari ignorati
Grazie Luca per il commento mi dispiace leggere che la cura sia diventata peggio del problema che avevi. In molti casi queste terapie si sono rivelate efficaci