Gli Ultimi Militari senza Smartphone

Continua la serie di domande ai miei subalterni, oggi ex Fanti della Seconda Compagnia Falchi dell’82^ Battaglione Meccanizzato Torino Caserma Giovanni Amadio Cormons Medaglia d’oro al V.M., appartenenti al Terzo Scaglione 1985. Come ricorderete, cari lettori, ho posto a loro alcune domande che – ovviamente – oggi come allora sono prima di tutto carissimi Amici. Oggi è il turno di Giuseppe Boscolo, destinato alla Compagnia Comando e Servizi con la qualifica di Imbianchino, poi destinato invece alla Seconda Compagnia Falchi sempre per decisione dell’allora Tenente Gian Luca Giovannini che comandava la Seconda Compagnia di cui anche io facevo parte come Sottotenente e comandante del Plotone. Cari lettori, vi presento un caso umano, quasi da analizzare ai tempi di oggi. Dico questo con l’intento di far sorridere e divertire i miei lettori, perché il povero Giuseppe, che invece è stato poi un bravissimo e preparatissimo Soldato, dotato peraltro di uno spiccatissimo senso dell’umorismo, è stato un autentico “perseguitato” dagli eventi di quell’anno terribile di servizio di leva. Passiamo alle domande:

Quale è stato l’impatto con il servizio di leva militare al centro addestramento reclute ed al reparto assegnato

Cosa dire, il servizio di leva era da fare e sono partito con l’idea di farlo, niente di più, pensavo fosse una cosa inutile fino a quel momento. Al Centro Addestramento Reclute fondamentalmente non ho cambiato opinione, troppe persone, troppi distacchi. Al reparto assegnato è cambiato tutto, partendo dall’arrivo, una sensazione di terrore che ci è stata trasmessa volutamente. Ripensandoci dopo però, mi sono reso conto che è stato giusto cosi.

Quali sono stati i valori che avete acquisito durante il vostro servizio di leva elencateli e descriveteli

Non lo so se ho acquisito valori, so che ho conosciuto tanti ragazzi come me, abbiamo vissuto le stesse sensazioni, paure, gioie e frustrazioni e ho imparato a fidarmi di loro. Ad un certo punto mi sono sentito come a casa, con persone di famiglia. Tutto è diventato più  facile e distaccarsi da tutti è stato difficile.

Avete fatto parte di un Battaglione operativo nelle vicinanze del confine con la Ex Jugoslavia nel1985 governata da una dittatura e siete stati addestrati al combattimento all’uso ed alla manutenzione delle armi descrivete cosa avete imparato ?

Abbiamo incontrato soldati della ex Jugoslavia che erano li come noi ma che non volevano esserci. Militarmente credo di avere imparato ben poco forse perché non ne ero portato.

Quale è stata l’esercitazione che più vi ha colpito e dalla quale avete acquisito maggiore esperienza ?

Sicuramente il campo in Puglia è stato il più impegnativo e anche il più bello. Abbiamo fatto la ronda notturna, l’attacco congiunto con altre Forze e specialità dell’Esercito. Forse se l’addestramento fosse stato più in questo senso per tutto l’anno anziché  provare e riprovare sempre e solo assalti di squadra, sarebbe stato più  interessante.

Avete fatto il vostro servizio di leva sempre con coscienza e dedizione o avete avuto momenti di sconforto descrivete la vostra personale esperienza

Momenti di sconforto tanti specialmente all’inizio, al nostro arrivo. Il messaggio trasmesso alla stazione era quello di terrore e totale sottomissione. Il primo mese è stato duro e il pensiero che avremmo dovuto fare un anno in quel modo è stato difficile da superare.

Come avete vissuto l’impatto con la gerarchia militare?

A livello di graduati era così, c’era chi ci comandava punto e basta. A livello di truppa, le gerarchie sono servite per far passare meglio il tempo, ogni mese era un traguardo raggiunto.

L’avete sempre osservata è fatta osservare per chi di voi era un graduato di truppa ?

Sempre osservate le gerarchie era giusto cosi.

Descrivete a tal proposito l’esperienza vissuta con me Sottotenente allora Amico oggi cosa vi è rimasto nel cuore ? 

Beh, all’inizio ti sei presentato, come tutti gli altri, massiccio e duro, dovevi incutere terrore e ci sei riuscito bene. Poi piano piano, entrando sempre più  in confidenza, ti sei dimostrato come uno di noi, mantenendo il distacco quando era giusto farlo e comportandoti da amico al di fuori della caserma. Piano piano ti ho conosciuto per quello che sei e ti ho rispettato e riconosciuto come amico. Non a caso poi ci siamo frequentati anche dopo il servizio di leva.

Sareste d’accordo a far vivere un’esperienza del genere ai vostri figli sia maschi che femmine?

Credo di no. Abbiamo cresciuto i nostri figli in modo diverso da come siamo cresciuti noi. Troppo abituati a stare bene, credo che molti non riuscirebbero a resistere a quel tipo di trattamento.

Cosa pensate dell’Esercito italiano di oggi non più formato da giovani di leva obbligatoria, ma bensì di professionisti?

Non lo so, non mi sono mai informato e non ho mai seguito. Non sono in grado di dare una mia opinione.

Qual’e stata la vostra reazione nel vedere la nostra Caserma Amadio demolita all’ottanta per cento è ridotta ad un parco pubblico con parcheggio per un paese piccolo come Cormons?

Sinceramente mi è dispiaciuto. Vedere il posto dove ho lasciato un pezzo di cuore e fatto tante fatiche non esistere più  mi ha velato di tristezza. Posso fare un post scriptum?

Certo che puoi Giuseppe!

Non sono un grande scrittore. Probabilmente quello che ho scritto non trasmette a pieno la profondità dei miei pensieri. Comunque, nel bene e nel male rifarei tutto quello che ho fatto in quell’anno e con le stesse medesime persone.

Mi permetto di dissentire caro Giuseppe, sei stato assolutamente esaustivo, delicato, appassionato e mi hai commosso davvero, perché hai espresso nelle tue risposte i tuoi sentimenti con dovizia di particolari rivelando a tutti i miei lettori come sia chiara la nostalgia di quegli anni densi di valori che oggi non troviamo più soprattutto nei giovani, che sono troppo pressati da una vita frenetica fatta di un esasperato arrivismo e che non fa mai soffermare sulla realtà di ogni giorno. La vita va vissuta proprio ogni giorno, letta come una pagina di un libro, si dovrebbe usare la punteggiatura e soffermarsi ad osservare con frequenti pause riflessive il mondo che ci circonda per capire dove ci si trova ed il contesto in cui si vive. Ma non voglio avere la pretesa di insegnare nulla a nessuno dicendo questo; ognuno vive la sua vita come crede e deve fare assolutamente tutte le esperienze che vuole, anche negative se sarà il caso. Solo in questo modo potrà un domani essere un individuo maturo, così come tu oggi lo sei.

E in conclusione per chiudere sorridendo, visto che ho premesso che sei stato un “perseguitato” dalla naja e siccome ti ritengo invece una validissima e sensibilissima persona oggi, racconto un aneddoto divertente:

Ci trovavamo a Messina, comandati a fare Servizio d’Ordine durante le Elezioni Politiche del 1985. Ovviamente mi sembra logico che la destinazione potesse essere la più lontana da Cormons, che dista da Messina 1.320,5 chilometri. Certo Oggi con le Autostrade si può percorrere in 12 ore e 56 minuti passando per l’Autostrada A1 per proseguire sulla E45, una sosta a Villa San Giovanni per imbarcare la vettura ed arrivare a destinazione. Invece noi “comodamente” siamo partiti da Cormons in Treno. Ma non certamente un Frecciarossa; una squisita e lentissima “tradotta militare” in gergo chiamata così che è un convoglio ferroviario che si usava ai tempi per il trasporto di militari in occasione di manovre od esercitazioni per l’invio di grandi quantità di militari. Ma qui dovremmo soffermarci un anno almeno per descrivere cosa è stato per tutti quel viaggio stipati in scompartimenti pieni di zaini, armi, munizioni eccetera.

Veniamo all’aneddoto vero: ci trovavamo sul piazzale della Caserma a Messina dove eravamo stati destinati e dopo l’alzabandiera dato il “rompete le righe” tu mi chiedesti: “Signor Tenente, posso fare un salto al bagno?” ed io risposi: “Certo, si accomodi in fondo al piazzale” e tu mi porgesti il saluto e ti incamminasti lentamente verso il bagni. Io intuii il momento culmine per far scattare il mio modo goliardico di affrontare la mia autorità da Ufficiale e ti bloccai subito dicendoti: “Alt!, si fermi Boscolo. Lei ha detto che voleva fare un “salto” al bagno, dunque le ordino di andare al bagno saltellando! E tu ti voltasti sorridendo e puntualmente mi rispondesti “Comandi Signor Tenente” e saltellando sorridendo come Heidi andasti al bagno. Oggi potrei sicuramente scritturarti per un Show Comico degno di rispetto. Complimenti Giuseppe. Stia Punito per avermi preso in giro! E il 15 Dicembre paga da bere un caffè!

Oggi Giuseppe Boscolo lavora al Posto Centrale di Viglilanza (P.C.V.) delle FERROVIE NORD FNM GROUP a Saronno (VA) http://www.ferrovienord.it

Sei stato più che un bravo Soldato se oggi lavori li ! Buona vita Fratello!

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9 Risposte
  1. Davide

    Quando l’amicizia nasce in un luogo formativo e rimane intatta negli anni.

    Sempre ottimi spunti, grande Alessandro.
    E complimenti a Giuseppe:diretto, conciso e ottimo narratore di quelle esperienze, che giungono intatte nel racconto per noi lettori

    1. Caro Davide tu sei testimone oculare di questo legame perché hai conosciuto quanto meno a livello di chat ognuno di loro e quindi assistiamo ogni giorno al delirio goliardico ed anche alle gioie e sofferenze di ciascuno di noi nei nostri specifici spaccati di vita; inoltre io e te siamo da un po’ di tempo diventati amici e devi dire abbastanza rapidamente abbiamo individuato parecchi punti di vista in comune, quindi chi meglio di te lui comprendere questo senso di fratellanza che noi soldati abbiamo intatto dal 1985? Credo e Vinco!

    1. Vale lo stesso per me. Oggi che ognuno di noi vive in una propria e personale dimensione e conoscendo i guai e le gioie che ciascuno di noi porta dentro avere degli amici che si chiamano fratelli in modo evidente e pubblico ha talmente un senso ed un espressione pura di un vero amore empatico che ha superato di gran lunga gli anni ‘80. Credo e Vinco!!

  2. Alberto Ornaghi

    Grazie a Dio siamo tutti diversi, siamo stati soldati, ma non soldatini… chi lo ha fatto convinto, chi lo ha fatto pensando di “evadre la pratica” come hai fatto capire tu… ma mi sembra che poi tutte le idee e tutte le sensazioni convergono in questo grande ed eccezionale calderone, in senso buono, di esperienze di vita che sono il nostro tesoro…