Gli Ultimi Militari senza Smartphone / 4

Prosegue ancora la serie di domande ai miei subalterni, oggi ex Fanti della Seconda Compagnia Falchi dell’82^ Battaglione Meccanizzato Torino Caserma Giovanni Amadio Cormons Medaglia d’oro al V.M. appartenenti al Terzo Scaglione 1985. Come ricorderete, cari lettori, ho posto a loro alcune domande che – ovviamente – oggi come allora sono prima di tutto carissimi Amici. Questa volta risponde l’amico Alberto Ornaghi, altro fratello della Caserma Amadio, nonché grande mano, abile nel fare fotografie di altissima qualità artistica. Da segnalare una sua mostra personale fatta circa un anno fa a Vedano al Lambro sul tema Luci, Colori e Contrasti. Ritengo Alberto una persona dotata di spiccata sensibilità già evidente ai tempi in cui era un Fante Assaltatore nel 1985, oggi “assalta” con il suo obiettivo soggetti che rende artisticamente godibili agli occhi del pubblico quando dovesse fare delle nuove mostre. Passiamo alle domande ad Alberto Ornaghi:

Quale è stato l’impatto con il servizio di leva militare al centro addestramento reclute ed al reparto assegnato?

Sicuramente un pò di timore c’era, le voci sul nonnismo, le frequenze delle licenze la distanza comunque tutti i problemi di un ragazzo di neanche vent’anni che comunque aveva al centro della sua vita la spensieratezza della sua età. Per quanto riguarda l’arrivo al Reparto il timore della destinazione in se stessa in quanto “Cormòns” citata sempre come destinazione maledetta e punitiva era lo spauracchio della recluta; il modo con cui siamo stati accolti, noto a tutti voi, perché la vostra “guardia” era alta memore di uno scaglione precedente il 4° 1984, che vi aveva segnato, se non sbaglio e comunque di impatto sicuramente forte, spettacolare se vogliamo e che ha segnato successivamente un pò tutti.

Non sbagli affatto Alberto, infatti ti domando quali sono stati i valori che avete acquisito durante il vostro servizio di leva elencatelo e descrivilo 

I valori sicuramente sono molti, dal punto di vista sociale relazionale e pratico, io faccio sempre questi esempi quando si discute sul servizio di leva ed il ripristino dello stesso: dico sempre che la Caserma o Battaglione che sia è una vera e propria azienda. Ognuno ha un ruolo e deve svolgere un lavoro nel rispetto delle gerarchie e quindi è sensato indicare sul proprio Curriculum l’avvenuto svolgimento del Servizio Militare; mentre per la vita di tutti giorni le lezioni sono molteplici, dal rispetto degli orari e come dico sempre in modo molto pratico e semplice, “se vai a casa ogni sessanta giorni devi imparare a lavarti le mutande” per far capire che non ci sarà sempre la mamma a salvarti. Bisogna saper fare squadra vivere in gruppo giorno e notte, insomma sono molteplici le lezioni di vita, che purtroppo i giovani d’oggi non considerano e non si rendono conto che un anno di leva non è mai stato e non sarebbe assolutamente un anno sprecato.

Avete fatto parte di un Battaglione operativo nelle vicinanze del confine con la Ex Jugoslavia nel1985 governata da una dittatura e siete stati addestrati al combattimento all’uso ed alla manutenzione delle armi descrivete cosa avete imparato ?

Manovrare armi per un ventenne è sicuramente affascinante, per lo meno per me così è stato, senza dimenticare che sono strumenti di morte, ma visto dal punto di vista tecnico l’uso dei fucili di allora era complesso ed anche pericoloso come per tutte le armi in dotazione; il saper smontare ed effettuare la manutenzione degli strumenti forniti è sicuramente fondamentale ed importante per un soldato come conoscere ed essere aggiornato sulla varietà delle stesse partendo dell’ormai obsoleto e superato fucile Garand, al FAL, al Bazooka per poi passare ai missili anti carro Milan e la mitragliatrice Browning, ancora oggi strumenti “vintage” dell’Esercito dotato oggi di mezzi ed armi ben più performanti rispetto a quelle del 1985.

Quale è stata l’esercitazione che più ti ha colpito e dalla quale hai acquisito maggiore esperienza?

Sicuramente quello comunemente chiamato “Campo in Puglia” il nome preciso mi sfugge, e non vorrei scrivere qualcosa di sbagliato. Mi ha colpito per la durata e le vicissitudini che abbiamo passato. Ricordo benissimo l’arrivo a ridosso di Caste de Monte che, dopo anni ho voluto visitare, ma anche il breve campo nel periodo natalizio sul Cellina in Friuli Venezia Giulia se non ricordo male. Il freddo è il mio ricordo di questo in particolare.

Hai fatto il tuo servizio di leva sempre con coscienza e dedizione o hai avuto momenti di sconforto descrivi la tua personale esperienza

Dal punto di vista personale con coscienza e dedizione credo di si, ma penso anche per la stragrande maggioranza dei miei compagni. Momenti di sconforto sicuramente anche se nel mio caso non ne ricordo o non hanno lasciato il segno, ma ripeto eravamo ragazzi d neanche vent’anni.

Come hai vissuto l’impatto con la gerarchia militare?

Prendere ordini non fa piacere a nessuno, ma non bisogna ostinarsi a scatenare guerre ed attriti per questo. Va accettata la situazione per quello che è e come ho già detto bisogna pensare alla cosa come ad una grande Azienda e anche il rispetto della gerarchia è fonte di formazione dell’individuo per il futuro; per quanto mi riguarda ho sempre accettato la cosa di buon grado con lungimiranza di un periodo da passare in massima tranquillità possibile.

Hai sempre osservato la disciplina e fatta osservare per chi di voi era un graduato di truppa ?

Non essendo graduato posso solo dire di averla rispettata si.

E ne sono testimone caro Alberto. A tal proposito descrivi anche tu l’esperienza vissuta con me Sottotenente allora Amico oggi cosa vi è rimasto nel cuore ?

Abbiamo sicuramente legato e comunque mantenuto l’amicizia che è nata allora. Si usciva insieme anche durante la leva per esempio, poi come succede, ognuno prende la propria strada e magari ci si vede meno anche per questioni geografiche, anche se qualche volta siamo riusciti a combinare qualche incontro, i social in questo senso danno una grossa mano. Dal punto di vista strettamente militare, mi sono trovato bene con te in quanto essere un Ufficiale è prima di tutto essere un uomo in grado di capire e seguire per così dire i propri subalterni e credo che tu ci sia riuscito andando oltre al ruolo.

Saresti d’accordo a far vivere un’esperienza del genere ai tuoi figli sia maschi che femmine?

Assolutamente si.

Cosa pensi dell’Esercito italiano di oggi non più formato da giovani di leva obbligatoria, ma bensì di professionisti?

Bene se ne guadagna dal punto di vista della professionalità e competenza, anche se la leva obbligatoria ne incrementerebbe il numero, visto che per chi dice che l’Esercito è inutile, si potrebbe impiegare di più ad esempio per l’aiuto durante le calamità naturali, sempre più frequenti anche se già succede. Insomma inutile certo no.

Qual’é stata la tua reazione nel vedere la nostra Caserma Amadio demolita all’ottanta per cento è ridotta ad un parco pubblico con parcheggio per un paese piccolo come Cormons?

E’  una brutta cosa, abbandonata e demolita dopo il rimpallo delle competenze tra le Istituzioni. Sarebbe stata degna rinascita il riutilizzo per sedi di istituzioni pubbliche sempre carenti, certo ci sarebbero voluti sforzi economici per la ristrutturazione, la mia reazione è stata sicuramente orgoglio e stupore, parlo dei tempi di quando era ancora in piedi.

Bene, caro Alberto, anche con te è stato emozionante ripercorrere un po’ di tappe di quella bella esperienza vissuta insieme con “gradi” diversi, ma una temperatura sempre calda fatta di stimoli, di affetto e di rispetto immutati nel tempo che oggi è andato oltre ogni gerarchia. Oggi la gerarchia non ci appartiene più perché abbiamo dei valori comuni che condividiamo ogni giorno con le nostre rispettive famiglie e addirittura tra di noi che ci sentiamo praticamente ogni giorno, chi dalla macchina, chi dall’ufficio o semplicemente via whatsapp come veri amici che hanno ridotto le distanze che ci separano, anche a te dico Credo e Vinco!

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1 Risposta
  1. Alberto Ornaghi

    Grazie mille!
    le nostre testimonianze sono importanti e mantengono vivo il nostro spirito…
    proprio oggi siamo riusciti a fare un breve aperitivo io Francesco e Pino, e abbiamo chiacchierato come se ci fossimo visti il giorno prima… per me segno che la nostra esperienza fa da collante e segna una continuità dell’amicizia!