Gli ultimi militari senza Smartphone

Militari senza smartphone

Ho posto alcune domande ai subalterni della Seconda Compagnia Falchi dell’82^ Battaglione Meccanizzato Torino Caserma Giovanni Amadio Cormons Medaglia d’oro al V.M., che – ovviamente – sono prima di tutto carissimi Amici. 

Cominciamo questo ciclo di interviste con Francesco Bonfitto, 14-06-1966, Soldato Semplice incarico 230 A (mai insignito dei gradi di caporale durante quasi tutto il periodo di leva, se non nella fase finale dopo esser stato spostato in 3 compagnia Cobra per addestrare le nuove reclute per circa un mese).

Quale è stato l’impatto con il servizio di leva militare al centro addestramento reclute ed al reparto assegnato?

Il centro di addestramento e stato il 28 reggimento Pavia a Pesaro, l impatto e stato un inizio di cambio vita, ho sentito sin dal primo giorno che il mio mondo , quello fatto di amicizie ,primi amori e giochi d’adolescenza, stavano svanendo. Chi mi diceva cosa fare era poco più grande di me, ma li vedevo molto più grandi di me, i caporali istruttori duri e inflessibili mi hanno forgiato per quei 30 giorni in modo incisivo con tanta disciplina e molta marzialità. Ripensandoci oggi a distanza di quasi 35 anni, forse, quei caporali istruttori sapevano già le nostre destinazioni e hanno voluto darci la possibilità di arrivare al reparto assegnato non dico pronti ma possibilmente non sprovveduti, credo sapessero che ,da voci di corridoio , all’ 82 battaglione Fanteria Meccanizzato  TORINO aspettavano la cosiddetta “CARNE FRESCA”.E  quella frase mi ha seguito per tutto il viaggio in treno da Pesaro a Cormons. E  quella frase mi ha seguito per tutto il viaggio in treno da Pesaro a Cormons. E appunto l arrivo in stazione a Cormons non fece altro che confermare tutti i miei timori, il convoglio rallentando in modo costante si fermò sulla banchina , il cartello della stazione confermava che ero arrivato, eravamo arrivati , io e i miei compagni di viaggio, compagni che ho conosciuto veramente  li sul  treno durante quel viaggio a tratti paradossale a tratti reale a tratti spaventoso. Sulla banchina altri militari ci aspettavano distanziati circa tre metri uno dall’altro.I visi non erano distesi , sembravano molto cattivi , seri, molto seri, il tempo di scherzare era verità.Sentii il rumore delle porte dei vagoni aprirsi e un istante dopo un gran casino , gli stessi militari che sulla banchina erano immobili nell’attesa del nostro arrivo , cominciarono ad urlare di scendere , dare ordini, di muoverci, che non eravamo in vacanza e chi più ne ha più ne metta.Dopo averci portati in caserma ricordo una lunghissima attesa in piazzale , ore non minuti, immobili in attesa che ci mandassero in fureria a ritirare materasso e ciò che poteva servire per mettersi in branda.Ma prima di poter chiudere gli occhi, ormai era notte fonda , un adunata in sala cinema dove ci aspettava  qualcuno per gridarci in modo calmo e disteso che da quel giorno non avevamo più una casa, non avevamo più una famiglia, non avevamo più nulla che fosse nostro, da quel giorno eravamo una proprietà dell’esercito italiano.Ero a letto…ho chiuso gli occhi e mi sono addormentato pensando a come avrei affrontato gli undici mesi che mancavano, e le premesse non dicevano nulla di buono…proprio nulla.

Quali sono stati i valori che avete acquisito durante il vostro servizio di leva elencateli e descriveteli

I valori acquisiti in quei, oggi , splendidi 365 giorni, sono:

La disciplina, che è servita a poter andare avanti sempre senza doversi mai girare indietro , ogni cosa fatta con disciplina se pur sbagliata con il senno di poi ha senso di esistere e la disciplina fa si anche che non si ricada nello stesso errore.

La fratellanza, che è servita ad essere più altruisti nella vita di tutti i giorni, disponibili ad esserci sempre e comunque al momento del bisogno. In quell’anno ho conosciuto persone che mi erano fratelli , persone che anche oggi mi sono fratelli, magari non ci si sente per anni, ma sono certo che in caso di bisogno ci sarebbe sempre qualcuno di loro disposto ad aiutarmi se ne avessi bisogno , cosa che io fare per ognuno di loro senza nemmeno pensarci.

Lo spirito di corpo, che e servito a saper unire le persone, ad accomunarle. E lo spirito di corpo insieme nel sacrificio, doloranti per le marce estenuanti, doloranti per le marce sfiancanti, doloranti per gli addestramenti serrati senza fine,  per i campi e le esercitazioni di battaglione nella merda ( scusa il francesismo) tra polvere sudore e sangue. Ma una volta di ritorno in tenda in caserma o dove vuoi sia il luogo…ci si ritrovava si tutti distrutti ma insieme e ogni giorno più grandi…stavamo crescendo e non lo sapevamo ancora.

L’onestà: su questo non c e molto da dire… essere corretti in quei 365 giorni ha fatto in modo di esserlo sempre e comunque, correttezza e onestà esattamente come si rispettavano gli ordini anche se a volte ti sembravano ingiusti…

Avete fatto parte di un Battaglione operativo nelle vicinanze del confine con la Ex Jugoslavia nel1985 governata da una dittatura e siete stati addestrati al combattimento all’uso ed alla manutenzione delle armi descrivete cosa avete imparato.

Cosa si è imparato…si è imparato a difendersi e attaccare, ma anche il rispetto dell’arma stessa che mai doveva essere usata in modo improprio o distratto, si è imparato che avere un arma in mano era una responsabilità nei propri confronti ma anche nei confronti del nemico, uccidere era l’ultimo baluardo per usare sia ciò che ci era stato insegnato per difenderci a mani nude o per usare l’arma come ultima spiaggia. 

La manutenzioni delle armi era un rito… quasi religioso. la cura nella pulizia dei componenti , oliare ciò che era da oliare e pulire a fondo ogni parte era l’unico modo di salvarsi nel caso si dovesse usare, era un prolungamento della mia persona era un altro fratello da accudire curare e non abbandonare mai.

Quale è stata l’esercitazione che più vi ha colpito e dalla quale avete acquisito maggiore esperienza

Praticamente tutte, ma l’esperienza che più mi e rimasta nel cuore e mi ha colpito è stato il campo a Spinazzola (Cassano delle Murge ). Li e stata una prova di vita portata all’estremo, faceva freddo e di notte la temperatura si abbassava notevolmente , eravamo stipati in casette che un tempo usavano i pastori come rifugio.

I sacchi a pelo bastavano a mala pena a tenersi in temperatura adeguata, in aggiunta i mutandoni di lana che pizzicavano su tutto il corpo, praticamente carta vetrata a contatto della pelle, ma tenevano caldo e quindi si resisteva a quel fastidio pensando che un po di caldo in più rendeva sopportabile quel fastidioso pizzicore.

I giorni in quel campo sono stati parecchi e spesso le cisterne dell’acqua per lavarsi erano ghiacciate e quindi lavarsi diventava un problema non indifferente, ma credo anche che quello servisse a comprendere quanto fosse importante avere una doccia o dell’acqua per potersi lavare anche in modo superficiale.

Quell’esperienza mi ha fatto capire che le cose che sembravano scontate non lo erano affatto, una semplice doccia non era poi cosi scontata ma era una cosa importante e preziosa.

Avete fatto il vostro servizio di leva sempre con coscienza e dedizione o avete avuto momenti di sconforto descrivete la vostra personale esperienza

A parte lo sconforto iniziale? NO mai ceduto sempre fatto tutto con dedizione mai con superficialità, fino ad amare quel mondo quella vita, unico rammarico? Non aver proseguito, ebbene si avrei voluto restare nell’esercito avrei voluto continuare, volevo fare di quell’esperienza la mia professione.Sono comunque contento di avere avuto la possibilità di far parte di un corpo cosi glorioso e unico.

Come avete vissuto l’impatto con la gerarchia militare?

E’ stata dura, molto dura, l’impatto è stato sconvolgente perché ognuno di noi arrivava da un involucro familiare, indipendentemente se fosse un buon nucleo familiare o meno, era pur sempre una zona di sicurezza.La sicurezza che in pochi minuti in poche ore in pochi giorni si era sgretolata. Fortunatamente  con l’andare del tempo quella gerarchia prendeva corpo e senso tutto tornava al posto giusto.

L’avete sempre osservata è fatta osservare per chi di voi era un graduato di truppa ?

Sì assolutamente sì, osservato da me e fatta osservare da tutti quando e stato necessario farlo.

Descrivete a tal proposito l’esperienza vissuta con un giovane Alessandro Lopez, Sottotenente allora ed Uomo Amico oggi, cosa vi è rimasto nel cuore ?

Beh questa e una domanda che avrebbe bisogno di tante pagine quanto un romanzo, ma cercherò di essere sintetico e conciso. Il primo impatto vissuto con te e stato il tuo cognome. Quando ho letto Lopez ho pensato a qualcuno che se parlavi in modo sbagliato ti avrebbe strappato gli occhi solo pensandolo 😂, poi avevi un impostazione rigida che non faceva trasparire emozioni, quindi minaccioso e pericoloso. Ma dopo poco tempo quando anche tu hai conosciuto gli elementi, tengo a precisare che alcuni elementi non erano da trattare diversamente da come ho appena descritto, ma con chi avevi capito onesto hai fatto vedere un aspetto tuo che poi e quello che oggi ancora ti contraddistingue, una persona che comunque ama la goliardia e ama le persone che amano.

Sareste d’accordo a far vivere un’esperienza del genere ai vostri figli sia maschi che femmine?

Assolutamente sì senza pensarci due volte.

Cosa pensate dell’Esercito italiano di oggi non più formato da giovani di leva obbligatoria, ma bensì di professionisti?

Devo risponderti con un mio pensiero e una mia opinione che non vuol essere ne un giudizio a chi oggi investe tali cariche ne un pettegolare sulla cosa. Credo che il servizio di leva obbligatorio riuscisse a creare tutto ciò di cui abbiamo parlato fino a qui proprio perché l’obbligo ti metteva nella condizione di amare o odiare il servizio di leva, ti metteva nella condizione di creare spirito di corpo, condivisione e fratellanza. Il servizio non obbligatorio, ma costituito da professionisti, non dico che sia così, ma credo che possa creare una sorta di autostrada del non so cosa cazzo fare e mi arruolo…insomma credo che sia possibile che chi faccia la nostra difesa alla fine non sia poi cosi convinto di farlo, ma comprendo anche che in periodi di crisi va bene tutto basta portare a casa la pagnotta.

Qual è stata la vostra reazione nel vedere la nostra Caserma Amadio demolita all’ottanta per cento e adibita a parco pubblico con annesso parcheggio?

LACRIME… null’altro.  Francesco Bonfitto CREDO E VINCO!

Grazie Bonfitto!
 

Francesco Bonfitto
Condividi!
6 Risposte
  1. Francesco

    Grazie per aver creato questo nuovo articolo, che ci riporta alla memoria tutto cio che è stato.. E tutto cio che oggi è.
    Le cose da 35 anni fa sono cambiare…la foto che hai messo come cappello a questo nuovo post la dice lunga… Insieme condividendo ogni istante della giornata.
    Grazie Alessandro.
    Francesco Bonfitto.

    1. Grazie a te Francesco abbiamo creato un gruppo whatsapp con tutti noi ci al nord chi al centro e condividiamo molti momenti delle nostre faticose giornate è diventata un’autentica pausa caffè dove si trova ironia, comicità, battute e goliardia come 35 anni fa.
      Un grande abbraccio Francesco

  2. Alberto Ornaghi

    Gli ultimi militari senza smartphone e ragazzi con ancora il senso di amicizia di squadra… sembra retorica ma non è così… è vero e queste sono le nostre testimonianze.
    Orgoglioso di aver servito il mio paese se pur solo per la leva, orgoglioso di aver conosciuto questi ragazzi… in somma orgoglioso di voi.

    1. Caro Alberto questo articolo deve far riflettere molto i lettori mi piacerebbe che i giovani di adesso leggessero queste interviste fatte prima di tutto a degli amici , poi degli Uomini veri che hanno servito la Patria con devozione e rispetto come noi tutti. Avete scritto delle cose autentiche testimoniando un’epoca non facile ed il rispetto che avete sempre mantenuto inalterato con me Ufficiale allora è Uomo d’Azienda. Ci vedremo presto tutto insieme

  3. Giuseppe crivaro

    Mi ritrovo nelle parole di Francesco, anche perché l’esperienza passata è la stessa, magari aneddoti diversi ma la somma delle esperienze vissute in quel fatidico anno, danno lo stesso risultato, ragazzi /uomini preparati ad affrontare gli scossoni che la vita ci sottopone, il senso del gruppo e dell’amicizia. Una fase di maturazione che oggi non esiste più. Dopo la famiglia e professori o insegnanti, manca a mio avviso una rifinitura.

    1. Carissimo Pino e veramente bello e commovente il tuo commento le rifiniture ci sono devono sono uscire poco alla volta come stiamo facendo ogni giorno nel nostro gruppo whatsapp un grande abbraccio